luminarie? A QUARRATA MAZZANTI FAREBBE MEGLIO A RIACCENDERE LA TRASPARENZA E LA LEGALITÀ DEI SUOI UFFICI E DELLA SUA GIUNTA

Che a Quarrata “ognun che può” possa fare quello che vuole, è non solo evidente, ma provato. Se non bastasse, è sufficiente rammentare che Simone Niccolai, assessore all’edilizia e agli abusi, si era costruito, senza permessi, capannoni-ricovero per i propri camper, e nessuno ha mai detto nulla. E il cittadino dovrebbe credere alle istituzioni come pretenderebbe la Procura della repubblica?


Non chiedere a Mazzanti di fare luce e legalità all’interno del suo Comune delle panchine colorate: il sindaco non è solo ipovedente, è anche completamente sordo

«M’illumino d’immenso» e, con fervore,

altro non fo che seminar squallore


A QUARRATA SI È ASSAI PIÙ AVVANTAGGIATI

SE SI CHIEDE CON ATTI TAROCCATI:

NÉ SINDACO NÉ GIUNTA MUOVON DITO

PERCHÉ UN DIRITTO VENGA GARANTITO


La Nazione, 28.11.21. Miracolo! Nonostante la pioggia le lucine funzionano

 

IL GIORNALISMO del Minculpop, cioè quello di stato e delle – come sostiene la Gip Patrizia Martucci – autorità costituite con diritto di censura anche sui nostri pensieri; autorità alle quali si deve, noi popolo bue, credere, obbedire e combattere anche secondo l’illuminato pensiero di Mario Monti (vedi qui): tutto questo ben di dio dell’informazione che si allinea al potere; che semina, raccoglie e, quando si china, in un attimo se lo trova nello zipèppe, a Pistoia è già qui, in queste eloquenti immagini.

Il Mazzanti, sindaco più inutile della Sabrina Sergio Gori, e anche più inetto in quanto meno assai acculturato, ha speso quasi 40 mila euro per le luminarie delle vie di Quarrata. In pratica soldi buttati allegramente dalla finestra per due motivi:

  1. discriminano il centro quarratino dalle periferie delle frazioni

  2. potevano essere meglio impiegati per rifare le toppe negli asfalti buchettosi delle strade sconnesse

 

Tvl ci illustra puntualmente le luninose conquiste della democratica giunta dell’Anpi

 

Un uso ancor migliore delle toppe poteva essere quello di utilizzare la massa di euro dei contribuenti per comprare una sola fotocellula da pompieri, rigorosamente a led, in grado di illuminare tutti i documenti pubblici falsi, falsificati o inesistenti resi possibili da una struttura tecnico-amministrativa indegna perfino del colonnello Gheddafi e più propria della Libia anteriore alla sculatissima colonizzazione italiana.

Stamattina, ore 11:30, io sono nuovamente in aula, dinanzi al giudice Luca Gaspari, a baccagliare di quel pasticciaccio creato senz’arte né parte dalla procura della repubblica di Pistoia (titolare il sostituto Claudio Curreli, che però non si è mai, finora, presentato in aula a difendere la propria creatura) secondo cui io, con tutti i miei articoli, avrei tolto il sonno e la pace a una persona assolutamente irreprensibile: il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, un favorito del Comune di Quarrata (anche se non gli piace sentirselo ripetere).

Lui, è vero, ha avuto il permesso di chiudere piazzole di uso pubblico e strade vicinali-interpoderali direttamente dalla struttura coordinata dal geometra Franco Fabbri ai tempi in cui imperava. Ma è anche vero che – sia chiaro a tutti e una volta per tutte, procura compresa – costui non aveva alcun diritto di ottenere quelle autorizzazioni per quanto starnazzi attraverso i suoi tre o quattro avvocati a cui ha raccontato un sacco di balle che si stanno disfacendo, una ad una, dopo essere andate a sbattere con l’evidenza dei fatti e delle carte. Quelle regolari, ovviamente.

Troppo caro, a quanto pare, a qualcuno, il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi – su cui il maresciallo Salvatore Maricchiolo non ha svolto alcuna indagine di sorta, mentre invece lo ha fatto, con somma solerzia, su una misera chiave della vigilA Traversi di Agliana –; il ragioniere, dicevo, ha continuato a fare i suoi comodi, tant’è che (questo lo ha testimoniato l’ingegner Iuri Gelli, uomo del Mazzanti, ma più ancora di suo cognato Dario Parrini, senatore del Pd) il «signor fo-come-voglio» si è scoperto immerso in una pluralità di abusi edilizi che avvalorano le mie tesi secondo cui i tecnici e i politici comunali quarrtini favoriscono alcuni e svantaggiano altri. E non è solo il Bianchini a sostenerlo.

 

E Lorenzo Gori filma e testimonia la famosa Fifth Avenue dei campioni della legalità mancata

 

Il nòcciolo sta qui: anche in risposta a tutta la procura di Pistoia che è partita – visto che non state fatte indagini a modo – con l’idea di fare, contro di me, quel che fece l’iceberg contro il Titanic.

Che a Quarrata “ognun che può” possa fare quello che vuole, è non solo evidente, ma provato. Se non bastasse, è sufficiente rammentare che Simone Niccolai, assessore all’edilizia e agli abusi, si era costruito capannoni-ricovero per i propri camper, e nessuno ha mai detto nulla. Come vedete, lui, l’autorità costituita, si è favorito da sé (anche nello smontare tutto senza pagarne le conseguenze, e se è rimasto in giunta a pontificare come se niente fosse).

In quel nessuno ci stanno: il Mazzanti, la giunta intera, il segretario generale, tutti i tecnici responsabili pronti a tacere, i carabinieri, i vigili urbani e, dulcis in fundo, la prefettura e la procura stessa della repubblica.

Ma ciò che conta per la stampa del Minculpop, come vedete, non sono le vergogne di Quarrata e della sua dis-amministrazione: sono le 40 mila lampadine che brillano negli occhi di un gregge destinato a stare comunque a testa bassa e… in culo alla trasparenza, alla legalità e alla giustizia uguale per tutti.

Ora provate a dimostrare il contrario, «autorità costituite»!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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