CON EMILIANO ho spartito una delle mie ultime illusioni professionali. Perché quando una decina di anni fa mi telefonò per invitarmi a far parte del nuovo quotidiano che avrebbe aperto di lì a poco, il Corriere di Livorno, solo allora presi il coraggio di fare vertenza a Il Tirreno e tentare un’altra carta per riuscire a sopravvivere facendo il giornalista.
Il misero naufragio della nuova testata – e l’ennesima mortificazione alle mie aspettative –, arrivato troppo in fretta, non ha cancellato di un solo atomo l’adrenalina e l’emozione del sogno che si faceva, tutti i giorni, ad occhi aperti, in quella redazione di cui facevo parte: e quella carica emotiva aveva un direttore, Emiliano Liuzzi.
Nel giorno in cui sono costretto, tra rabbia e incredulità, a salutarti per sempre, oltre ad avvertire un senso di devastante impotenza nei confronti della vita e della morte e delle leggi che ne regolano la successione, mi preme ringraziarti per avermi regalato, qualche tempo fa, un gran bel sogno; che non dimenticherò: mai. Addio, Emiliano.
[Luigi Scardigli]