M5S SULL’ACCORDO DI PROGRAMMA PER L’AREA EX “CEPPO”

Giacomo del Bino
Giacomo del Bino

PISTOIA. Lunedì 16 marzo il Consiglio comunale ha votato l’accordo di programma per la rigenerazione dell’area ex “Ceppo”. Si tratta di un’operazione complessa e di lungo respiro, una delle più importanti degli ultimi anni, che prevede la partecipazione di molti soggetti (Comune, Regione ed Usl, tra gli altri). Al momento del voto, il M5S è uscito dall’aula. Perché?

Analizzando il contenuto della proposta, abbiamo messo sul piatto della bilancia i pro ed i contro dell’accordo di programma.

I pro: potrebbe cambiare in positivo il volto di parte del centro storico della nostra città, creando un’area di circa 76.000 mq di elevata qualità urbanistica, ecosostenibile, priva di traffico veicolare, con ampi spazi verdi ed edifici provvisti di soluzioni tecnologiche atte a assicurare il risparmio energetico; l’accordo prevede l’acquisizione gratuita in proprietà da parte del Comune di Pistoia del Padiglione Cassa di Risparmio e dell’edificio storico del Ceppo, con destinazioni pubbliche e museali; l’operazione dovrebbe fornire anche interessanti occasioni di lavoro, dando vita ad un notevole indotto e, nel suo complesso, implica una notevole responsabilità da parte dell’ente comunale ed un’attenzione a ciò che è, appunto, “bene comune”. Tutto ciò è, a grandi linee, coerente anche con il programma del M5S.

I contro: una decina di milioni di euro da spendere da parte del Comune di Pistoia per opere di urbanizzazione, ristrutturazioni e contributo da versare, tramite Usl, alla Regione; incertezza circa le funzioni che la Usl insedierà nel padiglione a nord, lato viale Matteotti; incertezza circa l’effettiva consistenza finanziaria del patrimonio in acquisizione da parte del Comune e la sua possibile valorizzazione (es. l’edificio storico del Ceppo – quello con i fregi dei Della Robbia – è stato valutato attorno ai 16 milioni di euro, ma il suo valore è inestimabile, quindi non vendibile); difficoltà nel reperire finanziamenti e indeterminatezza sul futuro dell’operazione.

Fatte le dovute considerazioni, fino a pochi giorni prima del Consiglio il M5S era orientato verso un voto favorevole, anche in ragione del fatto che avevamo chiesto (ed ottenuto) di inserire in delibera l’impegno per il Comune di avviare un percorso partecipativo con i cittadini sul Piano Particolareggiato d’attuazione che seguirà la firma dell’accordo, compreso l’allestimento di uno spazio web con la documentazione in itinere ed un forum di incontro tra amministrazione e cittadini.

Qualcosa è però cambiato negli ultimi giorni: l’iter di presentazione dell’accordo di programma al Consiglio comunale ha subito un’improvvisa accelerazione. Ci è stato riferito che una nota a firma del direttore generale della presidenza della giunta regionale Barretta aveva indicato la probabile data del 10 maggio per le votazioni regionali e quindi invitato il Sindaco a procedere speditamente con l’approvazione dell’accordo, per permettere le successive determinazioni del Consiglio regionale, già fissato per il 23 marzo al fine di non intaccare il periodo dei 45 giorni precedenti le elezioni (durante il quale il Consiglio regionale non può compiere atti di straordinaria amministrazione). Così ci era stato riferito. Bene.

Trattandosi evidentemente di un’urgenza ed attento all’interesse comune, in quanto presidente della I commissione consiliare ho convocato immediatamente una seduta, congiunta con quella urbanistica, per affrontare i fondamentali aspetti patrimoniali e finanziari dell’operazione. Una sola Commissione congiunta, insufficiente in realtà per comprendere a fondo le problematiche, ma utile ad assaporarne la pregnanza. Una sola seduta, poi di corsa in Consiglio Comunale, con dubbi solo parzialmente risolti e domande solo parzialmente evase.

Poi, come detto, le cose sono cambiate: la prima data utile per le votazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale è stata individuata dal Consiglio dei Ministri nel 31 maggio (quindi una ventina di giorni dopo rispetto a quanto paventato).

C’è di più: abbiamo approfondito la normativa inerente l’indizione delle elezioni regionali ed abbiamo avuto delle sorprese. L’articolo 3 della legge 108/1968, con il quale si limitava l’esercizio delle funzioni dei consigli regionali al 46° giorno antecedente alla data delle elezioni per la loro rinnovazione, è stato soppresso con l’articolo 17, secondo comma, della Legge Regionale Toscana 74/2004.

Da ben 11 anni, quindi, non è più necessario che il Consiglio Regionale della Toscana limiti le sue funzioni negli ultimi 45 giorni. Era a conoscenza l’amministrazione comunale di questo piccolo particolare? Non ci è dato saperlo. Senz’altro ne è venuta a conoscenza in Consiglio Comunale, allorché abbiamo presentato una “sospensiva”, con la quale chiedevamo di rinviare ad altra data la discussione sulla proposta in oggetto, proprio sulla base di queste “novità”.

Nostra intenzione era quella di fare almeno un altro passaggio in Commissione bilancio per chiarire definitivamente alcuni aspetti e proporre modifiche migliorative all’accordo di programma (es. chiedere alla Usl di prendere in carico almeno il 50% delle opere di urbanizzazione del comparto – attualmente interamente sulle spalle del Comune – e di definire esattamente le funzioni da insediare nel comparto prima della firma dell’accordo – e non entro il 31 luglio, come indicato nello stesso documento).

C’è stato risposto picche, la nostra sospensiva è stata rigettata.

Abbiamo quindi fatto tutto il possibile per rispettare tempi ritenuti invalicabili quando era necessario, ma la maggioranza non ha ritenuto appropriato concedere la possibilità di analizzare ulteriormente i documenti e tentare di migliorare l’accordo una volta avuto chiaro che ci sarebbe stato il tempo e l’opportunità per farlo.

Scelta legittima, naturalmente, ma che implica – come tutte le scelte – delle conseguenze: abbiamo ritenuto inadeguato esprimersi contro un accordo di programma tutto sommato positivo per la città, ma non abbiamo voluto appoggiare un’amministrazione che si è dimostrata sorda a richieste a nostro avviso più che ragionevoli e motivate. Non si può chiedere quando abbiamo bisogno e fare orecchi da mercante quando comoda. Come si suol dire: “passata la festa, gabbato lo Santo”.

Questo modo di far politica non ci appartiene: che la maggioranza si voti il provvedimento. Lo hanno fatto e, naturalmente, la proposta è passata.

Ps: ci rivedremo in Commissione per l’istruttoria sul Piano Particolareggiato.

Giacomo Del Bino
Consigliere M5S Pistoia

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