M5S-INCENERITORE: «PREVENIRE? NO, MEGLIO BRUCIARE E CURARE!»

I Consiglieri M5S  Lafranceschina e Bartoli
I Consiglieri M5S Lafranceschina e Bartoli

AGLIANA. Dopo l’ennesimo caso di sforamento di diossine dell’impianto di incenerimento Cis, di proprietà dei Comuni di Agliana, Quarrata e Montale, il Movimento 5 Stelle di Agliana richiede per l’ennesima volta di chiudere e bonificare tale impianto di incenerimento, convertendolo in un impianto di raccolta rifiuti a freddo.

Dalla sequenza degli eventi si evincono delle criticità incolmabili:

  • – il sistema di controllo delle emissioni pericolose, Smce, dell’impianto di incenerimento, nell’anno 2010 è stato ritenuto da Arpat non affidabile e non adeguato
  •  – il sistema di controllo delle emissioni di diossine non risulta essere né preventivo né capace di attivare l’allarme in tempo reale. La rilevazione delle diossine emesse viene effettuata a posteriori, come dimostrano i referti prodotti anche in questo caso dal laboratorio di analisi.
    La prima fiala per il controllo delle diossine, infatti, ha campionato il sistema per il periodo che va dal 15/07/15 al 31/07/2015; i risultati delle analisi di questa fiala sono pervenuti con un referto del laboratorio datato 31/08/2015.
    Dopo tale referto, la linea che ha emesso i veleni è stata spenta. Il sistema ha comunque inquinato l’aria con diossine, che ricordiamo essere elementi estremamente cancerogeni, per oltre 45 giorni.

Il M5S Agliana ritiene questo stato di cose inaccettabile

Richiediamo lo spegnimento immediato di tutte le linee, in quanto il monitoraggio di emissioni di materiale altamente cancerogeno non è in tempo reale, quindi la popolazione risulta continuamente ed inconsapevolmente esposta a situazioni come quella che si è verificata in questi giorni; questo caso presenta l’evidente fallimento del sistema di controllo, in quanto l’inceneritore o parte di questo viene disattivato solo dopo che il danno è avvenuto.

È incontestabile il fatto che i cittadini siano rimasti esposti al rischio di entrare in contatto con elementi cancerogeni come la diossina per 45 giorni. In un mondo in cui si investe sulla prevenzione di malattie di ogni tipo, i tre comuni affidano la sicurezza della salute dei cittadini ad un sistema di controllo tardivo ed incapace di porre fine all’emissione di questi inquinanti in modo immediato.

L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale

Ci chiediamo inoltre il perché le analisi della prima fiala di materiale, siano state refertate dopo 30 giorni dal suo prelievo, prelievo del 31/07/15 referto datato 31/08/15. Riteniamo questo atteggiamento irresponsabile e pericoloso.

Riteniamo che, con due casi di questo tipo nell’arco di 7 anni, le amministrazioni siano in dovere di tutelare la salute dei cittadini in modo preventivo, terminando le attività di incenerimento a scopo precauzionale.

Non possiamo accettare che un impianto controllato da sistemi inadeguati, fallibili e che effettuano verifiche solo dopo che il problema si è manifestato, possa continuare a minacciare la salute dei cittadini.

Inoltre, come rappresentanti dei cittadini, non ci fidiamo più, né ci fideremo in futuro, dell’azienda Ladurner a cui è stato dato in gestione l’impianto, società che è evidentemente molto attenta ai suoi introiti economici, come dimostra la richiesta da avanzata dinanzi al Tar per aumentare il quantitativo di immondizia bruciabile (passando dalle attuali 150 tonnellate a 220 tonnellate giorno: richiesta che il Tar ha approvato), ma non altrettanto attenta a compiere bene il suo dovere, nel rispetto e tutela della salute dei cittadini che risiedono nei pressi dell’impianto di incenerimento.

Richiediamo di sollevare Ladurner dalla gestione dell’impianto, in quanto il presente e la storia dimostrano l’imperizia e le mancanze di tale azienda, il tutto a danno della salute della popolazione.

Chiediamo inoltre al Cis di avanzare una richiesta danni, nei confronti della sopracitata società, per le conseguenze che la nostra cittadinanza pagherà in futuro in termini di salute.

Massimo Bartoli
Massimo Lafranceschina

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