CUTIGLIANO-MONTAGNA. Il Comitato Regionale Emergenza Toscana Crest a seguito di una lettera ricevuta da un cittadino della Montagna Pistoiese in cui si segnala un fatto accaduto alcuni giorni fa al Piot di San Marcello, pone l’attenzione sul Punto di Primo Soccorso del fu Ospedale Pacini, domandando all’Asl 3 Pistoia che cos’è e quali sono le sue funzioni.
COMUNICATO CREST
Venerdì 26 settembre 2014
Qualche giorno fa una signora di 81 anni residente nel Comune di Cutigliano si è recata al Presidio Integrato Ospedale Territorio di San Marcello accompagnata dalla nipote. Era stata punta da un insetto ed aveva un braccio gonfio e dolorante. Nella sala del Punto di Primo Soccorso non c’era nessuno in attesa.
Il medico di turno si è risentito del fatto che si ricorresse al “Pronto Soccorso” per un episodio di lieve entità, invece di rivolgersi al medico curante che però, evidentemente, non era reperibile.
Ci piacerebbe a questo punto approfondire e soprattutto ci piacerebbe che un responsabile della Ausl facesse chiarezza, a mezzo stampa, per informare i cittadini.
Cosa offre il P.I.O.T. “L. Pacini” di San Marcello?
Certamente non c’è più un Pronto Soccorso, tant’è i codici rossi vengono trasportati dal 118 direttamente a Pistoia al San Jacopo.
Fuori dall’edificio l’insegna “Pronto Soccorso” è stata tolta e sostituita con “Punto di Primo Soccorso”. Secondo i documenti delle Asl toscane un Punto di Primo Soccorso prende in carico e tratta patologie ed urgenza non gravi. Ecco l’elenco:
- congiuntive e corpi estranei congiuntivali
- patologie delle prime vie aeree
- otalgie
- dolori di varia natura (articolazione temporo-mandibolare, alveo-dentale, gengivo-stomatite, mestruali, muscolari)
- costocondriti
- ingestione di corpi estranei
- gastroenteriti non complesse
- cistiti e ritenzioni urinarie
- contusioni e distorsioni minori
- sintomatologie algiche osteo-articolari
- lacerazioni semplici
- profilassi antitetaniche
- suture di brevi ferite
- punture da insetti
- ferite superficiali da non suturare
- abrasioni
- dermatiti da contatto
- ustioni da mezzi fisici e chimici fino al secondo grado
- orticarie
- crisi da panico
Analizziamo dunque la situazione.
Perché in un Punto di Primo Soccorso ci si stupisce che acceda una persona dolorante per una puntura d’insetto? Non è quella una delle patologie “non gravi” per le quali il servizio è preposto? Il personale medico non dovrebbe essere informato sul tipo di prestazioni che è tenuto ad offrire e magari anche formato per interagire con i pazienti in modo educato e a sua volta paziente e prestare in ogni caso aiuto a chi gli si rivolge? Nessuno si reca in ospedale se non spinto dal bisogno.
Ci chiediamo piuttosto perché il medico abbia parlato di “Pronto Soccorso”. Al P.I.O.T. di San Marcello non è garantito ciò che prevede la normativa nazionale per l’emergenza-urgenza perché non c’è la specialistica di Chirurgia ed il personale medico dovrebbe saperlo bene.
Cosa c’è dunque in questo P.I.O.T., una via di mezzo fra ambulatorio e cosa…?
Infine la questione chiave: come può una zona disagiata e con una viabilità difficoltosa come la Montagna Pistoiese essere privata di un Pronto Soccorso funzionale che garantisca l’intervento e la stabilizzazione del paziente entro “l’ora d’oro” che altrimenti non può essere assicurato per la distanza dal San Jacopo di Pistoia?
Cosa sta facendo la politica per ripristinare una situazione di sicurezza per i propri cittadini?
Quello che sta facendo la Ausl lo leggiamo sulla cronaca: i medici dell’Intersindacale, i rappresentanti Rsu e i cittadini comuni denunciano disservizi, criticità, fughe di pazienti, liste d’attesa interminabili (vedi), mancanza di posti letto, sale operatorie non a regime, Case delle Salute a metà, servizi territoriali insufficienti, il modello ad intensità di cura che non funziona e da parte della Asl solo propaganda.
A quando le soluzioni?
Valerio Bobini
Presidente C.R.E.S.T. – Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana
LA LETTERA INVIATA AL CREST
DA UN FAMILIARE DELLA ‘VITTIMA’
Sono nato a Cutigliano il ***, figlio di nata a Cutigliano il *** e residente a nel Comune di Cutigliano. Scrivo questa lettera di reclamo e biasimo, su delega e dopo aver appreso il racconto di mia madre che, venerdì 19 settembre alle ore 9:20 si faceva accompagnare da sua nipote al Punto di Primo Soccorso del Piot di San Marcello Pistoiese, per una puntura d’insetto sul braccio sinistro che ne determinava un gonfiore accentuato e pertanto, preoccupante anche in considerazione dell’età di mia madre.
Il medico di turno, in maniera superficiale ancora prima di accertarsi delle condizioni di mia madre e con tono della voce alquanto alterato, intimidiva verbalmente la paziente e l’accompagnatrice rivolgendosi con questi termini:
- Come sta il suo medico?
- Questa non è né un’urgenza né un’emergenza tale da doversi recare al Pronto Soccorso
- Ha avuto fortuna che non c’era nessuno, altrimenti sareste state anche due giorni in attesa
- Ma il suo medico di famiglia dove è?
- Ogni persona che si rivolge al pronto soccorso, oltre alla carta d’identità, deve esibire l’attestato del medico curante con indicate le patologie e le relative medicine. Mia madre non è in possesso di questo attestato. Non lo è mia madre, non lo sono io, non lo sono gli altri miei parenti e non so quanti altri lo abbiano. Al dottore sono stati però consegnati come di consueto i talloncini attestanti le medicine normalmente assunte.
L’atteggiamento contrariato del medico non trova spiegazioni in fattori contingenti, quali l’affollamento del Pps 8Punto di primo soccorso), indicato costantemente come Pronto Soccorso, in quanto mia madre e mia nipote erano le sole due persone presenti nella struttura, o altri tipi di attività svolte di emergenza/urgenza.
Al di là dei modi sgarbati del dott. ***, riferibili alla sua sfera esclusivamente personale ed educativa – sarebbe bastato un pizzico di empatia di Marroni – da questa vicenda emergono in modo chiaro e non eludibile responsabilità ben più gravi da ricercare ad altri livelli ed imputabili alla scarsa organizzazione e formazione in compiti e ruoli dei Vostri sottoposti.
È evidente, ed appare strano che un dottore non può non conoscere il luogo di lavoro e le mansioni a lui attribuite e confondere un semplice Punto di Primo Soccorso con un Pronto Soccorso. Se questo riesce difficile al Vostro interno come è pensabile che il semplice cittadino riesca a districarsi tra la babele di sigle, più o meno vacue, quali botteghe della salute, case della salute, società della salute, Punti di Primo Soccorso, veri Pronto Soccorso, ospedali e Piot e sapere dove come quando, cosa portare e dire?
Il Piot di San Marcello, secondo le intenzioni della Asl doveva rappresentare per l’intera montagna, un’innovazione, una struttura in cui essendo tutti i servizi accentrati sarebbe divenuta la porta unica di accesso al tanto decantato servizio sanitario pubblico della Regione Toscana. La verità e il fine sono tristemente altri: quello di scoraggiare l’accesso alla sanità pubblica.
Nei Punti di Primo Soccorso, da quanto mi risulta, vengono prese in carico e trattate patologie e urgenze non gravi, che possono essere risolte senza ricorso immediato ad esami strumentali, a visite specialistiche o a ricovero, quali: congiuntive e corpi estranei congiuntivali, patologie delle prime vie aeree, otalgie, dolori di varia natura (articolazione temporo-mandibolare, alveo-dentale, gengivo-stomatite, mestruali, muscolari), costocondriti, ingestione di corpi estranei, gastroenteriti non complesse, cistiti e ritenzioni urinarie, contusioni e distorsioni minori, sintomatologie algiche osteo-articolari, lacerazioni semplici, profilassi antitetaniche, suture di brevi ferite, punture da insetti, ferite superficiali da non suturare, abrasioni, dermatiti da contatto, ustioni da mezzi fisici e chimici fino al secondo grado, orticarie, crisi da panico). Tutte patologie, fra le quali rientra la puntura d’insetto di mia madre, non emergenziali e non urgenti. Se il medico poi valuta che il caso è critico, il paziente viene trasferito con l’ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale. Inoltre, l’accesso alla struttura avviene in maniera diretta, come effettuato da mia madre e senza la necessità di valutare preventivamente se rivolgersi al Pps o al medico di famiglia, anche perché quest’ultimi si dovrebbero trovare già all’interno del Piot.
Dal comportamento del medico e le prescrizioni Asl, emerge una commistione tra l’organizzazione prevista sulla carta dalla direzione della Asl e quella delle reali esigenze territoriali, che fanno della struttura di San Marcello una via di mezzo tra il Punto di Primo Intervento e un non si sa cosa, segno tangibile che quello che abbiamo nella Montagna non può rispondere in maniera adeguata alle necessità dei cittadini e alle ben più gravi emergenze/urgenze che si verificano.
Quanto successo determina poi una disaffezione dei pazienti alla struttura montana, che viene poi rendicontata e vista dai burocrati degli uffici come mancanza di numeri e pertanto giustificativi di chiusure e ridimensionamenti. Le responsabilità sono però della stessa Asl 3 e mi domando se questo rientra in una ben precisa strategia.
Ritengo necessario che la direzione della Asl chiarisca in modo inequivocabile quali siano i compiti del PIOT di San Marcello e del Pps e se questi rispondono pienamente alle esigenze dei cittadini con particolare riferimento all’emergenza/urgenza. Chiedo infine per agevolare il compito del Vostro personale a quale documento il dottore si riferisce in modo da richiederlo al medico di base. Ma non basta la tessera sanitaria dotata di cip? Oppure anche questa è una riforma/potenziamento rimasta solo nella penna dei burocrati?
In attesa di un vostra risposta porgo distinti saluti.
One thought on “MA A SAN MARCELLO C’È IL PRONTO SOCCORSO O NO?”
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