MA CHE VERGOGNA, COMPAGNI ARRICCHITI!

Una storica prima pagina
Una storica prima pagina

NEMMENO un brivido sulla pelle, un ripensamento, un tuffo al cuore su un passato che vi ha portato dove siete arrivati e da dove non vi siete più spostati, nemmeno con le cannonate di una storia che ha sentenziato i vostri ineludibili abbagli e che oggi consacra uno degli ultimi suoi lutti: il funerale dell’Unità, fondato sì da Antonio Gramsci, ma poi affidato e diretto, nel tempo delle metempsicosi, da molti capitani senza galloni e troppo poco comunisti per essere direttori; ma anche soltanto per essere veri.

E al di là dell’insostenibile pesantezza della chiusura di una testata giornalistica storica, che ha voluto dire molto per la democrazia di questo paese (sulla p, piccola, piccola, sarete tutti d’accordo, voglio sperare) e al problema che qualche collega avrà con l’improvvisa (dis)occupazione e il relativo sussidio di sopravvivenza, sarebbe stato opportuno, anzi, doveroso, che almeno formalmente, cioè, anche solo a parole, tutti gli ex segretari di quel partito, dalla falce e martello degli esordi fino agli orticelli fucsia dei giorni nostri e tutti quelli che dal 1921 ad ora, all’ombra di quel molosso, si sono arricchiti e glorificati, avesse sottoscritto e finanziato una campagna di sostegno per il loro giornale.

Una raccolta che non avrebbe evitato la catastrofe, ma che avrebbe almeno reso dignità a una storia sepolta.

E invece, avete perso proprio tutto: anche la riconoscenza!

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One thought on “MA CHE VERGOGNA, COMPAGNI ARRICCHITI!

  1. Come trotskisti non ci sentiamo assolutamente chiamati in causa dall’articolo.
    La nostra è la storia di chi si è sempre opposto a Stalin e allo stalinismo, pagando quasi sempre a carissimo prezzo (la vita) questa condizione. Trotsky , assassinato in Messico, è la vittima, il rivoluzionario più conosciuto. Ma la stessa sorte è toccata a tantissimi altri in tutto il mondo. Anche al trotskista italiano Pietro Tresso, fondatore del PCdI, l’uccisione del quale avvenne in Francia su mandato di Togliatti, fedelissimo di Stalin.

    Quel Togliatti con cui Gramsci ruppe i rapporti pochi giorni prima del suo arresto.

    Per cui anche la storia del PCI e del suo giornale, l’Unità, si è sempre basata sulla mistificazione della continuità con la politica di Gramsci. Una truffa e una colossale bugia da parte di Togliatti e dei suoi epigoni nei confronti di tanti ignari compagni di base. La politica che è stata portata avanti fin dalla fine degli anni ’20 è stata sempre l’esatto opposto di quella indicata e voluta da Gramsci e descritta nelle “Tesi di Lione” del 3° Congresso del PCdI nel gennaio 1926.

    I comunisti che gestiscono le politiche borghesi rappresentano un ossimoro, una contraddizione insanabile. La negazione del marxismo.

    I Comunisti o sono rivoluzionari o sono un’altra cosa.

    Mario Capecchi – PCL Pistoia

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