
PISTOIA. È trascorso circa un mese dalla ultima “apparizione” a Pistoia del Governatore Enrico Rossi in una serata dedicata ai problemi della Sanità. Molto si è detto e molto si è scritto, anche con inoppugnabili argomenti di merito, contro le teorie ufficiali del “tutto va bene”, ma ritengo che il discorso non sia affatto chiuso, alla luce anche di nuovi fatti accaduti nel frattempo e di un più attento studio della realtà delle cose.
1) Vorrei intanto sottolineare, anche se Enrico Rossi si ostina a glissare su questo punto, che nessuno o quasi, a livello di “comuni mortali”, a Pistoia come altrove, avvertiva la necessità di questi nuovi, inutili, irrazionali ospedali.
Quando era attivo l’Ospedale del Ceppo, per il cui miglioramento ed ammodernamento furono spesi fior di soldi pubblici per poi chiuderlo dopo poco, non si registravano gli enormi tempi di attesa per visite ed esami che oggi tutti noi tocchiamo con mano e che di fatto spingono l’utente che se lo possa permettere verso la “Sanità” privata.
Non si verificava che un paziente che arriva al Pronto Soccorso in codice giallo alle 19 di un giorno qualunque con diagnosi di diverticolosi intestinale, rischio di perforazione dell’intestino medesimo, infezione urinaria e sospetta prostatite, venga rimandato a casa alle 1 della notte seguente ed alle 2:30 debba rientrare d’urgenza e rimanere “parcheggiato” fino alle 15 del successivo pomeriggio in attesa di un letto.
Non accadeva neppure che l’assenza per malattia di un solo medico mettesse in crisi un intero reparto bloccando di fatto il processo di dimissione da una parte ed il ricovero di nuovi pazienti dall’altra.

Probabilmente non accadeva neppure che un bambino di due anni e mezzo venisse portato al Pronto Soccorso per una caduta che interessa la testa e ci fosse un medico che per mezz’ora, senza avere apparentemente niente da fare, evitava di guardare il bambino medesimo e, quando lo faceva, risolvesse il problema in trenta secondi dicendo sbrigativamente alla mamma di abituarsi alle cadute dei bambini e che quindi non lo portasse più al Pronto Soccorso medesimo.
Ma che discorsi sono questi? I bambini certamente cadono, ma che c’è caduta e caduta. Lo stesso bambino, qualche mese prima di questo episodio era incorso in un’altra caduta che aveva interessato la testa ed essendo, con i genitori, residente in quella zona, fu portato all’Ospedale di Portogruaro (Ve), dove, prima di emettere un responso, il medico lo condusse in una apposita “sala giochi”, lì venne controllato attentamente in ogni suo movimento per circa due ore e solo dopo dimesso.
Tale ospedale, peraltro, dove anche a me è accaduto di entrare, senza avere la pretesa di essere organizzato “per intensità di cura”, si presenta razionale, efficiente, ed in esso ad ogni tipo di paziente viene data la certezza di sapere con chi deve parlare per avere risposte ai suoi problemi, quando farlo e perché.
Tutto il contrario di quanto sta avvenendo in Toscana con i nuovi ospedali. Ed inoltre, a Portogruaro ed in Veneto in generale, mi dispiace dirlo perché non amo certo la parte politica che lì governa, le liste di attesa per visite ed esami sono mediamente assai inferiori rispetto alla Toscana e non risultano esserci gli ingorghi ai Pronto Soccorso che si registrano qui.
Nel vecchio Ospedale del Ceppo, al di là dei battages propagandistici, il numero dei letti disponibili era superiore rispetto a quelli dell’attuale ospedale, ed i reparti indicati esistevano davvero anche nella realtà, mentre invece adesso si sono creati reparti artificiali, come oncologia e dermatologia, senza posti per la degenza; nella realtà attuale le pareti interne sembrano fatte di cartone e si è persa la nozione di privacy tra le varie stanze, le stanze medesime sono più piccole ed il personale ha difficoltà nello spostare le persone con le barelle.
2) Anche alla luce di quanto detto sopra, Rossi deve sapere, anche se a Bonelle subì una chiara alterazione del proprio equilibrio nervoso al manifestarsi di contestazioni che evidentemente non si aspettava in campo amico, che, nonostante le sue argomentazioni, nessuno crede che l’idea dei nuovi ospedali sia nata spontaneamente dagli amministratori democraticamente eletti.
La questione “nuovi ospedali” nasce in realtà come operazione di lobby, in cui poteri ed interessi esterni hanno imposto determinate scelte alla “Politica”.

3) E, proseguendo, sarebbe utile che Rossi ci spiegasse perché, se al tempo in cui era governatore Claudio Martini e lui assessore alla Sanità, c’erano, nel sistema sanitario toscano 48.000 infermieri, giudicati eccessivi quanto a numero, e tutti concordavano con la necessità di ridurli a 46.000, adesso, senza sapere chi ringraziare, ce ne ritroviamo 56.000 senza sapere chi ringraziare.
E perché, nonostante questo apparente soprannumero, si segnalano continuamente, a carico di chi il proprio lavoro lo svolge davvero con coscienza, casi di “burn out” (che, al di fuori delle mode angliciste, è indice dell’insorgere di un processo stressogeno in personale addetto a particolari compiti, con conseguente manifestarsi di esaurimento nervoso, ed altre patologie correlate).
Stando così le cose, le ipotesi che si possono fare sono svariate, e vanno dal sospetto che esista, nel sistema sanitario toscano, un problema di disorganizzazione generale, al sospetto che una elevata percentuale di personale soffra di eccessiva e non adeguatamente controllata “morbilità”, all’altrettanto grave sospetto che molto personale sia “imboscato” in compiti amministrativi od altro di carattere evidentemente non prioritario per i veri interessi del cittadino.
E infine, sorge il sospetto che, nonostante conclamate volontà razionalizzatrici, prevalgano poi logiche da sindacalismo parassitario che hanno come fine accordi più o meno sottobanco per procedere ad infornate di comodo e clientelari. Altrimenti non si spiega un organico che sarebbe sovradimensionato di diecimila unità rispetto a quanto ritenuto ottimale, e nonostante questo le cose non funzionano.

4) Infine vorrei dire che è troppo comodo affermare che ci sono problemi perché lo Stato taglia i fondi a tutto e quindi anche alla Sanità (il ché è anche vero). Ma allora, stando così le cose, allora, si deve rinunciare definitivamente a portare avanti il progetto delle fantomatiche Società della Salute, che rischiano di diventare, in questi tempi di vacche magre, un inutile poltronificio ed un monumento allo spreco senza nessun vero vantaggio per il cittadino.
Stando così le cose non si assume un provvedimento come quello che stanzia la bellezza di 377.252,56 euro a beneficio di tre commissari di area vasta per la durata di soli otto mesi.
Non si assume un altro provvedimento con cui si elargiscono 500.000 euro a tre di queste Società della Salute ed all’Anci per compiti del tutto vaghi e indistinti. Ci si decide a razionalizzare o ad eliminare quando sia il caso il complesso di agenzie che gravitano in orbita regionale (Apet-Arpat-Artea-Ars, per finire con l’ultima “perla”, costituita dall’Ente Terre Regionali Toscane), i cui compiti potrebbero benissimo rientrare nell’alveo delle competenze svolte direttamente dalla Regione.
Si smette di parlare, un giorno sì e l’altro pure, di stupidi ed inutili seconde piste all’aeroporto di Peretola, quando per la Toscana un aeroporto come Pisa basta ed avanza, specie se si abbia veramente la volontà di potenziare e velocizzare i collegamenti ferroviari Pisa-Firenze.
Si smette di parlare di terza corsia sulla A11 (peraltro inutile anch’essa in presenza di una evidente strozzatura al termine della A11 medesima). Si va a vedere per esempio come mai nel quadro della operazione del raddoppio della Siena-Grosseto, nella zona di Paganico si siano asfaltati chilometri di suolo in fantomatici nuovi svincoli, che con la stessa superficie ci veniva fuori un aeroporto. E, a questo punto, pur avendo argomenti e materiale per continuare, credo che ci si possa anche fermare qui per non correre il rischio di annoiare qualcuno.
[*] – Lettore, ospite
Già che ci sono, approfitto della gentile ospitalità concessami per aggiungere due cose:
1) non è vero che con condizioni meteorologiche avverse (nebbia e/o neve in particolare) l’elicottero dell’elisoccorso si può levare in volo, come aveva allegramente sostenuto il sindaco Bertinelli nel corso della serata di Bonelle. Tanto per capirsi meglio, finché il tempo non fu migliorato quanto bastava, neppure dopo la tragedia aerea della Lufthansa avvenuta qualche tempo fa in Alta Savoia, si levò in volo alcun elicottero. E questo va detto anche per rispetto dei nostri montanari, i quali, dopo il depotenziamento dell’ospedale di San Marcello non potrebbero in realtà usufruire di alcun elisoccorso quando veramente ne avessero bisogno, in caso di tempo avverso….tanto per essere chiari.
2) Una delle cose che stridono di più, in questo momento, anche se probabilmente dal punto di vista formale tutto è a posto (ci mancherebbe, visto poi che leggi e regolamenti se li costruiscono lor signori a proprio uso e consumo) è il milione e mezzo che ci costeranno i nostri cari consiglieri (o ex tali) quando la legislatura sarà finita e loro continueranno a riscuotere le loro lautissime indennità senza niente fare. Se formalmente è tutto a posto, sostanzialmente è una vera e propria vergogna.
Piero Giovannelli