PISTOIA. Fine pomeriggio in un palazzo storico del centro a finestre aperte.
È il primo giorno del blues e l’attesa dei Negramaro (blues?) motiva moltissimi, ragazze e ragazzi pronti a gorgheggiare, parola per parola mentre tutto scorre e “dovrei fingere di essere fra-gi-le”.
Questo mese di luglio non decolla, l’aria è fresca, gli acquazzoni di questi giorni hanno contribuito a sconfermare la canicola e minacciano di bagnare ancora i ludi pistorienses.
Nelle stanze riposte dell’antico palazzo non si soffre il caldo ma non manca davvero il “puzzo”.
No, non il cattivo odore e nemmeno l’odore sgradevole; questo è proprio puzzo: di olio rifritto, di arrosti di povere carni serviti su modeste tavole, relativamente attrezzate di stoviglie usa e getta. Non è congruente con i Negramaro, non è indispensabile ad un appuntamento musicale.
Le sagre di paese hanno il loro fascino, ci ricordano l’infanzia, qualche chicco specialissimo, ma questo suq a Pistoia, nel 2014, con la smart city alle porte e il cambio di verso in corso d’opera è proprio fuori luogo.
Ci potremmo pensare un attimo, dopo 34 anni dall’esordio del Blues, ed evitare di avallare operazioni fuori tempo massimo e caratterizzate dalla più assoluta sciatteria?
fragole & sangue
