AGLIANA. Sembra una novella (dello stento, ovviamente, e della vergogna), ma non lo è affatto. È la domanda: «Ma a Agliana il muro di Berlino è caduto o no?».
Non siamo matti, né tantomeno stupidi come molti vorrebbero che fossimo. Agliana è rimasta ai tempi di Stalin, se è vero quello che sarebbe accaduto la sera del 4 marzo, quando i capigruppo si sono ‘giuntati’ per decidere sul prossimo consiglio comunale che, comunque, dal 10-11 marzo, è slittato a dopo il 16.
Il 4 marzo consiglieri comunali votati dagli elettori e garanti del pluralismo democratico, nonché dell’informazione, sembra siano stati costretti a firmare un impegno – imposto dalla dottoressa Elena Santoro (ci dicono), con cui, in cambio di atti pubblici e destinati alla pubblicità, sarebbero stati costretti a impegnarsi a non rivelarne il contenuto al mondo intero. E lo avrebbero fatto con tanto di firma.
Che volete, d’altronde? Agliana è un Comune commissariato: sembra che non abbia un Sindaco, anche se c’è sulla carta, perché la voce corrente – e proprio negli stessi ambienti comunali – accredita che il primo cittadino di fatto si chiama Fragai, l’inceneritorista provinciale che Linee Future definisce ab origine (ironicamente, ma, a quanto pare, credibilmente) “commissario politico”.
E tutti sanno che questa figura, il commissario, non c’è più nemmeno nella Russia di Putin, che ormai s’appresta a diventare amico e sodàle di S.E. il Presidente del Consiglio non eletto (e pertanto illegittimo), Matteo Renzi, fondatore di quei renziani fra le cui braccia, pur di non staccarsi dalle seggiole del potere, “s’ènno adagiati tutti”, aglianesi e foresto Fragai compreso…
Ma torniamo all’impegnativa di non parlare (un diktat?) imposta – se la storia è vera – dalla dottoressa Santoro: una prova fatta carne della verace democrazia comunale e della modernità della burocrazia (in russo-aglianese бюрократия, burakràzia) del Partito Democratico del proletariato.
Quando mai – ripetiamo: se questo è vero – le opposizioni si decideranno a chiedere un incontro urgente con il Procuratore Capo di Pistoia, dottor Paolo Canessa?
Forse potrebbero ottenere sùbito ciò di cui hanno diritto e ciò di cui sono autorizzati a dibattere e parlare sulla pubblica via.
Resta irrisolta la domanda se ad Agliana il muro di Berlino sia caduto o no.
Risponda Mangoni, se può e ne ha coraggio. E risponda anche alla richiesta formale che gli abbiamo rivolto di incontrarci, noi giornalisti, per chiarire, una volta per tutte, alcuni princìpi protetti dall’art. 21 della Costituzione, e tutti quei problemi di cui sta soffocando il suo Comune dell’Aglio.
Intanto i lettori stiano attenti a quel che diciamo, e riflettano bene: perché quello che stiamo dicendo qui, forse non lo vedranno mai da nessun’altra parte; non lo leggeranno mai da nessun’altra fonte.
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