SAN PAOLO (Brasile). Cari amici di Linee Future, sono italiano, fiorentino di nascita e pistoiese di adozione e da quasi otto anni sono sposato e vivo in Brasile, Sao Paulo.
Vorrei scrivere alcune righe su quello che è il tema del momento, l’immigrazione: qualche partito politico (senza fare nomi, di sinistra) cavalca la tesi che anche noi siamo stati emigranti e si deve capire quelli che vengono nel nostro paese.
Qui in Brasile, e in particolare nella metropoli di Sao Paulo, c’è una altissima percentuale di discendenti di italiani; tutti mi dicono bene dell’Italia e siamo rispettati, boa gente dicono a tal riguardo e voglio sottolineare che quando sono arrivati in questo grande paese, oltre a soffrire la fame, hanno dovuto lavorare molto, principalmente nel settore del caffè.
Nessuno li ha aiutati, non hanno percepito un soldo dal governo, ma hanno sempre rispettato le leggi e le tradizioni locali.
Molti sono arrivati qui credendo di partire per gli Stati Uniti, sbagliando nave o la data di destinazione. Ma comunque c’è una forte comunità italiana anche nel sud del Brasile, nomi come Martinelli, Spinelli e tanti altri che vedo comparire in televisione e che dichiarano, immediatamente, origini e discendenza.
Ho voluto dire questo perché anche quando parlo con mia moglie (che è professoressa di portoghese e letteratura) mi dice: “Ma come, lo Stato italiano si permette di dare tutto questo agli immigrati, quando c’è bisogno di aiutare i cittadini italiani?”.
Voglio inoltre dire che quando gli italiani arrivavano qui mancava la mano d’opera e non come in Italia, che c’è disoccupazione.
Cesare Pieraccini
Caro Signor Pieraccini, l’Italia è uno dei luoghi più belli della terra e come capita spesso ai belli e alle eccellenze non ce la fa a tenere i piedi per terra, o la testa sul collo, che dir si voglia…
un caro saluto da Pistoia
Paola Fortunati