ma la giustizia? TROPPE CANCELLERIE, CAOTICA LA RICERCA: E «LA GENTE COMUNE»?

Ancora segnalazioni di episodi di disservizio nel funzionamento delle cancellerie che sembrano dirette in modo aggrovigliato impegnando la “gente comune” a un faticoso gioco dell’oca. La vicenda di una ricerca di fascicolo ha richiesto due mail e ben quattro contatti diversi. Ma basta pagarsi  un avvocato e tutto cambia


Il pm di Pistoia Tommaso Coletta fa le circolari per “riservare” i fascicoli, non per favorirne la consultazione

 

PISTOIA. La notifica di un procedimento giudiziale alla parte offesa (è il numero 927/2022 con prima udienza il 5 ottobre prossimo) avviene con un plico in busta verde riservato al destinatario.

Trattasi di un atto definitivo che riporta la notizia della data di apertura del processo e che permette, sia all’imputato che alle parti offese, di acquisire la copia degli atti raccolti nelle indagini.

Così è stato per una sfigata “parte offesa” che ha iniziato un bel giro di danza sviluppato in ben cinque (diciamo 5) cancellerie, legate da rimpallo in un defatigante gioco dell’oca:

1.La cancelleria del 408/415 (cancelliere Lorella Benesperi) al terzo piano del Palazzo di Giustizia (quello con le finestre che ridono);

2. La cancelleria Gip/Gup (cancelliere Federica Casseri, sorella della più celebrata [*] Alessandra Casseri, già segretaria di Giuseppe Grieco, feisbucchiana d’acciaio e molto “socialmente prossimizzata” al clan blimundiano filo-Nesti), posta al secondo piano dello stesso Palazzo;

3. La cancelleria generale della procura (con dirigente Enrica Ferilli), anche questa al terzo piano del palazzo del Tribunale

4. La cancelleria dibattimento e Giudice di Pace (cancelliere Monica Balli) al piano terra del palazzo di Giustizia: è lì che sarà finalmente evaso l’accesso atti il 22 prossimo, previo appuntamento, preso tramite la home page della Procura, perché così riferito dalla cancelleria al terzo posto in elenco.

Chiaramente la questione sarebbe stata risolta se nella comunicazione di ordinanza di rinvio a giudizio la Procura avesse dato avviso di: dove è giacente il fascicolo, qual è il responsabile dell’ufficio, il suo telefono e magari – siamo certi di non essere troppo pretenziosi – la mail di servizio della cancelleria medesima (che è disponibile insieme a altre cento nella home page: basta trovarla!), giusto per fare richiesta dei documenti, magari con il pagamento on line dell’F23 come succede alla Procura di Genova, tutt’altro mondo: semiautomatico.

Se il capo Coletta, indicasse tali dettagli nell’avviso, la “gente comune” a lui cara avrebbe modo di svolgere una consultazione in proprio senza ostacoli e faticose verifiche, evitando inoltre di sborsare soldi per l’assistenza del solito professionista. Ce ci dice sul punto la Camera Penale: non è d’accordo? È vero che la soluzione a pagamento è sempre disponibile in modo alternativo?

La nostra sfortunata “Parte offesa” (in acronimo P.O.), ha prima di tutto scritto una mail alla cancelleria 1 che si chiama in codice 408/415, sapendo da Lorella Benesperi che “il fascicolo non era lì”, ma senza ricevere indicazioni giuste per la destinazione su dove individuarlo e rimandando seccamente alla Pec della segreteria centralizzata: davvero non lo sapeva?

Ci permettiamo di farle un biasimo ricordandoci della disposizione dell’articolo 54 Costituzione: non poteva chiedere nel Palazzo e dare una risposta definitiva, corretta e utile all’utente?

 

L’udienza sarà tenuta qui, in via Villone dal GdP ma la cancelleria è in Piazza Duomo: vi sembra normale?

Nel tribunale ci sono almeno 6-7 cancellerie diverse

La nostra P.O. ha dunque intuito – il mondo della pubblica amministrazione richiede molto intuito, e spesso non basta – e ha dunque scritto alla cancelleria Gip/Gup (la numero 2 in elenco sulla quale torneremo presto per altre amenità) ricevendo una pronta risposta dalla cancelliera Casseri che sarebbe abbastanza intuitivamente comprensibile, se non ci fosse la cancelleria 4 e cioè che:  Se c’è udienza presso il Giudice di Pace non c’è motivo per cui il fascicolo debba essere all’ufficio gip; dovrà rivolgersi a quell’ufficio.

La nostra P.O., però è cocciuta – oltre che instancabile – e prima di andare dalla cancelleria 3 (che è dal Giudice di Pace in via del Villone) si rivolge di nuovo alla 2 che gli spiega che probabilmente la cancelleria è altra e lì nell’ufficio, non c’è proprio, il famigerato fascicolo in questione.

Quindi, il nostro cittadino/utente/datore di lavoro/P.O., fiducioso di avere centrato il bersaglio, si rimette in macchina e va in via del Villone, alla cancelleria 3, dove dopo un’insolita attesa per il “filtraggio” della guardia giurata alla porta (altra anomalia agostana) viene ricevuto dalla responsabile della vancelleria penale che gli spiega che il fascicolo è alla cancelleria 4, dovendo perciò ritornare nel palazzo principale, presso il quale però viene a scoprire che l’ufficio è chiuso: così riporta il cartello sull’uscio.

Chi ha bisogno della cancelleria si dovrà rivolgere al terzo piano (cancelleria 2) dove riparte il fantastico gioco dell’oca delle cancellerie della Procura. Lì saprà che il servizio è prenotabile solo per via informatica, usando il sito istituzionale della procura appositamente servito e, finalmente, l’appuntamento verrà preso per il prossimo 22 agosto alle 10.30.

Riuscirà la nostra P.O. a fare la consultazione del fascicolo? Riuscirà ad avere copia dei documenti ammessi nel processo penale in calendario per il 5 ottobre?

Lo scopriremo solo vivendo…(L. Battisti).


IN CAUDA VENENUM

Andò in pesione anche mio nonno, ma non gli fecero nessun articolo celebrativo. Ad Alessandra Casseri sì, sul Tirreno. Cliccate sopra sul link.

Anna Pesce, appassionata di speleologia, cadde dal tetto nel cosentino, riportando serie ferite: altro articolo di pubblica doglianza

Moreno Seghi cadde a cercare funghi, ma non in compagnia di Mauro Gualtierotti. Dunque, perché l’articolo sul Tirreno? Un cadeaux del preferito Massimo Donati?

[*]: giusto per celia (e per completezza), qualcuno può spiegarci perché certi dirigenti – normali dipendenti della PA – e ci riferiamo alla prossimizzata sociale Alessandra Casseri (quando se ne andò in quiescenza) o alla dirigente Anna Pesce (infortunatasi in Calabria cadendo dal tetto a 5 metri di altezza) o al celebratissimo Moreno Seghi (che cadde in cerca di funghi, ma non con il Commendator Gualtierotti (sob!) e si ruppe una gamba) vengono citati in articoli commemorativi/ celebrativi dalla stampa organica, per come rivolti a casi di seppur straordinari infortuni o ancora minori episodi di abbandono del lavoro per naturale arrivo della pensione, come succede a tutti i cittadini utenti/datori di lavoro? C’è un perché?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it
]


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