PISTOIA. Da tempo l’acquedotto delle Ville Sbertoli, di proprietà e gestione dell’Asl 3 di Pistoia, forniva – di fatto – acqua “di cacca”, per la presenza di batteri caratteristici delle feci.
Per questo motivo Andrea Betti (Progetto Toscana) ha presentato al Sindaco l’interrogazione a risposta scritta che segue:
INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA
In data 20 febbraio sono stato contattato da numerosi cittadini che mi segnalavano che alcuni giorni prima di Natale è apparsa, appesa alla ringhiera che si trova all’imbocco di via Giuseppa, una lettera datata 17-12-2013 del direttore u.o. manutenzione impianti della Usl e indirizzata a tutti gli utenti dell’acquedotto delle Ville Sbertoli con cui si informa che l’acqua di detto acquedotto non è potabile.
Dato che le abitazioni di Bigiano Alta, Collegligliato, fino a via delle Gaine sono allacciate, a vario titolo, all’acquedotto in questione, sono circa 50 famiglie che bevono a vario titolo l’acqua di questo acquedotto in tutta tranquillità, in quanto il proprietario e gestore dello stesso è l’ente che si occupa della salute dei cittadini.
Dopo i primi momenti di incredulità e disorientamento, dovuti alla lettura del documento Usl, è stato riferito che da tempo l’Usl aveva interrotto i prelievi dell’acqua da analizzare (che avevano cadenza bisettimanale) e precisamente da quando le strutture delle Ville Sbertoli sono inutilizzate (da circa due anni).
Il merito, involontario, di aver disvelato questa inadempienza avente possibili gravi conseguenze spetta ad un utente di detto acquedotto che ha fatto analizzare l’acqua utilizzata nella struttura.
A seguito di questa analisi, il responsabile della ufficio igiene e sanità ha scritto alle autorità competenti interessate informandole che nell’acqua sono stati trovati escherichia coli e coliformi totali non conformi agli standard fissati dalla legge e si chiedeva di prendere tutti i provvedimenti del caso e adottare tutti i provvedimenti per adeguare la qualità dell’acqua compreso il divieto di destinare l’acqua al consumo umano.
Ritenendo che la gestione della non conformità da parte del gestore sia stata inadeguata e intempestiva e che la mancanza di sicurezza sulla qualità dell’acqua erogata non è stata ancora risolta, nella consapevolezza che non è il Comune il gestore del suddetto acquedotto, ma nell’altrettanta consapevolezza che è compito del Sindaco garantire e tutelare la salute dei cittadini, alla luce dell’art. 54 comma 2° del Decreto Lgs.vo n° 267/00
si interroga la S.V. per conoscere
come intende attivarsi presso il gestore di detto acquedotto per la risoluzione immediata del problema e con quali tempi vista l’impossibilità dei cittadini di poter bere l’acqua che viene dai loro rubinetti.
Andrea Betti
Consigliere Comunale
INTANTO L’ASL RISPONDE…
L’ACQUEDOTTO DELLE VILLE SBERTOLI. PRECISAZIONI
In relazione agli articoli sul tema, l’Azienda intende precisare quanto segue.
L’acquedotto delle Ville Sbertoli è nato fin dalla sua lontanissima origine per servire esclusivamente il complesso delle stesse Ville.
Ciononostante, lungo il suo tracciato sono state costituite da tempo immemorabile servitù di presa d’acqua, esclusivamente per finalità irrigue.
La ASL non ha mai gestito tale acquedotto con finalità di distribuzione di acqua potabile nei confronti di terzi, funzione che tra l’altro non gli compete.
Le verifiche di potabilità – svolte in passato a cadenza generalmente annuale e non bisettimanale come è stato detto – sono state eseguite dalla Asl esclusivamente nella sua qualità di proprietario delle Ville Sbertoli al solo fine di verificare la qualità dell’acqua usata al loro interno ed è cessata una volta avuto termine le attività precedentemente svoltevi. A quell’epoca, inoltre, le Ville erano comunque servite da specifici sistemi di trattamento e addolcitori delle stesse acque al fine di assicurarne la potabilità.
Risalgono addirittura al 1978 le prime segnalazioni formali inviate dagli organi amministrativi della Asl ai proprietari dei terreni titolari dei diritti di servitù di presa d’acqua al fine di informarli della natura esclusivamente irrigua della servitù posseduta e del divieto di utilizzo delle acque per l’alimentazione umana.
Gli avvisi diffusi di recente, volti a ricordare nuovamente la natura non potabile delle acque, non fanno che richiamare lo stato di fatto riscontrabile sin da epoche assai risalenti.
Poiché la problematica investe diversi proprietari (i quali, va detto, lamentano semmai che esistano allacciamenti non autorizzati che drenano le risorse idriche rispetto alle quali insistono i loro risalentissimi diritti), l’Azienda sta in ogni caso collaborando con il Comune di Pistoia e gli enti pubblici deputati alla distribuzione dell’acqua per dare definitiva soluzione alla questione.
[daniela ponticelli – Ssabato 1° marzo 2014 – 15:30]