NON CHIAMATELO “uomo solo al comando” o “ducetto”: chiamatelo Matteo, il comunista con la tonaca, cioè il catto-comunista.
È una razza imperante che supera l’andropausa di D’Alema e si “camaleontizza” nella lectio magistralis sulla Divina Commedia condotta dal Nobel Benigni; proprio lui, quello dell’Inno del corpo sciolto e delle bestemmie “a refe nero” che erano il “canovaccio” dei suoi spettacoli alle Case del Popolo e non solo.
Adesso questa gente è divenuta il “faro” di “voi” indigeni e di “voi” femministe che “sboldrinate” alquanto, e che, invece di una buona ricetta a km zero, preferite proporre l’abbattimento di una stele sulla quale è scritto “Dvx”.
Oggi scioperate, compagne che avete distrutto la scuola, non per la dignità della Scuola, ma perché volete entrare nel posto fisso, a prescindere da come siate in grado di produrre cultura e sapere per i vostri discenti.
Avete ragione: la riforma Gentile che separava l’indirizzo umanistico-scientifico da quello economico è una “carognata”, roba da lotta di classe.
Avete ragione: il principio che è la Politica (cioè le Idee) a dettare l’economia e non viceversa, è un’utopia.
I vostri genitori hanno cominciato questo percorso resistenziale già dal 1968 e hanno lasciato a voi, un tempo ceppo primigenio della società, il compito di monetizzare i vostri sudori offrendo ai vostri utenti, gli studenti, i vostri problemi e le vostre giuste ansietà.
Perché anche voi siete, prima di tutto, donne, mamme e mogli, oppure, se preferite, uomini, padri e mariti. Transgender permettendolo.
Detto da un anziano che ha la presunzione di credere di pensare ancora con la propria testa, credetemi, montate sul carretto che voi o chi per voi ha scelto e vi ha lasciato: pedalate.
Andate anche a votare il 31 maggio. Per il compagno Rossi che Matteo vi regala gratis per altri cinque anni.
Poi venite ancora a piagnucolare…
Lei è un grande. (punto)
dove punto sta per punto e basta (non sono toscano e mi sono accorto ora che “punto” qui vuol dire “per niente”…ma non è questo che volevo dire.
Proprio così: una ulteriore manifestazione di irrazionalità, se non di vera e propria ipocrisia, sta nel fatto che larga parte di coloro che protestavano contro il governo in realtà voti e abbia votato il Pd. Che per l’appunto ha nella scuola un tradizionale serbatoio di voti.
Vedremo se quelli che oggi erano in piazza daranno un chiaro e coerente segnale alle prossime elezioni regionali del 31 maggio oppure si sono solo limitati a mettere in scena l’ennesima puntata de “La brigata Don Abboondio” (cit.), quella che “si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.
Certo, vedere anche tanti pistoiesi (ma non solo, ho amici e parenti sparsi per l’Italia), militanti e iscritti al Pd, protestare contro il loro stesso partito è davvero buffo … o più propriamente grottesco e oltre il limite del ridicolo …