PISTOIA. Sulla Cronaca di Pistoia (da La Nazione – n.d.r.) del giorno 4 dicembre u.s. sono state pubblicate le graduatorie delle scuole di Pistoia e dintorni stilate dalla Fondazione Agnelli (vedi).
Le scuole sono state valutate in base a due indicatori rappresentativi della performance universitaria degli studenti usciti da una data scuola: “il profitto (media dei voti agli esami) e la velocità (numero di crediti conseguiti rispetto a quelli dichiarati come impegno annuale)”.
Noi pensiamo che la scelta di questi parametri sia del tutto fuorviante rispetto all’obbiettivo di valutare la bontà di una scuola, in quanto una valutazione del genere dovrebbe tener conto come minimo dell’estrazione sociale e familiare degli studenti che si iscrivono ad una certa istituzione scolastica e seguirne poi il percorso durante i cinque anni di scuola secondaria superiore per coglierne i miglioramenti rispetto alle condizioni di partenza.
La scelta dei parametri sulla base dei quali valutare le scuole risponde più alle scelte ideologiche della Fondazione Agnelli, piuttosto che a criteri scientifici. Infatti fare certe classifiche origina dalla volontà, espressa esplicitamente dalla Fondazione, di creare una sorta di concorrenza tra scuole (il cosiddetto “quasi-mercato”), ma poi per nascondere l’inaffidabilità dei risultati ottenuti vengono esclusi gli istituti professionali che avrebbero potuto, con i parametri scelti, fornire performances addirittura migliori rispetto a quelle dei licei, in quanto pochi e fortemente motivati sono gli studenti che da quegli istituti si iscrivono all’università.
Comunque, per capire meglio, siamo andati su internet e abbiamo trovato uno studio simile a quello fatto per Pistoia relativo alle scuole superiori del Piemonte, effettuato dalla Fondazione Agnelli nel 2009 e nel 2010.
E così abbiamo scoperto che da queste classifiche vengono fuori dati assolutamente inaffidabili. Ad esempio un istituto che nel 2009 era entrato nella top 20 del Piemonte, nel 2010 risulta aver perso ben 97 posizioni in classifica. Invece un altro istituto risulta aver scalato addirittura 68 posizioni dal 2009 al 2010.
Purtroppo graduatorie come quelle pubblicate sulla cronaca pistoiese de “La Nazione” esercitano, nonostante la loro inaffidabilità nel misurare la qualità di una scuola, un’influenza importante nell’orientare le scelte degli studenti/famiglie al momento di iscrivere i ragazzi alla scuola media superiore.
E allora ci domandiamo: ma ha senso presentare e commentare classifiche del genere?
Cobas Scuola Pistoia
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SE NON RICORDO MALE, una delle guide di Casa Pascoli a Castelvecchio mi ha detto, una volta, che Giovanni per laurearsi impiegò otto anni (8).
Lasciatemi dire che preferisco una lumachina del genere a dei razzi interplanetari che viaggiano alla velocità della luce, ma forse solo perché sono per metà autistici e imparano tutto come dei bravi pappagallini.
E lasciatemi dire che le statistiche sono tutte come quelle del pollo: chi ne mangia due per volta e chi, del pollo, non ne assaggia nemmeno il “boccone del prete”!
e.b.