macelleria. GARDEN FERRETTI: PER FARTI PAGARE IL DEBITO TI SVENDO TUTTO E COSÌ I CREDITORI NON PIGLIANO E TU FINISCI ALLA CARITAS

Il nostro ordinamento ha raggiunto livelli di assoluta idiozia: crea poveri per far guadagnare chi, nelle aste, finisce ad acquistare per poco più di 30 miseri denari…


L’Italia di Mattarella e dei democratici dell’accoglienza


CI MANCA SOLO CHE I DEBITORI

SIANO VENDUTI COME SCHIAVI


 

Ma questo è vendere o svendere all’asta?

L’articolo che vi consiglio di leggere è sicuramente un po’ datato (risale, infatti, al 2018: 5 anni fa), ma nel frattempo la situazione è cambiata solo in peggio.

I debitori sono le vittime predilette dei giudici delle esecuzioni che applicano le norme del nostro medievale ordinamento con lo stesso rigore con cui il ministro Speranza curava il Covid in pandemia: tachipirina e vigile attesa della rovina, con in fondo al tunnel non la luce, ma il lastrico dei perseguitati. Sì, perseguitati: perché quando i beni vengono regalati dopo mille ribassi, la sostanza dell’azione giudiziaria non può non essere giudicata che una vera e propria persecuzione.

Ieri sera su Rete 4, dalla Veronica Gentili, avreste dovuto ascoltare Gianluigi Paragone su questo tema. Ma esso era stato affrontato anche – se ricordate bene – dall’avvocato Gaetano Berni quando, al Moderno di Agliana, c’è stato il dibattito sulla giustizia con al centro la presenza dell’ex-Pm Piero Tony.

Le esecuzioni sono una peste bubbonica di questi nostri tempi infelici di non-politica, di non-umanità, di persecuzione del debitore (anche il più casualmente innocente), a cui viene sottratta la vita, insieme alla casa e ai beni, per lasciarlo più povero e più indebitato di prima. Bel chiappo!

E qui entrano in ballo i solerti giudici delle esecuzioni immobiliari: dei veri e propri persecutori che offrono in dis-servizio ad altissimo costo per gli indebitati, anche se essi si sono ritrovati in mezzo ai guai senza la minima loro volontà, come nel caso del Garden Ferretti.

Perfino Solone, ad Atene, nel VI secolo avanti Cristo, era più intelligente e saggio di questa sputtanatissima repubblica italiana inesorabile dopo quasi 80 anni di Costituzione mai applicata, mai rispettata, mai ascoltata da intere classi di politici attaccati solo ai vitalizi e alla sudditanza a una classe di magistrati (non tutti, ma non pochi) liberticida e fascisticamente orientata ad esercitare le norme interpretandole benevolmente solo per gli amici, e rigorosamente per chi non lo è.

Solone risolse il problema-esecuzioni con un colpo di spugna: la cancellazione dei debiti. Qua, nonostante tutta la sinistra e il cattolicesimo di s-facciata, nessuno osa interrompere un fiorente mercato di svendite ai danni della gente che si ritrova in mezzo a uno sfascio umano e sociale. Lo spettacolo deve continuare.

Voglio essere chiaro come al solito – anche se questo non piace alla discutibile procura della repubblica di Coletta, altra nobile campionatura di negazione di diritti del cittadino – e puntare il dito.

Mi riferisco alla storia del Garden Ferretti, per il quale, con salomonica prudenza, la dottoressa Nicoletta Maria Curci non ha voluto concedere una dilazione di 6 mesi per permettere alla Luciana, alla sorella e alla madre, di mettere in salvo un intero patrimonio di ossigeno e di vita vegetale. Alla faccia, anche, del gretismo green e dello scoutismo che salva il pianeta!

Ieri mattina, 10 luglio, data di sgombero dell’area imposto dalla lex, dura come la zucca di certa gente, ho ricevuto queste segnalazioni: «Stamani ho notato che c’era molto fermento al Garden Ferretti… Tanta gente», «C’era un bell’assembramento… le figlie erano sedute». Poi: «Tutto rimandato al 24 ottobre 2023? In quella data costerà solo 96.820,00 euri» e «Sto leggendo il sito internet delle aste giudiziarie».

Nella serata di ieri, alle 23:11, questo il messaggio della Luciana Ferretti: «Mi sento distrutta ma adesso al garden è totalmente tutto staccato perché la Curci non ha accettato la proroga dell’avvocato». Eppure, se le cose vanno al 24 ottobre, a che fine negare una mano a chi si trovava in difficoltà? Perché così tanto rigore?

È logico – e soprattutto giusto – pensare che dal 2019 ad oggi i beni della Luciana siano stai svalutati da 407 mila 500 euro a 96 mila 820 euro?

In pratica cosa fa la dis-amministrazione della giustizia italiana, definita ieri sera da Paragone un disservizio-capestro per il cittadino? Paga forse i creditori, questa giustizia amministrata in questo modo, o si limita, di fatto, a rovinare il debitore che resterà sempre e comunque stritolato, mentre qualcun altro godrà di succulenti guadagni ottenuti con i continui ribassi fino al punto in cui qualche sciacallo acquisirà beni di alto valore per una girata di cappello?

Vi sembra una soluzione di buonsenso o piuttosto un ladroneggio legal-giudiziario? Così Paragone in tv, e così l’avvocato Gaetano Berni ad Agliana.

Insomma: qual è il risultato pratico se i creditori non vengono soddisfatti e i debitori restano ancor più invischiati in insolubili debiti che distruggono loro la vita?

Aldilà della ferrea applicazione delle norme si legge, se lo è posto il dilemma la dottoressa Maria Nicoletta Curci?

E perché nessun giornalista, di quelli prostrati ai piedi di Giampaolo Marchini e dell’ordine dei giornalisti politicamente allineati, riesce a scrivere anche solo una riga su queste vergognose realtà del nostro sistema in-giudiziario?

Tutto questo movimento di beni praticamente strappati alla gente a suon di carte bollate, a chi porta guadagno, in realtà? Ce lo vogliamo chiedere o vogliamo infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi di questa Sarcofago Italy?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

È stupefacente vedere che, da una parte, abbiamo una procura che, pur di scaricare bombe a grappolo su chi rappresenta la realtà (parlo di noi di Linea Libera) si inventa, con Coletta, Curreli e Grieco, perfino il reato inesistente di stalking giornalistico; mentre dall’altra la dottoressa Nicoletta Maria Curci applica la legge sul filo del bisturi legal-giudiziario, senzs la minima sbavatura.

Chi ci rimette sono sempre i soliti: i cittadini che strapagano e mantengono una schiera di privilegiati che, a volte, non si sa come siano riusciti a passare un concorso nel settore del terzo potere dello stato…


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