«LineaLibera» – Periodico di Area Metropolitana. Informazione, cronaca, politica, attualità, satira, cultura, inchieste, servizi, varietà. Sede legale: Pistoia, Via Bonellina 18/A – presso «Linee Stampalibera Società Cooperativa r.l.» – Si aggiorna periodicamente a intervalli orari non predeterminati.
OGGI è un giorno importantissimo per tutto il mondo. O il mondo si salva o non si salverà mai più.
In ambedue i casi l’intelligenza umana ha trovato una «soluzione finale», alla tedesca, alla “Zio Hitle”, come dice il sommo proeta (proprio proeta) del Vernacoliere, Federico Maria Sardelli, che non crede nei miracoli, neppure in quelli di [camale]Conte fedelissimo di San Pio.
Se il mondo sarà distrutto, la signorina Greta non dovrà più lamentarsi: anche lei, finalmente, come tutti gli altri uomini della terra, dovrà morire.
È già successo ai dinosauri, può succedere anche a sette miliardi di esseri inutili e insulsi e per lo più imbecilli (= etimologicamente deboli e stupidi), che si fanno inculare dagli influencer pronti a far quattrini con la loro stupidità (vedi, ad esempio, la Ferragni: ricca solo perché ha il naso diritto e tira panettoni al supermercato); 7 miliardi di pezzenti assolutamente incapaci di togliere il mestolo di mano a gente che, da Wall Street, decide, in un gruppo di una decina appena di babbuini, la fame e la sete dei popoli della Terra.
Il Camaleconte ci crede ciecamente
Se il mondo si salverà perché oggi i giovani della Terra fanno forca da scuola e si godono una giornata di merendine, sigarette, canne e lattine da sparpagliare dappertutto; limonate (= quelle con le compagne, nel Nord-Italia) e seghe varie (dalla scuola e dietro i cespugli dei giardini pubblici con le compagne), che problema c’è?
La Greta domani farà il giro del mondo in 80 giorni in barca a vela e/o in mongolfiera; i ghiacciai si ricostituiranno; nasceranno solo “fiori rosa, fiori di pesco” come nella canzone di Battisti, assai cara ai testimoni di Geova, e perfino il governo Conte smetterà di rompere i coglioni agli italiani con le tasse sulle merendine e sulle gazzose, così il popolo potrà sempre godere, se non di donne e champagne, almeno di seghe e gazzose a gogo a prezzi leghisti, cioè popolar-populisti.
Ora: se davvero il dio degli eserciti, Dominus Deus Sabahot o Yahweh Ṣĕbā’ōt, esistesse, come dice Levi in Se questo è un uomo, non si affaccerebbe dal cielo per fulminare l’umanità intera? Oppure non manderebbe un altro diluvio universale per annegare tutto e solo l’intero genere umano a cominciare dagli onorevoli del parlamento, il più sano dei quali ha la rogna?
Ci vuole proprio un genio di ministro della pubblica istruzione come Lorenzo Fioramonti per fare da degno epigono della Valeria Fedeli a prescindere dai partiti, data l’uguaglianza Pd-5 Stelle.
Ci vuole uno come lui, bene integrato in politica (o altrimenti non diventi ordinario all’università) per chiedere ai presidi – altra stupefacente categoria di lobotomizzati rompicoglioni, ben sostenuti da mamma Cgil – di ritenere «eticamente giustificati» i pargoli che oggi saranno liberi per decreto dal pollaio delle galline scolastiche in mezzo alle quali la renziana Anna Ascani non “scomparisce” affatto con il suo visino a uovo-di-pasqua con sprezzante sorrisetto di superbiosa sufficienza piddìna.
Una volta a Pistoia – anni del 68 – il preside Oreste Soverchia, del Tecnico Pacini, per aver aver saltato la giustificazione all’intero istituto che aveva fatto sciopero, al fine di evitare di perdere almeno due ore di lezione nel controllare i cedolini falsi di oltre mille studenti, venne preso dall’onorevole procuratore della repubblica, il dottor Giuseppe Manchia, e condannato – mi pare – per abuso d’ufficio.
Fàcite ammuìna: Chi va di qua e chi va di là
Se ripenso a questo e ad altri episodi di questa [dis]fatta democratica, Salvini, la Meloni, Berlusconi e tutte le «merde di destra» in fila, non fanno certo una brutta figura al confronto con tanta illuminata «scorreggeria» metànica o da biogas del governo giallorosso, una complessa biomassa in fermentazione con stronzi che entrano ed escono da ogni parte, molto simili ai topi di fogna che corrono qua e là alla ricerca del pane per i loro denti.
E Di Maio parla di “mercato delle vacche”? Certo lui ne è un esperto; e molto di più di quanto non lo sia delle bibite da stadio.
In questa repubblica di onorevoli disonorati; di presidenti della repubblica eletti da parlamenti illeciti frutto di porcelli-mattarelli-rosatelli bollati da una corte costituzionale che risponde a bacchetta perché designata a bacchetta dai partiti (e che una volta dice in un modo e la seconda volta l’esatto opposto: parlo, ad esempio, sul tema della legittimità costituzionale della rivalutazione delle pensioni, cari giuristi dei nostri corbelli!)
Un nuovo futuro per la chiesa di Roma
in questa repubblica di una magistratura compravenduta suddivisa in bande (e non correnti) di tutti i tipi e di tutti i colori in nome non del pluralismo, ma dell’affarismo «in proprio»
in questo paese di bande religiose che si scontrano all’interno della santa chiesa dei due papi e in cui si parla di scisma
in questa realtà di istituzioni pubbliche, come le regioni, nelle quali chiunque può rubare ruba anche il santo ciborio fatturando al popolo anche i cazzi di gomma acquistati nei pornoshop o gli ingressi nei locali a luci rosse di Amsterdam, com’è accaduto nello scandalo della comunità montana dell’Appennino Pistoiese
in questo bailamme di forze dell’ordine compravendute, anch’esse, agli interessi particolari (vedi indagine sul generale Tullio Del Sette); di polizia giudiziaria che si arroga il diritto, senza attenersi ai fatti, di chiedere ai pm archiviazioni su false testimonianze dichiarando in prima persona che il testimone sotto giuramento ha detto, sì, cose false, ma solo perché «si è evidentemente confuso» (a seconda di come andranno le cose, pubblicherò diverso materiale interessante, senza portare rispetto a nessuno se non alla verità)
in questo stivale di tutti onorevoli, dei quali il più sano ha la rogna, solo che dio ci fosse, avrebbe già trovato la medicina ai nostri mali – dei quali uno non piccolo è la merdosa retorica della sinistra che vuole salvare tutti a prescindere.
Retorica. Si va avanti a suon di «frasi fatte, frasi sfatte, desiderio di morire, salamini e caffellatte» [E. Petrolini]Una sinistra che esulta della paraculaggine della corte costituzionale che lascia aperta la porta al suicidio assistito, ma a condizione che… (e giù una serie di transenne che la metà ne basterebbe per incatenare chiunque al palo); un piddìsmo che produce vignette pseudobuoniste per i citrulli della scuola post-sessantottina, quella del dovere di sviluppare lo spirito critico nei giovani, che ha invece lasciato il loro cervello nel loro buco del culo: con un’istruzione che non ha insegnato né a leggere, né a scrivere né a fare di conto.
L’essenziale era lasciare tutti nella massima ignoranza, tanto da permettere a chi non vinceva le elezioni di poter governare ugualmente grazie allo statalismo etico-stalinista dei giurisprudenti.
E se oggi abbiamo il mondo della fine di Greta, che male c’è? Potrebbe essere la soluzione finale, come dicevo. Perché è vero che moriremo tutti, ma moriranno anche loro, se dio (che non c’è) lo vuole.
Del resto, che starci a fare in un mondo di onorevoli di cui il più sano ha la rogna?
È nichilismo, Simone? No, è semplicemente un ragionare sul filo della logica. Tutti dobbiamo morire: che differenza fa se oggi con la Greta, che dimentica di citare Cina e India come massimi inquinatori, oppure domani – ma pur sempre con la Greta – in un mondo di rose e fiori e di una Ikea ecologista che ha disboscato tutta la Svezia?
Edoardo Bianchini [direttore@linealibera.it] Libertà assoluta di critica e di pensiero [Sono gli uomini che offendono, non le parole]
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