SAN MARCELLO-MONTAGNA. La Montagna ha risposto alla grande, martedì 19 marzo scorso, nonostante l’indecorosa fuga della Saccardi.
La signora è fuggita dal confronto con la popolazione perché, nonostante la furbizia del luogo, dell’ora e del giorno – tutti lavorativi e quindi a lei favorevoli – i montanini non gliel’hanno data vinta. C’erano, in tanti; e nonostante tutto, disponibili al confronto.
Mancava lei, la Signora della sanità toscana, fuggiasca e sfuggevole dalle proprie responsabilità.
Degna erede dell’ammanco di 450 milioni di euro spariti da Massa e degna erede dei suoi predecessori: da Rossi, promosso per meriti (!) a presidente di regione, a Marroni (quello della Consip), etc. etc.
Abbiamo letto sulla stampa cartacea e online una “gomorra” di commenti che di cronaca avevano il pregio del racconto ma non l’acidità della critica. Per quella ci pensiamo noi.
Dunque la figlioccia del rosso-Rossi, in quel giorno, era impegnata a Roma come ci dice il comunicato di Luca Marmo, Sindaco di San Marcello, mentre sul sito ufficiale della Regione risulta che la medesima era invece in ben altre faccende affaccendata.
Leggete qui: Patto per la salute tra Regione e sindacati. Nove milioni per il comparto sanità.
Quindi questa “filibustiera” sapeva di avere altri impegni in quel giorno e Luca Marmo non può venire a dirci che solo nella tarda mattina del giorno precedente ha saputo dell’impossibilità di questo personaggio a recarsi in Montagna.
Effetto del Ponte Ca[l]caiola? Può darsi, come può darsi che, ancora una volta, si sia giocato in maniera sporca sulla pazienza altrui.
La Saccardi ha giocato sporco e qualcuno gli ha tenuto il sacco. Se il premio per Marmo è la presidenza della Provincia di Pistoia e, di contrappasso, il mano libera ai leccacoda del Dynamo in zona, queste sono cattiverie che presto avranno riscontro.
Resta il fatto che ancora una volta hanno vinto le chiacchiere e non i fatti. Ed è un fatto – mi scuserete la comprensibile riservatezza – se narro che la sanità in Montagna è anche un volano commerciale.
Nell’estate del 1918 un consistente nucleo familiare aveva deciso di farsi un mese di ferie in Montagna abbinando, purtroppo per loro, l’utile al necessario. Un loro congiunto aveva necessità di cure che potevano essere tranquillamente effettuate all’ex Ospedale Pacini. È stato risposto loro che queste cure avrebbero potuto farle solo a Pistoia e questo nucleo familiare, di provenienza extra regione, ha giustamente optato per altre soluzioni. La sodale del rosso-Rossi come avrebbe risposto a questa domanda? Voltando le terga?
Noi comprendiamo politicamente l’imbarazzo di una persona buona e civile come Luca Marmo, ma l’unica proposta meritevole di attenzione è stata quella posta in essere dal Sindaco di Cutigliano, Diego Petrucci: un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per richiedere, ex lege, il riconoscimento di “area disagiata” per la Montagna, e quindi il ripristino del Pronto Soccorso e delle conseguenti e logistiche attribuzioni. A nostro parere resta comunque una proposta “minimale”, ancorché apprezzabile.
Perché, come già scritto, non creare un gruppo di professionisti che segnalino con il concorso della popolazione, tutti i casi di accertata o supposta malasanità che la Montagna quotidianamente subisce? Senza paura della Magistratura che annovera, oltre ai normali liberi e uguali, anche persone valide e competenti.
E voi, medici di famiglia della Montagna, ricordatevi che, spariti i parroci,che sono diventati tutti sociologhi, e spariti i carabinieri, che non controllano più il territorio (non per loro colpa) siete rimasti l’unico riferimento sanitario-umano-pedagogico del territorio. Chi determina le vostre carriere sono solo politici cialtroni e mentecatti che conoscono il “popolo” come il ciuco conosce il tovagliolo.
Incazzatevi anche voi.
[Felice De Matteis]
Vedi anche: politica da clown. IL PRONTO SOCCORSO ALL’OSPEDALE PACINI
One thought on “mala san[t]ità. LE FRITTELLE MANCATE E LA FRITTATA DELLA SACCARDI”
Comments are closed.