SARDINE IN PIAZZA
MA GLI SQUALI CI SONO GIÀ
PRIMA CHE I COMPAGNI riformisti di Ceaușescu finissero la loro carriera nel giorno di Natale 1989, data in cui il dittatore rumeno fu freddato senza tanti complimenti (i compagni si sono sempre comportati in questo modo: perché, altrimenti, ammazzare Mussolini quando era già nelle mani dei liberatori di Bella ciao?), ogni volta che in Romania un’opera pubblica veniva realizzata, tipo un ponte, si piantavano anche cartelli con frasi di questo tipo: «Banii tăi au rămas aici», i tuoi soldi sono rimasti qui, cioè in quest’opera che vedi e che utilizzi.
Alcuni di questi cartelli li ho visti anch’io durante uno dei miei viaggi in Romania (1998), molto più istruttivo assai di tutte le fritture miste di democrazia somministrate – come si dice nella scuola della Fedeli – dagli antifascisti anpini di oggi e dalle sardine cerebrocompresse che ci vogliono difendere dal pericolosissimo neofascismo dilagante: fenomeno, a mio parere, che, se davvero esistesse, neppure una sardina sarebbe in piazza a “belare” Noi vogliam Dio ch’è nostro PaDre.
Passò Ceaușescu il riformista, vicino e aperto all’Occidente, e il riformismo s’impossessò anche del Pci: senza soluzione di continuità. L’apertura alle dottrine liberali pian piano spinse la «plastica galleggiante» di quel partito a farsi nuova, ad apprezzare i salotti borghesi e a iniziare, attraverso le margheritose fusioni diniane impostate su principi bancari da banchieri e non da popolar-democratici, un processo di montepaschizzazioni a oltranza, e truffe varie con i derivati tossici per i risparmiatori, il popolo gabbato al quale ormai nessuno dice più «Banii tăi au rămas aici», perché le opere pubbliche di oggi sono quelle della famosa barzelletta nel colloquio fra il sindaco Pci e il sindaco Dc.
I due si confrontano sulle reciproche qualità di buoni amministratori e il comunista chiede al Dc: «La vedi, laggiù, quella lunga linea chiara? È costata 2 miliardi ed è una tangenziale che porterà pane e lavoro a tutti».
Il democristiano porta nel suo comune il collega comunista, lo spinge alla finestra e gli dice, allungando il braccio: «Lo vedi laggiù in fondo, sulla destra, quel grande ponte che passa sopra la ferrovia e il fiume? È costato anche quello 2 miliardi e porterà altrettanti soldi».
Il comunista strizza gli occhi, cerca, non vede ponti e risponde: «Ma veramente io non vedo nulla!». E il Dc, soddisfatto, conclude: «Appunto!». Evidentemente due miliardi il ponte inesistente li ha portati: ma in tasca alla politica e in tasca (= leggi culo) al popolo.
Nella repubblica del dopo Di Pietro i nostri soldi non sono rimasti qui, nelle opere pubbliche di cui avevamo bisogno; si sono fermati nelle tasche dei “ladri di stato”, vale a dire di coloro che, grazie a Bassanini, sono diventati i veri “movimentatori di terra” consociati: i politici e le emerite teste-di-cazzo che vengono ossequiate e incensate come se, invece che puzzare di concio, odorassero di Chanel e di ambrosia divina.
Che imbecille il popolo italiano che ha delegato la sua vita – grazie ai compagni progressisti dei ponti mancanti o peggio di Genova – a una serie di manager (vassalli, valvassori, valvassini) che «spuppano» i poveri e dementi servi della gleba su cui i governi si posano per ingrassarsi come le mosche sulle merde!
Eppure l’Italia tornerebbe a nuova vita in 12 mesi con due semplici modifiche:
eliminando le regioni, che ci mangiano il midollo anche spinale – e il debito pubblico si sgonfierebbe come un soufflé
cancellando a secco la discrezionalità di giudizio del magistrato – così sia i giudici fascisti che quelli comunisti la smetterebbero di fare i ganzi, cosa che a loro, dovendo essere esempi indiscutibili di terzietà, non compete affatto; e inizierebbero a fare quello per cui sono messi lì: applicare le leggi senza manipolarle o interpretarle (all’interpretazione devono pensare gli attori e non i giudici)
Com’è possibile eliminare l’ubriachezza molesta se nessuno comincia dal passo più semplice che ci sia: togliere la bottiglia di mano al «briào»? Ma voi ce li vedete Pd e 5 Stelle a fare questo? Son tutti lì che trincano alla boccia, immaginarsi!
Più tardi, a proposito di opere pubbliche, vi parlerò dei ponti, delle tangenziali e dei giunti fatti a mano che si sbriciolano come le «sbrisolone» della Lombardia…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Con Di Pietro si cercò la democrazia e si creò il ladroneggio di stato