E in più «hanno pari dignità sociale…, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»
La Costituzione non è mai esistita: era solo un acchiappacitrulli e il potere giudiziario ce lo rammenta ogni giorno
MA LA DITTATURA IN ITALIA
NON ERA FINITA A PIAZZALE LORETO?
Ma è proprio la stessa cosa essere figlio di Lamberto Bianchini, falegname operaio, orfano di guerra, quinta elementare, 5 anni di militare (1939-43), modestamente povero; e di Rodolfo Doni, pseudonimo di Rodolfo Turco, pistoiese con parenti a Pistoia e zio – mi pare – dell’avvocata Cecilia Turco, in più scrittore e banchiere italiano ritenuto uno dei più rappresentativi scrittori di ispirazione cattolica? Non credo proprio, Gip Patrizia Martucci!
Ma su questo terreno, senza spendere troppe parole, voglio invitare a riflettere tutta la procura di Pistoia, i giudici penali (in special modo la Gip Martucci, il dottor Luca Gaspari e il dottor Alessandro Azzaroli che commuta, auspice Giuseppe Grieco, 150 euro di ammenda in 15 giorni di carcere!), il Pm Tommaso Coletta e i suoi sostituti Claudio Curreli, Giuseppe Grieco, Linda Gambassi, Leonardo De Gaudio, Luisa Serranti, salvo se altri, ma sempre con l’aiuto anche dei giudici civili a iniziare dalla signora Nicoletta Curci moglie di Claudio Curreli nello stesso tribunale del marito capo-scout cattolico.
Ricordo a tutti che la pena capitale in Italia è stata abolita. Sono rimaste le punizioni e le coercizioni morali: le offensive ritorsive e le indagini che ti rovinano la vita se solo osi alzare gli occhi sugli intoccabili che hanno sempre e solo ragione.
La storia del finanziere Daniele Cappelli – evidentemente non gradito agli dèi – è un déjà vu del luogotenente Sandro Mancini perseguitato, qualche anno fa, da Renzo Dell’Anno con il sostegno di Giuseppe Grieco. E qui siamo in campo di polizia giudiziaria.
Vogliamo entrare nel vivo della questione parlando dello sconcio, a mio parere, processo politico impancato da Claudio Curreli a sfacciata difesa di un ex-Vpo come Andrea Alessandro Nesti o di un Ctu che forse gli era anche ben noto (Curreli, come dio, non risponde) come il ragionier non dottor Romolo Perrozzi il favorito del Comune di Quarrata.
Posso chiedermi – o è un reato – come fanno a sera a sdraiarsi nel letto molti di questi signori, dopo aver convinto il giudice Gaspari a condannare me e Alessandro Romiti, e a dormire senza ricorrere a secchi di Valium o di melatonina?
Perché – e parlo anche per il PM Tommaso Coletta, protagonista della narrazione di Libero – io ho avuto il solo torto di chiedere alla procura di far luce sulla sporcizia e i falsi di un Comune, quello di Quarrata, che è inquinato quanto il Cassero; mentre Alessandro Romiti – persino preso per i fondelli in aula dal sostituto Grieco… – ha solo narrato verità fattuali vergognose consumate con sfacciata arroganza ad Agliana.
Hanno ragione a Livorno quando scrivono quello che scrivono: la condanna, che tanto è importante per il geometra Corrado Artioli incensurato e la sua avvocata-pavoncella, in una giustizia ad personam come quella italiana, è una medaglia d’oro al valor civile. La vera Associazione Nazionale Partigiani d’Italia combattenti contro la dittatura di stato siamo noi, cari catto-postcomunisti di razza padrona!
Penoso l’avvocato David Ermini che si esprime – come un democristiano – senza esprimersi, ma – è evidente – che si pasce alla greppia a carico del popolo.
Ingenuo il finanziere che crede che rivolgersi a Genova possa significare ottenere ascolto in qualche modo. Genova, come Pistoia, come Firenze, come Roma, come Palamara, come Mattarella, come lo stato vergognoso in cui viviamo, è un’altra forma delle congreghe di ciechi, sordi e muti.
Il potere può fare una cosa soltanto: mantenere se stesso violando i diritti degli altri.
Buona ruminazione a tutti!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Condannando Linea Libera, condannate voi stessi e la Giustizia