La notizia dei lavori di recupero dell’oasi, aperta nel 2009, è apparsa improvvisa su Facebook e sta rimbalzando di pagina in pagina, a dimostrazione di quanto di buono, in soli quattro anni di apertura, quest’iniziativa abbia, è proprio il caso di dirlo, seminato e raccolto in termini di consenso.
Chiuso per cause di forza maggiore, imputabili alle estreme condizioni meteorologiche verificatesi tra la fine del 2012 e il 2013, dovrebbe riaprire, secondo le intenzioni della proprietaria, Daniela Gaggini, la prossima primavera.
Il bosco, il giardino e soprattutto i fiori sono da sempre il sale con cui Daniela dà sapore alla sua vita. E cosa c’è di più bello e appagante che vivere delle e con le proprie passioni?
E della passione Daniela ha fatto un lavoro, tanto da gestire a Cireglio un’attività di floricoltura. In quel bosco che ha iniziato a ritrovare piano piano, prima da sola e poi coinvolgendo amici e amiche, ci è cresciuta.
Fin da piccola ci si recava con suo nonno cacciatore. Andavano a caccia, ma non per portare “via dal bosco”, ma per “portare nel bosco”, fiori e piantine di ogni genere, che “fregavano” dalle aiuole di casa della nonna. Soprattutto rose, da piantare lungo i sentieri; abitudine mantenuta e accresciuta negli anni.
Piantare fiori non era però più sufficiente. Con idee molto chiare in testa, un pizzico di “follia” e tanta tenacia inizia a plasmare quell’angolo di montagna. Quel bosco doveva diventare un giardino.
Inseguendo questo sogno ottiene dei finanziamenti dalla Comunità Europea; ristruttura il piccolo edificio in pietra posto all’entrata del bosco, costruisce muretti a secco, gradini e staccionate in legno per delimitare un ideale percorso, suddiviso e organizzato in aree: il sentiero delle rose, l’angolo delle ortensie, felci di ogni tipo, piante officinali, e velenose.
In questi quattro anni di inattività il giardino si è rifatto più bosco, ma è sempre rimasto nei pensieri di Daniela e da più parti, compresa l’amministrazione sammarcellina guidata da Silvia Cormio, sono giunte sollecitazioni per una sua auspicabile riapertura.
La voglia di recuperarlo e riaprirlo al pubblico, unita alla passione ed una propensione innata per il giardinaggio, hanno avuto il sopravvento sugli aspetti economici e di tempo che in un’attività di questo tipo devono comunque essere considerati, basti pensare all’estensione del terreno curato di ben tre ettari.
I lavori di recupero sono iniziati da un paio di settimane fa con il prezioso supporto di alcuni immigrati richiedenti asilo ospitati a Lizzano che, volontariamente e in accordo con il Comune di San Marcello, si sono resi disponibili per le operazioni di sistemazione.
L’oasi di verde e di pace si trova in una zona di forte attrattiva turistica, a metà strada tra il Ponte Sospeso e quello di Castruccio posti sopra il torrente della Lima, in località Mammiano Basso.
L’ameno luogo è raggiungibile facilmente, seguendo la Strada Provinciale 633 in direzione Piteglio, da cui, dopo circa un chilometro, si devia a destra.
Il prossimo anno Mammiano e tutta la Montagna Pistoiese potranno, tornare a contare nuovamente sul Bosco Ritrovato che completerà un’offerta turistica di eccellenza con: il Ponte Sospeso illuminato fra i più lunghi al mondo, quello Castruccio di epoca medioevale collegati dagli antichi percorsi riscoperti e manutenuti dall’associazione Valle Lune.
Alle amministrazioni che verranno, il compito di valorizzare al meglio e con una adeguata e opportuna promozione turistica quanto questa zona della montagna può offrire.
Vedi anche: Il sogno del Bosco Ritrovato di Lorenzo Cristofani
[Marco Ferrari]