PISTOIA. Signore e signori si apra il tendone, pagate il biglietto, fate la fila, il festival è tornato in città. Signore e signori, siate sereni, la primavera ci assisterà e i nostri cuori si rassereneranno. Si ascolterà raccontare di condivisioni possibili, di beni comuni, di cura del mondo, di futuri migliori. Signore e signori, le premesse ci sono tutte: hanno capito. Il mondo è cambiato.
“Condividere il mondo è il titolo di un recente saggio di Luce Irigaray, filosofa della differenza, secondo la quale, per superare i conflitti che affliggono l’umanità, occorre guardare all’altro non più dal punto di vista dell’estraneità radicale, bensì da quello della similitudine con ciò che ci co-appartiene. (…) co-appartenenza di tutti gli esseri viventi nelle loro differenze di genere, specie e cultura”.
Il sindaco stesso, della nostra città, con questa citazione, sembra indicarci, dalla presentazione del programma del festival, una strada nuova, più ricca e plurale. Voci femminili e maschili si alterneranno di certo dai palchi delle piazze. Pistoia città di genere è stata dunque accolta e compresa anche dai dialoghi degli uomini. L’anno scorso fummo colpite dall’assenza quasi totale di donne e ne suggerimmo alcune che avrebbero sicuramente ben figurato nel programma. Ci risposero che le quote rosa nella cultura non sono applicabili e che le studiose invitate per il loro pensiero aderente al tema non avevano potuto partecipare.
In effetti, può darsi che il tema del viaggio fosse prerogativa tipicamente maschile – eterni Ulisse. Ma quest’anno, signore e signori, state pur tranquilli perché il tema scelto è la cura del mondo e, in quanto a cura – eterne Penelopi – le donne hanno da sempre un ruolo da protagoniste. Dalla organizzazione del festival ci viene detto che il 2014 sarà l’anno della condivisione.
Un’altra buona notizia, signore e signori.
Vorrà dire che il sapere sarà condiviso, il lavoro sarà condiviso, i beni saranno condivisi, la cura sarà condivisa, le mansioni saranno condivise, i luoghi saranno condivisi. Ne deduciamo che si potranno condividere anche le parole e i dialoghi. E i dialoghi degli uomini.
Fermatevi signori e signore, fermatevi per un attimo prima di entrare, scorrete i nomi, le relazioni, il programma. Vi sembra uno scherzo? Perché quelle facce signore? Perché quegli sguardi signori?
Ventidue eventi in programma, ventitré ospiti, tre donne.
Un programma culturale è vero, ce lo hanno già spiegato un anno fa, non va misurato con la bilancia dei generi (o delle religioni o della politica). Ed è vero, sapete anche perché? perché il genere femminile qui è un genere nemmeno pensato. Ve la diciamo anche noi una cosa, signore e signori, il mondo si potrà giustamente condividere quando la differenza non sarà radicale e, probabilmente per questo festival e per molti altri grandi festival italiani, il femminile rappresenta l’altro da rimuovere. Il risultato sono grandi eventi come vetrine e specchi di un pensiero maschile a cui viene affidata, eventualmente, anche la rappresentanza della voce femminile.
Alcuni di voi, signore e signori, a questo punto penseranno che queste nostre parole siano l’ennesima riproposizione di un problema marginale, una posizione fastidiosa e rigida, e che i veri problemi di cui dovremmo occuparci sono altri. Ma se anche nel mondo culturale, che immaginiamo sempre come punta avanzata del pensiero e della riflessione, il femminile continua ad essere non rappresentato, rimosso da una sorta di riflesso condizionato, è ovvio che l’Italia si trovi al 74esimo posto nel mondo rispetto alle disuguaglianze di genere. L’assuefazione e l’indifferenza a questa disuguaglianza, che mina anche il pensiero, avvelena la convivenza civile, le relazioni tra i sessi e genera violenza.
Altro che condivisione del mondo!
Le Donne della Rete 13 febbraio Pistoia