MANZONI, CALA IL SIPARIO

Saverio Barsanti e Rodolfo Sacchettini
Saverio Barsanti e Rodolfo Sacchettini

PISTOIA. È calato il sipario di scena, nel pomeriggio, al Teatro Manzoni di Pistoia, sulla seconda e ultima replica di Morte di un commesso viaggiatore. Quella della domenica, pomeridiana, come da sempre, è la rappresentazione abitualmente popolata dallo zoccolo più duro, ostinato e intransigente del teatro, quella dove l’età media del pubblico si alza considerevolmente.

Il nudo iniziale e integrale dei due figli (Angelo Di Genio e Marco Bonadei) e quello quasi del tutto dell’amante (Alice Redini) del protagonista, Elio De Capitani, avrà probabilmente irritato antichi desideri ormai messi a ninna da tempo, ma anche i più ostinati ben pensanti, al termine della maratona, si saranno alzati dal proprio posto per tributare, con passione e convinzione, il meritato applauso a tutti i protagonisti di uno degli spettacoli più riusciti della stagione.

Eh sì, perché da stasera, oltre al respiro di sollievo per aver condotto al termine, senza intoppi, se non il vento furioso, la stagione, al Teatro Manzoni bisogna, necessariamente, tornare all’opera. Soprattutto Saverio Barsanti, il direttore artistico, il preziosissimo direttore artistico che da oltre due lustri garantisce, al suo teatro e alla nostra città, un considerevole livello di intrattenimento, garantito, tra l’altro, da un listino prezzi-spettacoli ancora decisamente abbordabile.

Dieci rappresentazioni, più un prologo, quello della coppia Renata Palminiello-Valentina Sperlì con Maledetto nei secoli dei secoli l’amore, andato in scena, ad ottobre, al piccolo teatro Bolognini, sono stata l’offerta dell’Associazione teatrale pistoiese presieduta, da pochissimi anni, da Rodolfo Sacchettini e gestita, da moltissimi, da un affiatatissimo stuolo donne che rappresentano, senza proclami e quote rosa, la lampante dimostrazione di come l’efficienza e la professionalità non abbiano sesso. Una catena femminile perfettamente funzionante della quale, con il terrore di dimenticare qualcuna, preferiremo non citare nomi, ma ringraziarle tutta, una ad una, per un’altra stagione al servizio dello spettacolo, prima di tutto e poi del pubblico, degli addetti ai lavori, dei critici e del passatempo.

Una stagione, quella appena conclusa, che ha offerto al pubblico pistoiese (tra i più prolifici e assidui della Toscana, con una soglia di abbonati che ha superato, proprio quest’anno, la barriera dei 1.200) un ventaglio spettacolare di ampio respiro, con commedie classiche, qualche vecchio santone, un capolavoro (Le sorelle Macaluso) e un’offerta tutto sommato calibrata, che ha saputo accontentare i meno propensi alle novità e ha dato in pasto a quei pochi assetati di nuove angolazioni interessanti contenuti.

Ma al di là dei gradimenti, personalissimi e dunque indiscutibili, resta, impresso a fuoco, il perfetto funzionamento della macchina teatrale pistoiese, impeccabile da tutti i punti di vista. Con lo staff del Teatro Manzoni si può davvero prendere in prestito e scomodare la terzina conclusiva dell’Anno che verrà, di Lucio Dalla: la stagione che sta arrivando, tra un anno passerà: noi ci stiamo preparando e questa è la novità.

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