PISTOIA. Franco Branciaroli è di nuovo protagonista, nei panni femminili di Medea, della storica, innovativa edizione diretta da Luca Ronconi nel 1996 e riallestita da Daniele Salvo. Un doveroso omaggio al grande Maestro, scomparso nel 2015, da parte di uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo e in maggiore vicinanza (basti ricordare spettacoli impressi nella memoria collettiva come La vita è sogno, Prometeo incatenato, Lolita).
Lo spettacolo, prodotto da CTB Centro Teatrale Bresciano /Teatro de Gli Incamminati/ Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europ è in scena al Teatro Manzoni di Pistoia dal 2 al 4 febbraio (che la ospitò già 22 anni fa) e rappresenta una pietra miliare della storia del teatro nazionale.
Nel cast anche Alfonso Veneroso (Giasone), Antonio Zanoletti (Creonte), Tommaso Cardarelli (Pedagogo; Nunzio), Elena Polic Greco (Nutrice), Livio Remuzzi (Egeo), accompagnati da Francesca Mària, Serena Mattace Raso, Odette Piscitelli, Elena Polic Grecco, Alessandra Salamida, Elisabetta Scarano, Arianna di Stefano (Donne di Corinto), Matteo e Raffaele Bisegna (Figli di Medea). Scene, costumi e luci sono di Francesco Calcagnin, Jacques Reynaud rie Sergio Rossi, ripresi rispettivamente da Antonella Conte, Gianluca Sbicca e Cesare Agoni.
Se le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio come il prototipo dell’eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l’amore per i propri figli, e le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista, in realtà Medea è il prototipo della minaccia impersonata da uno straniero, che approda in una terra che si vanta di avere il primato della civiltà.
“Medea – leggiamo nelle note di regia di Ronconi – è una ‘minaccia’, che incombe imminente anche sul pubblico”.
Per questo suo essere una creatura misteriosa e mostruosa può anche essere interpretata da un uomo. La sua non è una tragedia della femminilità, ma della diversità.
“Io non interpreto una donna – commenta Franco Branciaroli – sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli: ‘Medea dallo sguardo di toro’, come viene definita all’inizio. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone”.
“In questo riallestimento di Medea – aggiunge Daniele Salvo (di cui ricordiamo l’applaudita edizione de Le Baccanti, passata lo scorso anno dal Manzoni) –ho voluto riproporre nei dettagli la regia di Luca Ronconi, senza nessuna intromissione e nessuna aggiunta o sottrazione, ritrovando l’itinerario già percorso da Luca.
Franco Branciaroli in questo lavoro raggiunge vette di elaborazione interpretativa assolutamente incredibili. La sua è una Medea donna /uomo/ mostro proteiforme, indecifrabile, ambiguo, misterioso, violento, dolcissimo, clamoroso. Il lavoro con tutto il nuovo cast è stato davvero appassionante ed entusiasmante. L’opposizione tra il mondo di Medea, arcaico, violento, eroico, estremo e passionale e il mondo di Corinto, moderno, squallido, grigio e deprimente, un mondo governato dal denaro e dalla convenienza, regno dei più furbi, di chi vanta amicizie più importanti, di chi tradisce, è alla base dell’antitesi Medea / Giasone. Sono due universi che si scontrano, due visioni del mondo completamente diverse: uno scontro clamoroso tra Oriente ed Occidente, tra maschile e femminile (e tra maschile e maschile). Medea, “la straniera”, “la diversa”, è arrivata via mare, ha lasciato la patria, oltrepassato “le duplici rocce dello stretto di mare”, si ritrova in terra straniera, ha perso il suo uomo, il suo letto e ora viene cacciata con ignominia dal Paese che l’aveva accolta. Inutile fare facili parallelismi con gli eventi a cui assistiamo ogni giorno nei nostri tempi.”
La compagnia incontrerà il pubblico sabato 3 febbraio alle ore 17.30 al Saloncino Manzoni (Corso Gramsci, 127), condurre l’incontro Saverio Barsanti, direttore artistico dell’Associazione Teatrale Pistoiese (ingresso libero fino ad esarimento posti).
Prevendita spettacolo alla Biglietteria del Teatro Manzoni (0573 991609 – 27112) e su www.teatridipistoia.it e www.boxofficetoscana.it
La stagione 2017/2018 del Teatro Manzoni di Pistoia: www.teatridipistoia.it