marcia della giustizia. BIANCALANI FA CAPPOTTO

AGLIANA. Ci scuseranno i lettori se non provvederemo a fare una sintesi delle – sicuramente appassionate – relazioni, che gli invitati, primo fra tutti Don Luigi Ciotti, hanno tenuto questa sera a Quarrata, all’arrivo della XXIVa Marcia della Giustizia che ha per titolo un pronome “noi”. Il maltempo del resto ha impedito a molti (se non a tutti) gli ospiti di poter intervenire come avrebbero fatto se non fosse piovuto.

Noi, della redazione invece, siamo intolleranti alla retorica e quindi abbiamo rinunciato ad attendere l’arrivo della marcia a Quarrata.

L’intento degli organizzatori è stato chiaramente quello di rivalutare il senso di comunità e di solidarietà tra le persone in difesa dei beni comuni e la corresponsabilità all’accoglienza degli altri, gli sconosciuti.

Bene per la condivisa proposizione d’intento, ma ci permettiamo di ricordare che, la coloratissima “marcia” doveva meglio partire dalla periferia di Pistoia, quel Nespolo, roccaforte rossa, oggi insubordinata nei confronti di qualunque ipotesi di accoglienza di emigranti o nel quartiere di San Michele – Agliana, già in via di colonizzazione da coloratissimi giovani, accolti dalle note cooperative predesignate dalla prefettura.

Quest’anno, Don Luigi Ciotti è stato offuscato da un altro parroco, assai intraprendente, convincente e davvero ecumenico, preparatissimo alla migliore veicolazione della sua originalissima pastorale, incentrata sul tema dell’antirazzismo e antifascismo.

Don Massimo lo ha conquistato, grazie alla geniale idea di concedere dello “svago acquatico” ai giovani congolesi, sudanesi, magrebini e altri, fortunosamente sfuggiti al dramma di un altro bagno, in eventualità definitivo, nel Mediterraneo.

I ragazzi, sono oramai divenuti dei divi, acclamati ovunque e destinati a essere lanciati in qualche “grande fratello” o in qualche “isola dei famosi” dalle televisioni del Silvio nazionale. Sarà il contrappasso per il Don Massimo e tutti gli altri associati nella missione cooperativistica dell’accoglienza: è solo questione di tempo, la Tv ti dà e poi, ti prende.

La pastorale di don Biancalani è variegata ma ben chiara: prete “lgbt”, poi dei “tappeti in Chiesa” oggi, mutatis mutandi è esplosa a livello nazionale in modo bene orientato: domani domenica 10 settembre la sua parrocchia (il locus è “solo” Vicofaro), diverrà sede di una assemblea permanente “antirazzista e antifascista”

Antonio Vermigli organizzatore dell’evento con Don Massimo Biancalani

Il gruppo dei ragazzi di Vicofaro riuniti dietro al loro striscione

Scenografica bandiera in piazza Gramsci prima della partenza

Anche il Comune di Pistoia partecipa con il gonfalone

Ancora Don Massimo, con un sindaco della piana

Giuliano Ciampolini noto pacifista

La locuzione “assemblea permanente” è già un marchio di fabbrica che permette benissimo, anche ai più distratti, di comprendere il senso della “festa dell’accoglienza”.

L’opuscolo dice che don Massimo Biancalani e i suoi ospiti, hanno subìto una “aggressione razzista e fascista”: da qui la risposta, politicamente sostenuta da tutto quel mondo associazionista che nutre la politica dell’accoglienza indiscriminata, foraggiando così – con le risorse pubbliche dei contribuenti – le cooperative rosse delle quali abbiamo ampiamente trattato nei nostri precedenti articoli.

Viene da chiedersi: dove finisce il parroco e dove inizia il politico? E ancora, la parrocchia di Vicofaro è divenuta una casa del popolo avanguardista?

[Alessandro Romiti]

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