PRATO. Dopo una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza della prefetta, del questore e del sindaco di Prato, il percorso del corteo di oggi sabato 18 è stato fortemente ridotto e viene impedito di manifestare nel centro cittadino.
“Questa vicenda sembra inventata a tavolino per spiegare anche ad un bambino cosa è un’ingiustizia: si multano di 84 mila euro gli operai che denunciano una condizione di sfruttamento e illegalità all’interno dell’azienda, invece di sanzionare e perseguire chi li sfrutta, e vengono multate anche due studentesse delle scuole superiori, accorse in loro solidarietà.
Ma evidentemente il quadro dell’ingiustizia non era sufficientemente grottesco, e così arriva anche il sostanziale divieto alla manifestazione di sabato, convocata per chiedere il ritiro delle multe e l’abolizione dei decreti Salvini. Insomma, adesso manca solo che spuntino fuori Crudelia De Mon e Mangiafuoco”, commenta Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra e primo firmatario di un appello di consiglieri regionali e comunali che parteciperanno al corteo di oggi sabato.
“Sindaco, Prefetta e Questore hanno capito cosa stanno cercando di impedire? Una marcia per la libertà, dove sfileranno insieme operai bianchi e neri, decine e decine di associazioni, le sardine, noi consiglieri regionali e comunali che interpretiamo le istituzioni come spazio dell’attuazione della Costituzione, non della sua negazione.
A partire dall’incomprimibile diritto di riunione e manifestazione. Non mi pare una buona idea trasformare Prato nella Turchia di Erdogan”, continua Fattori.
“Solo pochi giorni fa il Consiglio regionale della Toscana, con un atto da noi proposto e significativamente intitolato ‘In merito alla manifestazione contro il così detto Decreto Salvini prevista il 18 gennaio 2020’, aveva espresso la sua vicinanza ‘ai lavoratori sanzionati per il solo fatto di avere messo in atto una legittima protesta al fine di fare emergere situazioni di oggettiva illegalità e sfruttamento in ambito lavorativo’, adesso arriva questo sostanziale divieto, incomprensibile e pericoloso”.
“Le motivazioni con cui si tenta di giustificare la compressione della libertà di manifestare sono sconcertanti e pretestuose. Il corteo, secondo sindaco, prefetta e questore, dovrebbe percorrere solo 600 metri e rimanere rigorosamente fuori dal centro cittadino perché, trattandosi di un giorno prefestivo, in centro ci sarà molta gente a passeggio.
Insomma, l’idea geniale è che va bene manifestare purché lo si faccia preferibilmente di notte e in strade deserte, dove nessuno ti possa vedere. A maggior ragione se a sfilare ci sono anche operai con la pelle scura, viene il sospetto”, conclude Fattori.
[si toscana a sinistra]