‘MARCOVALDO’ DI CALVINO AL FRANCINI DI CASALGUIDI

Marcovaldo
Marcovaldo

CASALGUIDI. Dopo vari studi e allestimenti, il regista Gianfranco Pedullà (regista del Re Lear presentato con successo al Teatro Manzoni a dicembre) torna a confrontarsi con le creazioni di Calvino affrontando Marcovaldo, uno dei testi più celebri (Teatro Francini Casalguidi, domenica 16 febbraio, ore 21). Protagonista, nel ruolo del titolo, Marco Natalucci, vero e proprio ‘pilastro’ del teatro toscano, assieme a Gianna Deidda e Roberto Caccavo. Le musiche originali sono firmate da Jonathan Faralli, le scene di Claudio Pini ed i costumi di Alexandra Jane.

Pubblicato cinquant’anni fa, quando l’Italia avviava il suo percorso di industrializzazione con l’arrivo nelle metropoli di molte famiglie di origine contadina attratte dal bisogno di lavoro offerto dalle nuove fabbriche, Marcovaldo (di cui ricordiamo anche la celebre trasposizione TV del 1970 con Nanni Loy, Arnoldo Foà e Didi Perego) è una delle più riuscite invenzioni di maschera contemporanea, buffa e malinconica, ingenua e ambigua (una sorta di lunare Arlecchino), nonché il segno di questa novità sociale; egli vive la città con gli occhi di un ex-contadino che si incontra/scontra con i nuovi modelli di vita urbana a partire dalle prime forme di consumismo.

In mezzo al cemento e all’asfalto, Marcovaldo – diviso fra una famiglia numerosa e un lavoro alienante in fabbrica – va in cerca della natura; non gli interessano i cartelli pubblicitari, i segnali, i semafori, le insegne luminose ma il passaggio delle stagioni, i residui segni che la natura lascia in città. È un animo semplice, delicato, capace di osservare le foglie e i fiori dell’aiuola di una piazza mentre intorno il traffico si blocca in un ingorgo assordante e aggressivo. Come dice Calvino “questo Marcovaldo ha uno sguardo poco adatto alla città”.

Col suo candore rappresenta la possibilità di ripensare criticamente ed umoristicamente i modelli di vita che dominano le nostre città.

Marcovaldo
Marcovaldo

I vari episodi ci mostrano infatti un Marcovaldo in bizzarre ferie in città su una panchina a teorizzare un’impossibile cura di api o a perdersi al supermercato confuso fra le troppe offerte e la misera capacità d’acquisto, a cercare funghi in un giardino o a rubare dall’ospedale un coniglio velenoso.

Lo spettacolo segue la struttura narrativa delle storielle a episodi dei vecchi giornalini per l’infanzia ed utilizza una tecnica mista fra teatro d’attore e teatro d’immagine, il tutto arricchito dall’utilizzo degli splendidi disegni di sabbia realizzati, secondo la sand art, da un giovane artista albanese, Fatmir Mura.

[marchiani – teatro manzoni]

Print Friendly, PDF & Email