UNA MOSTRA sul grande schermo, è il film-documentario “Matisse” (titolo originale “Matisse from Tate Modern and MoMa”) di Phil Grabsky che ne firma regia e produzione, in questi giorni nelle sale distribuito da Nexo Digital.
Henri Matisse è costretto dalla malattia, un cancro all’intestino che lo porta sulla sedia a rotelle, a passare dalla pittura ai celebri collages, da lui definiti “dipinti con le forbici”. La pellicola, arricchita da immagini di repertorio di Matisse al lavoro, svela il mondo intimo dell’artista della “gioia di vivere” che spingendo all’estremo i principi dell’impressionismo rende le sue opere una sintesi di linee e colori, dedicando una particolare attenzione al fulgore gioioso degli ultimi lavori in un tour cinematografico tra le sale della mostra “The cut-outs” della Tate Modern di Londra e del MoMa di New York con uno spaccato sui preparativi.
Gli spettatori assistono inoltre alle interviste ad esperti, come i direttori delle due importanti sedi della mostra Nicholas Serota (Tate) e Glenn Lowry (MoMa), alle letture da parte dell’attore britannico Simon Russell Beale che dà voce a Matisse, spettacoli di musica e danza ispirati ai ritagli del celebre pittore, con la narrazione di Rupert Young.
Anche la danza ha sempre affascinato l’artista, ispirando “La Danza” (1909) una delle sue composizioni più famose raffigurante cinque persone danzanti in cerchio, oltre alla pubblicazione del libro “Jazz” in edizione limitata contenente stampe dei collage: un’opera che paragona i ritmi improvvisati del jazz al proprio modo di lavorare i ritagli. Nel 1937, poi, Matisse disegna costumi e scene per un balletto con coreografia di Léonide Massine basato sulla sinfonia n. 1 di Shostakovich.
Nel film dunque, il musicista inglese Courtney Pine esegue nel cuore della Tate Modern un pezzo realizzato appositamente per la pellicola che rievoca jazzisti di prim’ordine come Charlie Parker, con sassofono, contrabbasso e percussioni.