mazzanti inquieto. APPENA RICHIAMATO ALL’ORDINE FA CAPIRE IN MANIERA PERENTORIA DI NON VOLER RISPONDERE DI NIENTE

Anche l’idea di non volere foto, se non quelle da lui stesso approvate, è un’amenità suggestiva che solo un fervente e convinto democratico può esternare alzando la voce…

 

Una coppia d’alto affare: Mazzanti & Bai

 

O LE REGOLE VALGONO PER TUTTI

O SON PIÙ FORTUNATI I FARABUTTI!

 


A Mazzanti solo foto sorridenti

 

Caro Marco,
hai fatto schifo. E con te – stando al racconto di Romiti – hanno fatto schifo anche i tuoi armigeri. Del resto, che ci si può aspettare dai vigili che – mi spiace per loro – ma hanno provenienze talmente diverse da non capire se capiscono o meno la materia di cui occupano?

Si entra nei vigili, che sono una sottopolizia di non si sa bene cosa, per meriti si servizio. E si fa carriera se un sindaco lo vuole: il principio della meritocrazia discendente dal rigore della questione morale di Berlinguer (ma è mai esistito?) si ferma a chi parte da elettricista e finisce capo della polizia municipale, come a Quarrata. C’è una gran differenza tra avvitare una lampada e leggere e interpretare una norma secondo una logica ferrea.

Da noi – voglio dire in Italia – la meritocrazia la fanno due o tre cose: la tessera di partito, il lecchinismo trasformista, la parentela e/o l’affinità con qualche importante personaggio. E qui penso, senza mezzi termini, al geom. ingegner Iuri Gelli, scoperto da Marco Mazzanti grazie al suo infallibile fiuto di «segugio del merito».

E torno lì: al solito punto di partenza. Gente che non capisce un cazzo, che si contraddice; che una volta dice in un modo e un’altra in un altro, con decisioni illogiche che non possono che portarsi dietro rompimenti di palle per i cittadini di serie B.

Caro Marco, hai fatto schifo. Non si risponde male alla gente che ti richiama all’ordine quando nell’ordine tu non sei. E cara polizia municipale, hai fatto schifo quando hai iniziato a chiedere tessere e altro per capire chi era che ti stava richiamando all’esecuzione del tuo dovere.

Oggi, nel tardo pomeriggio, vi racconto la storia di un impianto di illuminazione costruito su misura per due persone – un impianto, non un punto luce.

Con Mazzanti è un terno al lotto…

Quando era assessore ai lavori pubblici dell’inutile sindaca Sergio Gori, la mente illuminata del Mazzanti sentenziò: «Non metterò più nessun nuovo lampione da nessuna parte. Di punti luce ce ne sono anche troppi».

È vero: ha detto la verità. Con Iuri Gelli non ha piazzato più punti luce; è arrivato a costruire interi impianti di illuminazione – e anche su strade vicinali, quelle perse di vista dal Gelli e dal Bai.

E la cosa peggiore che possa esserci è l’arroganza dei tanti Mazzanti che non intendono rispondere di niente, perché portatori della verità “comunista” – un’ideologia ben condivisa da tutta la strutta dello stato di merda in cui stiamo vivendo: dal non-presidente in giù, fino all’ultima procura della repubblica d’Italia.

E voi, prefetti, che ci state a fare? Solo a riscuotere gli stipendi?

Anche l’idea di non volere foto, se non quelle da lui stesso approvate, è un’amenità suggestiva che solo un fervente e convinto democratico può esternare alzando la voce…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ma che fine ha fatto la Costituzione?
L’avete appesa al chiodo del gabinetto?

Più si ha ragione e più lo stato o i suoi organi periferici ci danno torto in ogni rivendicazione.
Più o meno è come dire: «Sei stato un buon cristiano? Bravo bischero! Se tu eri stato cattivo, t’eri divertito di più!»


 

E UNO SPIRITO AMENO CI SCRIVE…

 

All’articolo del buon Romiti aggiungerei questo. Il rispetto delle regole Covid in questo caso c’è: la Boschi, Sandro Cioni (già consigliere Pd di Serravalle fatto fuori dai suoi ed ora approdato a Italia Viva) e l’assessore Maurizio Bruschi posano nella foto tutti ben mascherati. Solo Piero Gargini, zio dell’assessore Ilaria Gargini, si concede una piccola licenza. P.S. Alla foto avrebbe potuto partecipare anche il sindaco Lunardi, ma un impegno familiare non gli ha consentito di rispondere all’invito di Antonio Tabarin…

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