mazzanti & pd quarratino. A SGRANARE TU SEI UN ASSO, PER IL RESTO VOLI BASSO

Come fai a dire che ti rimetti a disposizione della cittadinanza? Tu sei a disposizione, ma solo di te stesso. E hai la memoria corta da vero veterocomunista. Cinque anni fa avevi fissato il tuo comizio preelettorale nella piazza dell’Area Lenzi e non ti presentasti: perché eri a pizza & gozzoviglia al Parco Verde



MASCELLA VOLITIVA? NO, PIÙ NASO

PER NON APRIR LA BOCCA SEMPRE A CASO!


 

Non parlategli di Lecceto. Lui, come la Sabrina Sergio Gori, non sa nemmeno dov’è…

 

Sì, due mandati da sindaco: ma anche altri tre o quattro da assessore dalla giunta Marini detta «dei ragazzi» in poi.

Con una mascella (a Quarrata: ganascia) più che volitiva sgranatoria, piagnùcoli che le leggi patrie t’impediscono di ripresentarti sindaco – magari per 25 anni a fila come fece l’Amadori, quando la politica e l’amministrazione erano fatte di cose serie, non di bandierine, diplomini, gotti in gola di bei vini.

Eppòi – come oggi scrivono in più d’uno degli acculturati della non scuola di Barbiana – la politologia ha insegnato (almeno a chi sa leggere e scrivere) che il PoDere si divide in apparente e reale. Solo che tu, in venti e più anni di consiliature, ti sei radicato al PoDere come un neo che s’abbàrbica a una vena. Hai messo le barbe (le radici come si dice oggi) e non lasci nemmeno un istante.

Raccóntagliela, però, tutta ai tuoi elettori. Dìgli che, se vieni rieletto come lo sarai, tu sarai il sindaco di fatto (reale) mentre il tuo apritore di porte delle case di tutti (ragazzi, aboliranno la legge Merlin, per l’occasione?), sarà il sindaco di diritto (apparente). Hai ancora 5 anni di sgranate assicurate come presidente del con[s]iglio comunale. Se non staranno attenti, finirà che ti mangi anche quello!

E raccóntagli anche che quella che tu chiami «la necessaria continuità di governo», non è un semplice modo di dire, ma un concreto modo di fare: da sindaco di fatto, dopo aver messo morso e briglie al Romitino, lo farai trottare come un cavallino da calesse sotto la tua sferza (o squerza, come dicevano a Lucciano).

Come fai a dire che ti rimetti a disposizione della cittadinanza? Tu sei a disposizione, ma solo di te stesso. E hai la memoria corta da vero veterocomunista. Cinque anni fa avevi fissato il tuo comizio preelettorale nella piazza dell’area Lenzi e non ti presentasti: perché eri a pizza & gozzoviglia al Parco Verde.

La piscina se la ricorderanno i quarratini. Tra il Mazzanti ai lavori pubblici e la Sabrina Sergio Gori sindaco, hanno fatto un casino indicibile e un mucchio di debitacci per chi vuole fare le nuotate. A Quarrata si nuota solo nella Stella, nella Fermulla con le nutrie, nel rio Barberoni e alla Laghina coi granocchi. Capito?

O Marco furbacchiòlo, dìgli anche, ai tuoi elettori, che tu sei tu e loro non sono un cazzo. In fondo non sei forse un Marchese del Grillo alla rovescia, di stampo popolano come tutti noi?

Due semplici prove inconfutabili: 1. ti sei tenuto in giunta un assessore all’edilizia – Simone Niccolai – che faceva il costruttore abusivo dietro casa sua; 2. di un tuo dovere (la difesa dell’ambiente: e parlo della questione Perrozzi e Lecceto) hai fatto una guerra ucraina come quel bischero di Biden.

Erano questioni tra confinanti che litigavano, quelle? No, caro sindaco buono solo a burracar sgranando. Erano questioni di omissioni di atti dovuti e di rispetto della legge della legalità dell’avvocata muta Marini.

Ora spiega alla signora che parla di Lecceto tutto ok, che lassù, codesto tuo Comune di Bengòdia è al punto di aver bloccato qualche decinaio (alla Mario il bagnino) di abusi edilizi del Perrozzi e di altri tuoi simili.

Così saresti quello che consegna alle prossime generazioni una città in grado di affrontare le sfide future? O Marco, ma che cazzo dici? Dìllo tra i tuoi compagni, ma al chiuso. All’aperto se ne accorgono tutti che scorreggi come Biden quando è stanco e gli si rilassa lo sfintère.

In finlandese guarda il mare si dice «katso merta»… In greco dite male parole a Marco suona «fate kakà Marko». Curioso, no? Come in polacco i cosmetici di Pupa non sono punto belli, perché in quello slavo là, pupa significa culo, cosa che i quarratini, con questi amministratori, non hanno proprio.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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