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BRASILE. Da ex pistoiese, scrivo a questo giornale, ogni tanto, perché la Saudade (nostalgia, n.d.r.) di Pistoia mi prende e desidero dialogare con amici e ex concittadini, dunque il tema è questo
Sono in un shopping center, qui in Sao Paolo ce ne sono decine. L’altro giorno sono passate due donne, madre e figlia, musulmane, la madre aveva il copricapo ma non il burka perché qui è vietato e la figlia no ed era vestita come tutte le ragazze della città.
Cosa c’è di strano? direte voi: molto, perché qui ci sono un paio di moschee (mesquita) ma costruite da loro, ci sono molti musulmani, di tutte le nazioni, da Libanesi a Siriani, hanno negozi, per lo più di mobili. Nessuno di loro o le loro comunità vuol imporre i propri costumi o religione, se osassero farlo sarebbero espulsi.
Il mio discorso contrasta con quello che succede in Italia, dove vogliono le moschee, vogliono togliere i crocifissi, non vogliono il cibo italiano ecc.
Mi sembra che proprio l’Italia abbia perso la sua identità o sarà che abbiamo governanti e presidenti che concedono a questa gente tutto quello che in altri Paesi non si sognerebbero di chiedere?
Eppure qui (terzo mondo?) convivono molte religioni e usanze, ma ognuno rispetta gli altri e rispetta le leggi locali.
Cesare Pieraccini