La lottizzazione è criticata alla luce del forte traffico pesante che sarebbe destinato all’area. Amazon chimera-ossessione del Vannuccini: ma si presenterà al consiglio del 19 aprile?
CEMENTATE, FRATRES!
AGLIANA. Tutti sembrano convinti che la zona di lottizzazione Salceto/Palaia sarà destinata a un centro regionale di smistamento del colosso multinazionale delle vendite on line, ma altri riportano che, benaltro – come direbbe Walter Veltroni – sarà il brand che andrà a cementificare la periferica area posta a Nord-Ovest di Agliana. E nel caso, non è chiara la sua destinazione d’uso finale. Sarà una sorpresa?
Informatori di palazzo, ci rassicurano che nessun delegato di Amazon si sarebbe più presentato alla scrivania del Difi (così Pedrito Luca Benesperi, chiama il dirigente all’U.o. Urbanistica).
O meglio, dopo aver registrato le numerose variabili che sottendono al prolungato tempo richiesto per il recepimento delle autorizzazioni, il colosso delle vendite on line avrebbe “buttato tutto all’aria”, non potendosi permettere rinvii di lunga data per la serie di attività collegate alle opere di urbanistica idraulica (fosso Acqualunga e torrente Brana) imposte dalle opere di urbanizzazione primaria.
Ma allora, se non è Amazon, qual è la società che si accinge all’importante costruzione di 50.000 mq di superficie? Con quali finalità e destinazioni di uso?
Intorno all’argomento lottizzazione è saltato fuori che la medesima area era già stata designata a divenire un parco pubblico, quindi un’area a vocazione verde, il contrario esatto al progetto in corso d’opera. Il cemento rende di più dell’erba del vicino che è sempre più verde?
Il terreno che avrebbe visto già una violazione alle prescrizioni con il ristorante affidato all’Associazione dei Cacciatori (ovvero all’Assessore Ciottoli, con – ci dicono – una convenzione a sua volta scaduta) e il campo di addestramento dei cani, ira sta spiccare il volo? Che ne è stata di tale lottizzazione deliberata dal consiglio comunale una quindicina di anni fa? Il Di Filippo, dell’ufficio tecnico comunale, forse dovrebbe conoscerla e sapere se è ancora in vigore o no.
L’opposizione sembra tutta essersi “avvitata” sull’ipotesi primitiva di una dozzina di capannoni e non di un gigante della distribuzione. Percipò darà il suo niet all’ordine del giorno posto per il prossimo mercoledì 19 al consiglio comunale: un niet indeterminato con il silenzio dell’ago della bilancia Fabrizio Nerozzi, che diventa decisivo, determinando proprio lui la maggioranza. A Vannuccini piacciono le industrie, ma non piace Amazon, che forse non c’è.
E allora? Il Nerozzi recita la parte della sfinge e si richiama agli articoli 9 e 41 della Costituzione, aggiornati sull’ambiente: si è reso impenetrabile alle sue iniziative ambientaliste, ma invoca una prudenza per la sottostima alla Vas, valutazione ambientale strategica.
Ma se davvero non è stata decisa la destinazione dell’area e i player non sono ancora identificati per le loro attività? Che si fa, si procede al buio? Ed è vero che la “cassa di espansione idraulica” sarebbe ridotta mentre dovrebbe essere raddoppiata nella sua capacità?
Cosa c’è scritto nei progetti della terna di padroni che si accingono all’enorme investimento urbanistico?
Anche ad Agliana, dopo lo scandalo di Montale e del Betti di un lustro fa (la storia del Carbonizzo di Fognano, sedata dal sostituto Leonardo De Gaudio), vogliamo arrivare a creare un Mistero buffo come quello di Dario Fo? A rinfresco della memoria, Ferdinando Betti manovrò per togliere superficie al Carbonizzo (non era utile alla richiesta abitativa, disse) e poi andò a spalmare quello che aveva tolto al Carbonizzo a favore della Misericordia di Pistoia, su un’area fino a poco prima destinata a verde (sempre che non ricordi male).
Alla luce degli eventi, solo la procura non si accorse di tutte le manovre che erano venute fuori per questa sorte di scambio-merci. Ma solo – è la nostra opinione ex art. 21 Benigni/Mattarella – perché certi sostituti hanno troppo da fare per stare dietro a tutte le cose importanti di Pistoia.
È più semplice, infatti, fare arrestare giornalisti e vigili urbani.E senza tanti problemi perché stampa e giornalisti locali non si muovono se il padrone non vuole.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Dall’Accademia degli attovagliati
Il Tirreno, 16 aprile 2023 (Si può sapere chi è «palla nera» che firma i pezzi di Agliana o deve restare segreto per altri motivi?)
L’aspetto più simpatico in tutta la confusione di Agliana, è che gli organi di stampa locali si danno un gran daffare per definire ex-Lega, Pd, 5 Stelle e Alberto Guercini come opposizione del centrodestra di un lattante falso-epigastràlgico quale il Benesperi.
È proprio vero che, per nascondere bene le cose affinché siano invisibili, il miglior modo è esibirle esposte sul mobile del salotto dinanzi al divano.
La vera e unica opposizione del duo Falso & Calunnia (esemplato su Dolce & Gabbana) è quell’apparentemente innocuo Fabrizio Alfredo Nerozzi, che sembra un fiorellino con a volte occhialini verdi da Giampiero Mughini e altre lentone barocche da Cristiano Malgioglio. Ma è lui l’unico in grado di tenere la spina nella presa oppure staccarla.
Vita e morte dell’amministrazione aglianese, le ha in mano lui. È lui che permette al duo che ha sparato alle spalle di sua moglie, l’ispettore Lara Turelli, di respirare (sia pure fetor di bottino – esemplato sul più noto Odor di guayaba libro di Gabriel García Márquez e Plinio Apulejo Mendoza) o di schiantare quando e come deciderà di “gassare” il teatrino del Comune imitando Putin nei giorni del conflitto russo-ceceno.
Tutti gli altri, che con una semplice spallata avrebbero potuto mettere KO bimbominkia e Agnellone, se la sono fatta sotto. E senza pannolino. Forse – chissà – perché pur essi avevano gli slippini già marroni per qualche scorreggia vestita.
Non so… tanto per dire… il Pd aveva perso le elezioni per tutte le bravate commesse: dalla storia del mai-comandante, ai vari libri venuti fuori. Quello dei morti, ad esempio, oppure quello – più gustoso – di Pane & Rose, in cui campeggiava la figura della vicesindaca Tonioni.
Eppoi, via! Pedrito aveva gratificato di fogli e diplomi tutto il suo tanto odiato Pd di quando ancora non aveva iniziato a recere e a scaghettare come un’anitra…