Volete scommettere che stasera, durante il con[s]iglio, anche i legalitarissimi piddini e Agliana in comune faranno finta di nulla e si limiteranno a mugugnare come al solito senz’altro aggiungere? E tutto perché «nel pantàn del compromesso ognun pensa solo al lesso»
IL BENESPERI È UN FALSO ED HA MENTITO
LA PROCURA LO SA, MA ’UN ALZA UN DITO!
Scrive un* lettor*:
Il sindaco ha dichiarato, e lo ha messo a verbale nella prima seduta del consiglio comunale, che il Nerozzi aveva espressamente rinunciato alle commissioni. Stasera ci sarà un’interrogazione del Pd su questo punto.
Mi è venuto in mente questo: art. 479 cp: Il pubblico ufficiale, che ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, soggiace alle pene stabilite nell’art. 476.
A me sembra molto grave quanto ha fatto il sindaco, quanto ha ratificato il presidente del consiglio e quanto ha certificato la segretaria.
Tanto da chiedere espressamente le dimissioni del sindaco. Anche perché il consiglio comunale tutto, è corresponsabile in solido del falso di Benesperi.
Prima il sindaco dichiara di aver avuto espressa rinuncia; poi viene sbugiardato e corregge il tiro. E dice… «no in una preconsiliare». Poi viene di nuovo sbugiardato… E tutto questo, ovviamente, è a verbale del consiglio comunale. Ora, che lui possa fare come vuole, disattendendo le procedure di un consiglio comunale e la legge, mi pare un po’ eccessivo…
Fine comunicato. Ora commento.
Car* lettor*,
prènditela comoda. Poiché in Italia non c’è certezza né di diritto né di rovescio. Voglio proprio vedere la faccina di Guido e della Silviuccia mentre puntano il ditino contro il musetto di Minkiolino!
Per essere politicamente scorrettissimi, come si conviene a un giornale che non porta rispetto che alla verità, è ovvio che «per la legge dell’inciucio non do fuoco e non mi brucio».
Come quei due amminestratori scalzacani di Bene-Minkia e Maur-Agnello non incularono, al momento opportuno, né il Pd (Vannuccini, Tonioni), né il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti o il proposto con 6 mila euro nelle taschine, grazie ai plastici consigli di La Pietra-Plastilina; stavolta sarà il turno dei compagni a restituire il favore: «se il can non morde cane, al popolo banane». Ovviamente in quel posto dove c’è tanta gente che ci va… E come ci vanno anche contenti gli aglianesi!
Favoriti in maniera indegna da una procura feroce (Coletta-Curreli-Contesini-Grieco e molti altri ancora: specie quelli che mandano in prescrizione i reati dell’inceneritore: leggi Gambassi), che domina spudoratamente e senza mai rendere conto di sé; ma indefettibilmente, ontologicamente (direbbe Coletta), pronta a fare pressione sui giudici di aula (Gaspari, contro Linea Libera, non è l’unico…) per ottenere il successo del dominio per le proprie conclamante indegnità.
A Mattarella, in fondo, non interessa affatto che gli piova in testa e che cosa. Applaude lo stesso Macron.
Basta che al popolo italiano le sue «autorità costituite» versino sul capino tiepida urina fumante e paglierina, simile a una pioggerellina di marzo.
Per il resto…? Fanculo il popolo!
Edoardo Bianchini
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