FIRENZE. Migliorare e rendere sempre più efficiente il servizio di preparazione e somministrazione di pasti senza glutine nelle mense scolastiche e favorire sempre di più il normale inserimento nella vita sociale delle persone affette da celiachia.
È questo il senso del protocollo firmato stamani in Palazzo Strozzi Sacrati da Regione Toscana, Anci Toscana e Aic (Associazione italiana celiachia) Toscana. Per la Regione il protocollo è stato siglato dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, per l’Anci dal sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, e per l’Aic da Vanda Carusi, primo consigliere Aic onlus Toscana.
“La Regione è impegnata da tempo su questo fronte, per cercare di tutelare la salute delle persone con celiachia e rendere la loro vita meno difficile – dice l’assessore Stefania Saccardi – ai celiaci vengono corrisposti i buoni per l’acquisto di alimenti senza glutine: finora nelle farmacie, ma abbiamo avviato un percorso per l’utilizzo dei buoni anche nella grande distribuzione. Facciamo una formazione specifica sulla celiachia, rivolta ai ristoratori e al personale delle mense. Il protocollo che abbiamo firmato oggi è un ulteriore passo avanti su questa strada”.
“La firma del protocollo di oggi – sottolinea Vanda Carusi – rafforza ulteriormente il ruolo e l’impegno di una proficua collaborazione tra Regione Toscana, Comuni, aziende sanitarie e la nostra associazione, impegnati a garantire un pasto sicuro a tutti coloro che hanno necessità di un regime alimentare particolare, come i celiaci. Da tempo l’Aic è impegnata in progetti tesi a fare inforamzione nelle scuole sugli aspetti della integrazione alimentare nei bambini, a dimostrazione che la collaborazione tra istituzioni e terzo settore è la via più idonea a riconoscere e soddisfare i vari bisogni”.
“Con questa scelta si dà il via ad un importante progetto di inclusione sociale, per garantire pari accessibilità ai servizi per tutti i bambini: stare a tavola tutti insieme senza ‘differenze’ non è secondario – dichiara il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini – inoltre, questo è un percorso che apre il filone della cultura alimentare e dei corretti stili di vita, molto importanti per i giovani. Un tema in cui la Toscana investe e in cui si conferma all’avanguardia; Anci Toscana farà di tutto per promuovere questo progetto sulla celiachia in tutti i Comuni della regione”.
Secondo il protocollo siglato stamani, Anci e Aic collaboreranno attivamente con le aziende sanitarie per realizzare progetti volti a facilitare l’inserimento nella vita scolastica di bambini e ragazzi celiaci, favorendo anche la partecipazione dei Comuni, in quanto responsabili del servizio di ristorazione scolastica. In particolare, le aziende sanitarie, attraverso i dipartimenti di prevenzione, metteranno a disposizione dei Comuni aderenti risorse per un totale di circa 930 mila euro, per attivare interventi specifici nelle mense scolastiche, indirizzati a: realizzare la separazione spaziale di locali/zone e attrezzature/strumenti; rinnovare o acquisire attrezzature e strumenti ad uso esclusivo (utensili, macchine per il pane, ecc.); acquistare contenitori ad uso esclusivo e correttamente etichettati e contenitori monoporzione; migliorare la corrispondenza del menu offerto ai celiaci al menu comune (integrazione del menu); implementare l’utilizzo di alimenti naturalmente privi di glutine e migliorare le caratteristiche organolettiche del pasto per i soggetti celiaci.
I dipartimenti di prevenzione delle aziende integreranno questi interventi con azioni informative nei confronti dei celiaci, dei loro familiari e degli operatori del servizio di ristorazione, volte a sostenere il cambiamento a favore di una dieta senza glutine, da mantenere nell’ambito di corretti stili di vita; moduli di formazione professionale e di aggiornamento rivolti agli operatori addetti alla preparazione e somministrazione dei pasti.
Con il protocollo siglato stamani, i soggetti firmatari si impegnano quindi a collaborare con le aziende sanitarie per individuare e attuare le modalità operative più efficaci dirette a promuovere la massima partecipazione dei Comuni toscani, divulgando nella maniera più ampia possibile tutte le attività tra i celiaci, le loro famiglie e la popolazione in generale.
I dati sulla celiachia in Toscana (raccolti dal settore Politiche del farmaco e appropriatezza dell’assessorato al diritto alla salute)
Al 31 dicembre 2015, i celiaci in Toscana risultavano essere 14.356 (4.086 maschi e 10.270 femmine). La maggior concentrazione è nelle fasce di età 19-40 anni (5.020) e 41-65 (4.443). Le mense toscane che erogano pasti senza glutine sono 2.817: 1.951 le mense scolastiche; 307 quelle ospedaliere; 559 quelle pubbliche.
L’impegno della Regione. Le problematiche che ruotano intorno al malato di celiachia sono legate ad aspetti di natura medica e clinica da un lato e ad aspetti attinenti alla qualità della vita dall’altro. Il sistema sanitario toscano è da tempo impegnato a rispondere ai bisogni dei soggetti celiaci, come prevede la legge 123/2005. Questi i risultati del lavoro svolto nell’ambito di tavoli regionali a cui hanno partecipato Aic Toscana e altri attori (Anci e mondo della scuola):
Sicurezza del celiaco nell’alimentazione fuori casa attraverso:
- individuazione delle corrette pratiche igienico-sanitarie che gli operatori della ristorazione collettiva sono tenuti a rispettare quando preparano un pasto senza glutine e la formazione specifica in tema rivolta agli operatori alimentari(Dgr 1036/2005);
- formazione dei docenti negli istituti alberghieri;
- attività di vigilanza da parte del sistema sanitario nei confronti degli esercizi di ristorazione che preparano pasti senza glutine.
Promozione della salute, per promuovere la conoscenza della celiachia da parte della collettività, migliorare la qualità della vita del celiaco e della sua famiglia in tutti i contesti di vita, garantire il “diritto” ad una alimentazione fuori casa (Dgr 1224/2012, + progetti specifici).
- – Erogazione gratuita di prodotti dietetici e attività per dare la possibilità di reperire tali prodotti, oltre che nelle farmacie, anche nell’ambito della grande distribuzione.
- – Definizione del percorso assistenziale (e poi costituzione dei centri e presidi di rete, protocolli di diagnosi, prevenzione complicanze e monitoraggio malattie associate).
- – Attivazione di moduli formativi per i medici per l’approfondimento delle conoscenze specifiche sul fronte della diagnosi e dell’approccio terapeutico.
[zambelli – toscana notizie]