Confagricoltura Pistoia descrive così la situazione emergenziale del mercato dei fiori di Pescia: «il certificato di idoneità temporanea ha solo posticipato il rischio di chiusura, non è chiaro se i 2 milioni della Regione siano sufficienti alla messa in sicurezza della struttura e l’amministratore unico del Mefit, dimissionario, non è nelle condizioni né di elaborare un piano di rilancio credibile né di farsi aiutare dalla Regione Toscana, come invece previsto dall’accordo di programma». Pertanto viene ribadita la richiesta di 5 mesi fa: «sono necessari e urgenti un tavolo tecnico di crisi sul Mefit con le istituzioni e un piano di rilancio che garantisca la sostenibilità della struttura a regime».
PESCIA. «Sono passati ormai 5 mesi dall’invio del comunicato con cui abbiamo chiesto l’attivazione di un tavolo di crisi per superare la situazione emergenziale del mercato dei fiori di Pescia e avviare un piano di rilancio che garantisca la sostenibilità economica a medio-lungo termine del mercato. Ma le ragioni della richiesta restano tuttora valide, intatte, nonostante lo stanziamento di 2 milioni deliberato dalla Regione Toscana per gli interventi strutturali urgenti sull’edificio».
A dichiararlo è Confagricoltura Pistoia che reitera oggi quell’appello del 5 febbraio scorso alle istituzioni, Comune di Pescia e Regione in testa, e agli operatori economici interessati, spiegandone così i motivi d’urgenza: «il recentemente acquisito “certificato di temporanea idoneità strutturale dell’edificio che ospita il Mefit” (l’azienda speciale del Comune di Pescia “Mercato dei fiori della Toscana” che gestisce la struttura mercatale) ha solo posticipato il rischio di chiusura del mercato, perché poi bisogna avviare i lavori e completarli in tempo utile; i 2 milioni deliberati dalla Regione, più il milione circa di euro del Comune di Pescia, non paiono sufficienti alla completa messa in sicurezza e a norma antincendio della struttura; infine l’amministratore unico del Mefit Antonio Grassotti, dimissionario, non è nelle condizioni non solo di elaborare un piano di rilancio credibile del mercato dei fiori, ma neanche di farsi supportare a tal fine dalla Regione Toscana, come previsto invece dagli accordi fra Comune e Regione del 2016».
Pertanto Confagricoltura Pistoia ribadisce, mettendosi «a disposizione per dare una mano ai florovivaisti del Mefit», che «è necessario che i vari livelli istituzionali interessati alla vicenda, a cominciare dai soggetti firmatari dell’accordo di programma del 2016 per la manutenzione e valorizzazione del mercato dei fiori di Pescia (cioè Comune e Regione), dimostrino la chiara volontà di intervenire a sanare la situazione emergenziale creando un tavolo tecnico di crisi con i loro rappresentanti insieme a quelli delle associazioni di categoria.
Ed è altrettanto necessario che il tavolo di crisi non si limiti ad affrontare l’emergenza ma si impegni anche nella contestuale elaborazione di un piano di rilancio in grado di garantire la sostenibilità economica a medio-lungo termine del mercato».
«Siamo sensibili alla problematica delle aziende florovivaistiche che operano sul Mefit e siamo intenzionati a fare tutto il possibile per dare continuità alle loro attività – conferma Confagricoltura Pistoia – ma ciò dovrà avvenire nel contesto di una strategia imperniata su un piano di gestione e rilancio della struttura sostenibile economicamente e credibile.
Anche perché una soluzione temporanea dell’emergenza, senza un piano strategico di rilancio, significherebbe soltanto rimandare di qualche mese, e con danni maggiori, la chiusura del mercato. Per questo, come in tutte le emergenze economiche e aziendali di altri settori, è necessaria l’immediata costituzione di un tavolo di crisi, composto da soggetti con le competenze necessarie ad affrontare la questione».
[sandiford —confagricoltura]