merluzzi & acciughe. POVERO DON FERDINANDO OFFESO NELL’ONORE E NEL ‘DECORO ITTICO’ MA DIFESO A SPADA TRATTA DAL SOSTITUTO CLAUDIO CURRELI!

Cosa sarebbe successo se, invece di appellarlo “pesciosamente” baccalà e/o stoccafisso, io avessi definito il Betti semplicemente acciuga lessa? E oggi il sindaco di Montale con chi starà, con il luogotenente Mancini o silenziosamente condiscendente con il suo fido Galarda antifascista?


 

Non avremmo mai potuto definirlo aggiuga lessa, almeno per quanto è alto…

 

Riccardo Cocciante cantava Io rinascerò cervo a primavera. Personalmente, però, preferirei rinascere altro, tipo avvocato di quelli che litigano anche sulle cazzate e che trovano ampio ascolto in una classe di magistrati impreparati prima di tutto in lingua italiana.

Ieri pomeriggio un amico, fanatico lettore di Dagospia, mi ha inviato il link di un articolo in cui a Stoltenberg (e anche sul cognome ci sarebbe da divertirsi assai: stolten-berg…), al vertice della Nato, si dà dell’acciuga lessa.

Non credo che Stoltenberg querelerà mai Dagospia per un appellativo di questo genere. L’amico dagospiofilo mi ha mandato il link apposta per ricordarmi che don Ferdinando Betti, alcalde di Montale, per un paio di appellativi “pesciòfili” (rigido come un baccalà, simile a uno stoccafisso) non solo mi ha querelato, ma ha trovato pure in Claudio Curreli – il sostituto che lavora con la moglie Nicoletta Curci nello stesso tribunale di Pistoia e nelle stesse sue materie, lui in penale e lei in civile: tutti lo sanno e nessuno fiata; il difensore delle leggi patrie, che viola battendo bandiera Terra Aperta, coordinamento delle cooperative di accoglienza di clandestini… –; ma ha trovato in Claudio Curreli un Lancialotto pronto a dirgli “povero Ferdinando, vieni dalla mamma tua”.

Sono sempre convinto che molti magistrati abbiano un severo bisogno di imparare l’italiano per capirne i significati letterali e/o metaforici. Purtroppo certa loro scarsa preparazione, impedisce, sovente, un giudizio pacato, terzo e imparziale: vedono dovunque il male a prescindere. Anche se – come nel caso di Curreli – dimenticano assai facilmente di aver fatto sparire un intero fascicolo a sfavore di padre Fedele Bisceglia, vicenda stra-nota…

Cosa sarebbe successo se, invece di appellarlo “pesciosamente” baccalà e/o stoccafisso, io avessi definito il Betti semplicemente acciuga lessa? Forse oltre all’offesa avrebbe sottoposto al giudice anche il tema dello spregio in malafede, perché, per un lungarone come lui (ben merluzzo, baccalà, stoccafisso) parlare di acciuga e per giunta lessa, avrebbe creato un’immagine diminutiva della solennità dell’alcalde del carbonizzo di Fognano; e, magari, qualcuno ci avrebbe visto anche una allusione al noto pistoiese modo di dire «fava lessa» per indicare uno sciocco.

Campioni di trasparenza. Paola Nanni e Ferdinando Betti [da Report Pistoia – 10.5.2019]. Ma il documento del tribunale non lo hanno mai mostrato a nessuno…
Ma perché l’alcalde si agita tanto? Lui ha chi lo ama e lo salva da tutto (e cito il caso Carbonizzo bonificato dal sostituto Leonardo De Gaudio): cosa vuole di più con sì tanti santi in paradiso? Vuole quello che nella zona della Sambuca, comune confinante con Montale in area Treppio, si definisce col detto «vuoi l’uovo, la gallina e il culo sano» tanto per scandalizzare qualche sostituto che non conosce niente o quasi della dialettologia e cultura antropologica in mezzo alla quale opera?

Non si è sentito così tanto offeso quando il suo fido Galardini ha vilipeso le forze dell’ordine fasciste, forse perché anche la procura la pensa così, dato che ha scriminato il Galardini e condannato il luogotenente Sandro Mancini, che tra poco più di un’ora sarà in aula in quanto colpito da un indecente decreto penale.

È vero che il Betti ha fatto dimettere subito l’assessore antifascista, ma se fosse stato un saggio, vero e autentico, non avrebbe detto al fido Galardo, di non fare cazzate e di non querelare il Mancini per evitare il ridicolo? Anche per motivi di sola opportunità, caro alcalde don Ferdinando e cara procura di Pistoia.

Non credo che don Ferdinando abbia preso posizione a favore di Mancini. Non mi risulta che abbia fatto parola. Ma certo se non lo ha fatto, anche lui è come il Galardini e la procura di Pistoia. Tale e quale.

Lo è perché chi tace acconsente.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


E il sindaco Betti? Tace per non turbare il Galarda?

Print Friendly, PDF & Email