mestieri & innovazione. A ‘LE POZZE’ L’OFFICINA STENOPEICA DI UN GIOVANE DI SUCCESSO

PISTOIA. I giovani scappano dall’Italia per trovare un lavoro: una tendenza ogni tanto fortunatamente invertita. Come nel caso di Samue Piccoli, che non è giovanissimo, ma che ha aperto a Le Pozze, tra la Bure di Baggio e la Bure di Santomoro, una innovativa officina per la produzione di fotocamere stenopeiche.

Lavora solo su commissione, con clienti per metà italiani e per metà globali, che, tramite internet lo contattano per fornire le specifiche e le dimensioni del prodotto desiderato. Sul sito di Samuele, Stenopeika, si può scegliere anche la lingua inglese e spagnola.

Cosa si produce di preciso a Le Pozze? Semplice, macchine per catturare e conservare la luce e le immagini tramite la tecnica del foro stenopeico e del collodio umido (legante dell’emulsione sensibile alla luce), diretta evoluzione della camera oscura: la fotografia senza obiettivo.

Una tecnica di nicchia ma molto apprezzata per la maggior nitidezza e profondità di campo, riscoperta proprio in virtù della maggior espressività dell’immagine.

Classe 79, Samuele Piccoli ha lavorato dieci anni alla Breda come ragioniere, «una breve parentesi» afferma, e alla realizzazione di macchine stenopeiche unisce l’attività di fotografo, con studio in via Puccini, dove tiene una galleria e la sala posa con camera oscura. Ha iniziato nel 2009 e la lavorazione è totalmente manuale.

Il laboratorio a Le Pozze era la vecchia officina del nonno falegname, e, alternati a computer e tablet, sono conservati gli strumenti di una volta. Anche l’atmosfera dell’edificio ha conservato quell’aspetto tradizionale ormai confinato negli ecomusei. Si sente odore di legno:

«È cipresso, lo prendo a km zero, viene coltivato tra Firenze e Prato, è il migliore e il più usato, ma mi hanno chiesto anche l’iroko» spiega Samuele.

«La base di partenza è il legno, che compone la camera oscura. Eseguo il disegno del pezzo al computer e poi, tramite un altro programma apposito, trasmetto i comandi al pantografo a controllo numerico, la cui fresa completa la lavorazione sul legno.

«A questo punto si passa al soffietto, cioè le pareti della camera estensibile,  a tenuta di luce e impermeabili. A livello industriale potrebbe risolversi tutto con una plissettatrice, ma a me non serve. Porto delle pezze di stoffa all’Accoppiatura Pratese e le ritiro impregnate di poliuretano»

«Poi per ottenere le pieghe adopro un modello da sarta della stoffa dove ci incollo dei cartoncini per darele pieghe al doppio strato di stoffa che verrà sfilato.

«Il sistema di guide per avvicinare o allontanare la lastra di vetro smerigliato, dove posizionare il collodio, è vincolato al telaio da dei dischetti di supermagneti da 6 mm. Mi arrivano dalla Germania.

«Dal punto di vista professionale sarei un costruttore di macchine antiche sono inquadrato in una cooperativa multiservizi per l’arte e lo spettacolo (vedi): con la partita iva sarebbe improponibile. In questo modo ce la faccio; mediamente gli ordini ci sono e non mi lamento anche perché quest’attività mi piace: mi contattano un po’ da tutte le parti, per consigli, consulenze e spesso sono a giro per il mondo per lavoro».

[Lorenzo Cristofani]