Parole tratte dal noto verso virgiliano forsan et haec olim meminisse iuvabit (Aen. I, 203) «forse un giorno proveremo piacere nel ricordarci anche di queste cose», con cui Enea rincuora i compagni dopo la tempesta che li ha gettati sulle spiagge libiche; si ripetono talora con senso generico, come previsione che un giorno sarà piacevole, oppure utile, opportuno, ricordare gli avvenimenti attuali
C’era chi voleva farne un museo…
IL SINDACO BAMBÌN? PERSONA BRAVA
( SOLO DICEVA IL FALSO E CALUNNIAVA )
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La citazione, tratta dal Treccani on line, è perfettamente adatta alle vicende della sindacatura di Luca Benesperi e a quanto è successo spesso in questi anni in provincia.
Adatta sia per quanto riguarda lo squallore del regno di carta igienica del ruminante, che per una riflessione più generale sull’inutilità del tutto; sulla universale condizione umana che ha sempre interessato santi, navigatori e poeti.
Stranamente, in questo caso, concordo con Bergoglio quando strilla che “il sudario non ha tasche” e che niente ci è concesso portare con noi nell’aldilà. Sbagliavano i faraoni che riempivano le loro sepolture di beni e conforti vari.
La casa di Vannino – che per il Benesperi-Trivago (= tre volte vago…) incarnava un ideale di guru nudo e puro (ma il sindachino non ha una intelligentia rerum adatta al ruolo che riveste) – è un simbolo, così com’è oggi, dello squallido mondo della provincia pistoiese che ci è toccato da vivere perseguitati dai migliori.
Un simbolo tradito da tutti – nessuno ha, infatti, mai dato davvero una mano a Vannino in vita e tutti lo hanno pianto da morto, specie quelli che non erano neppur pistoiesi e suoi concittadini: come il bimbominkia.
La casa del guru segue le sorti dei beni terreni: quelli (strumenti di superbia) per non perdere i quali, il ruminante che si appoggia all’illegalità, alla calunnia, alla falsa testimonianza, alla volgarità colpevole e aggressiva del suo Agnellone Ciottoli con denti di lupo, all’inciucio trasversale e compromissorio, ha tradito il giuramento da sindaco, i suoi elettori, i suoi amici e sostenitori e tutto il popolo di Agliana.
Va già in vendita, la casa di Vannino. Seguirà la sorte della dispersione nei vari travasi di mano in mano, d’età in età. E in vendita andrà la spocchia del Benesperi e dei suoi accòliti.
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Simile a quella casa e a quello stato in cui essa si presenta, anche per i traditori della legge, della legalità, del sollazzo arrogante della superbia – qui pongo sinistre, destre e centri di Agliana, tutti conniventi sulla sporcizia del dux vigilorum; tutti i segretari comunali, servi della politica e senza «disciplina ed onore», ma proni gli ordini della falsa onestà dell’apparenza; tutte le «autorità costituite», che hanno sempre fatto finta di nulla e tutto hanno lasciato passare; gli tutori della legge, che dovrebbero difenderci dalle truffe dei politicanti e degli opportunisti e non lo hanno fatto, ma, addirittura, hanno sparato condanne addosso a noi favorendo, in termini mafiosi, l’ingiustizia e il malaffare;
simile a quella casa e a quello stato in cui si presenta, dicevo, è la nostra Pasqua di condannati da tribunali che odorano di muffe e sarcofaghi; che non hanno il diritto di essere considerati terzi e imparziali; che sono – come quella casa – sempre in vendita, da sempre, a chi offre di più.
E provate a dire il contrario, se ne siete capaci.
Edoardo Bianchini
[direttore@liealibera.info]