meteo del sangue. UN’APP PER OTTIMIZZARE LE DONAZIONI

Da sinistra: Andrea Stagi, Filippo Calistri e Igli Zannerini
Andrea Stagi, Filippo Calistri e Igli Zannerini

PISTOIA. Non ci sono controindicazioni per donare il sangue e nemmeno scuse: il centro trasfusionale di via del Ceppo è chiuso solo la seconda domenica del mese.

Tutte le altre mattine è invece possibile dare un po’ del proprio tempo per alleviare il peso a chi ha la sfortuna di subire un trapianto o si trova a convivere con malattie croniche e relative terapie.

Da un po’ di tempo a Pistoia si può ancora più facilmente ottimizzare la donazione, donare cioè il proprio sangue in base alle esigenze degli ospedali toscani e di chi comunque ne ha bisogno: basta consultare il “Meteo del sangue”, una app disponibile comodamente ora anche su facebook o su twitter, secondo le indicazioni del Centro Regionale Sangue.

Una app per social media  finalizzata a render più fruibili le indicazioni del centro regionale e realizzata da Andrea Stagi, ventinove anni e sviluppatore di piattaforme web e software, con esperienze nella realizzazione di applicazioni. Ha lavorato per un agglomerato di start up di Treviso che ha fatto scuola in Italia e ha pure collaborato per una web radio di San Francisco.

Meteo del sangue, la piattaforma regionale, restituisce l’aggiornamento in tempo reale sulla disponibilità dei vari gruppi di sangue A,B,Ab,0, positivo e negativo, in particolare riporta l’eccedenza o la carenza, in modo da indirizzare il donatore alla scelta migliore.

Uno strumento per certi versi rivoluzionario, perché evita che si accumulino scorte di sangue di cui non c’è bisogno: rientra perfettamente nel paradigma della smart city o smart community, le Ict, information and communication technologies, che semplificano la vita.

Meteo del sangue, il portale
Meteo del sangue, il portale

«Sono donatore Avis da un anno» ci racconta Andrea, che è entrato nel circuito dei donatori grazie ad un amico, Filippo Calistri, tipizzato Admo (donatori di midollo osseo) e già da qualche anno volontario in Avis, in una squadra molto affiatata e sempre operativa, dalle campagne di comunicazione e informazione all’organizzazione di eventi.

Ma qual è la filiera del fluido vitale messo a disposizione dai donatori? Il sangue raccolto non può essere usato tale e quale, viene frazionato tramite un processo di centrifugazione che separa globuli rossi, plasma e piastrine, componenti trasfusi successivamente ai pazienti a seconda della necessità.

Le sacche di tutti i donatori toscani vengono ritirate dalla pubblica assistenza Svs di Livorno e portate a Torregalli, ospedale San Giovanni di Dio.

Qui si effettua la centrifugazione e da qui i vari componenti partono per i presidi sanitari in base alle esigenze. Solo che il sangue dura 42 giorni, con l’aggiunta di un particolare zucchero con funzione di conservante: non si può stoccare oltre questo margine di poco più di un mese, per questo è importante che le donazioni si adeguino alla domanda.

Avis Pistoia con Cristiano De Andrè, Notte Rossa 2016
Avis Pistoia con Cristiano De Andrè, Notte Rossa 2016

Domanda che in Toscana si concentra prevalentemente a Careggi (Firenze), Cisanello (Pisa), Le Scotte (Siena) e Carrara.

«Quest’inverno al San Iacopo si è consumato più sangue di quello che è stato raccolto – racconta Igli Zannerini, l’inossidabile presidente dell’Avis –, mancano mille donatori per il fabbisogno dell’area pistoiese» conclude, definendo quella che si configura come sfida e obiettivo, non solo per l’Avis, ma per tutta la comunità pistoiese.

Diverso è il discorso per il plasma, che  viene separato presso il centro trasfusionale, tramite plasmaferesi (sempre una centrifugazione) e che dura due anni, congelato a -80 gradi centigradi.  Il primo anno viene conservato presso i presidi ospedalieri, il secondo prende la via dell’industria farmaceutica, dove si trasforma in farmaco salvavita.

Dal plasma si estrae albumina, immunoglobine, fattore VIII, fattore IX, concentrato di complesso prototrombico e antitrombina: sostanze prevalentemente usate nella cura di malattie rare. Nel 2012 le tonnellate di plasma avviate alla trasformazione in farmaci salvavita sono state 72, in Italia 772 e par l’autosufficienza la quota dovrebbe salire a mille tonnellate.

[Lorenzo Cristofani]

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