«MI SONO PERSO IN APPENNINO» DI GIAN LUCA GASCA

MONTAGNA PISTOIESE. Non ci si capita per caso in Appennino.

No, non si finisce per caso in quei piccoli borghi arroccati sui monti che si vedono sfrecciando lungo l’Autostrada del Sole.

Sono piccoli paesi, luoghi di seconde case, vecchie abitazioni ereditate da parenti e ormai popolate solo d’estate.

Posti dove si torna per dare forme, odori e colori ai racconti dei nonni. Nicelli, Cutigliano, Balze, Magliano De’ Marsi, Grumento Nova, Mammola, Serra Pedace…

Si potrebbe continuare all’infinito senza che nessuno riconosca un nome.

È questa la bellezza dell’Appennino. Sono montagne che muoiono e risorgono ogni tanto dall’abisso.

Tremano e per un attimo stanno sulla bocca di tutti per poi ricadere nel dimenticatoio dove finiscono le specificità italiane.

E sono proprio quelle specificità, le note carismatiche di quelle montagne e di quei piccoli borghi, a spingere Gian Luca Gasca a imbarcarsi in un viaggio dal Colle di Cadibona ai Monti Nebrodi lungo oltre 2000 km attraverso la spina dorsale di un’Italia abbandonata dal turismo, alla ricerca di un Appennino che resiste.

SCHEDA

Titolo: Mi sono perso in Appennino
Collana: Altri Viaggi
Autore: Gian Luca Gasca
Casa editrice: Ediciclo Editore, Portoguaro (Ve)
Formato: 14×17 cm
Rilegatura: Brossura
Isbn: 9788865492543
Pagine: 228
Data: marzo 2018

[marcoferrari@linealibera.it]

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