MIGRANTI “ANGELI”: «IL NOSTRO VOLO SOGNANDO UNA VITA NUOVA»

FIRENZE - prove spettacolo teatrale foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini
FIRENZE – prove spettacolo teatrale
foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini

FIRENZE. “Mi sono sentito come un angelo che vola via dalla sua terra per cercare un posto migliore in cui vivere”. Lo ha detto il profugo camerunense Eric Roberto, uno dei migranti ospiti della Cooperativa Il Cenacolo, che ha partecipato stamani all’iniziativa ‘Dante e gli angeli sul campanile di Giotto’, un progetto dell’Associazione Culter, in programma anche stasera e domani, realizzato col contributo di Comune di Firenze ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, che ha visto migranti, detenuti, rifugiati e persone in situazioni di disagio che hanno recitato una selezione di terzine tratte dalla Divina Commedia sul Campanile di Giotto.

migranti6“È stata un’esperienza davvero interessante e molto toccante – ha detto Eric Roberto – è stato bello parlare con uomini che, per un motivo o per un altro, vivono sofferenze umane simili alle nostre, uomini senza ritorno, con vite che non hanno futuri certi. In un certo senso, parlando con loro, ci siamo sentiti meno soli in questo mondo spesso crudele, dove la nostra umanità e la nostra famiglia è rappresentata oggi dai volontari e dagli operatori sociali che ci stanno vicino”.

“Non è soltanto cultura – ha detto Matteo Conti, presidente della Cooperativa Il Cenacolo –. Per questi giovani profughi questa iniziativa rappresenta, oltre che un momento di formazione, un’esperienza terapeutica in cui, attraverso l’arte, tentano di metabolizzare le sofferenze affrontate e che tutt’ora si trovano davanti. L’esperienza del volo, tradotta metaforicamente, per loro è un volo di coraggio che li allontana dalla propria terra, dolorosamente.

“Mettendolo in scena, si emozionano ripensando a quanto sono stati costretti a lasciare, e in parte cercano di superare il dramma. E poi il volo verso il futuro, quello che per loro è ancora un punto interrogativo e che noi del Cenacolo, attraverso corsi di formazione lavorativi ad hoc, tentiamo di indirizzare verso quelle che sono le loro prerogative professionali”.

[lorenzo galli torrini]

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