MILANO: IL MIRACOLO DI UNA NUOVA VITA

milano_da_bereMILANO. Un lettore ci esprime i suoi sentimenti per la città meneghina.

Milano. Ecco il sogno per i tanti che cercavano e cercano un riscatto, per i tanti che nel boom del cosiddetto miracolo salirono per farsi una nuova vita, per trovare un loro posto. La Milano industriale, motore del Paese che usciva da una fase rustica contadina per avviarsi all’industrializzazione.

Poi la Milano da bere, quella degli anni 80, quella rampante, quella dei furbetti e dell’epoca craxiana. La bellezza di Milano è un’aria che nella sua frenesia porta una voglia di darsi da fare, un correre, e questo i milanesi l’hanno introiettato fin dalla culla, difficile vedere un cittadino meneghino che cammini lento, tutti devono dare l’impressione di muoversi, di essere rapaci nel loro piccolo per essere degni di appartenere al Pirellone che troneggia e accoglie il visitatore ancora stordito dalla frenesia che subito riscontra.

Sentite e vedete che passa il tram sulle rotaie e questo è il segno inconfondibile della città, questo sferragliare, saturo di gente, che vi passa vicino. La linea 1, un tram ancora come una volta, un piccolo abitacolo di legno che nella sua lentezza vi trasporta nel tempo dandovi la sensazione di appartenere al passato e magari fermarsi al Bar Magenta per un caffè storico, o al mitico bar Jamaica dove potete avere l’abbaglio di scorgervi Piero Manzoni e la sua arte.

Se vi portate verso il centro, verso la maestosità del duomo che nelle sue guglie e nel suo splendore viene illuminato dagli ultimi raggi del sole nel roseo e nelle sfumature al mattino, ecco davanti a voi il cuore pulsante della rinascita italiana simboleggiato dallo stile liberty della galleria Cavour, dal museo del Novecento, dal prorompente Palazzo Reale che accoglie l’esposizione di mostre dei grandi artisti.

Passeggiate da quelle parti, respirate un po di quell’aria, aria della memoria come direbbe il più grande poeta milanese e non solo, Franco Loi, che scrive in dialetto e che conosce bene la città. Piazza del duomo è uno spettacolo per lo sguardo non solo per la gotica epifania del Duomo, miracolo dell’arte e laboriosità dell’uomo, ma anche per l’insieme che incastona il vostro sguardo su quella piazza.

Se avete qualche prurito artistico, fate una camminata verso il quartiere storico degli artisti, Brera e la sua stupenda pinacoteca vi lasceranno a bocca aperta, in quella storica dimora, accademia fra le più famose, potrete ammirare i capolavori del Mantegna, Caravaggio, Bellini Raffaello, Hayez e molto altro.

Se volete camminare per rilassarvi un po’, e fermarvi senza essere sospettato dalle forze dell’ordine, come a L. Bianciardi, concedetevi una pausa meditativa verso i Navigli, luoghi poetici ancora quasi incontaminati dalla cappa modernizzatrice e consumista che ha cambiato le fisionomie delle città rendendole quasi tutte uguali.

I Navigli
I Navigli

I Navigli sono il tratto inconfondibile di Milano, quei corsi d’acqua che in passato portavano lavoro, nella bruma avvolgevano le imbarcazioni,sono oggi cartoline in bianco e nero come le lavandaie che lavavano i panni presso il corso d’acqua.

Concedetevi un ristoro e andate alla trattoria Milanese di viale Gorizia, e lì prendetevi un riso allo zafferano e poi una famosa cotoletta. Uscirete a gustare i sapori di quell’ambiente che in qualche scampolo di tempo ha preservato la sua poesia; magari potrete incontrare qualche verso della poetessa Alda Merini nei pressi di Porta Ticinese.

In qualche fumosa osteria sorseggiate un po’ di vino fino a dimenticare di essere a Milano negli anni del postmodernismo, e fate un salto indietro pensando che la città sia a vostra disposizione, non ancora feroce, non svenduta alle logiche di un capitalismo rampante, poi visitate con questa disposizione di spirito la casa del più illustre cittadino meneghino, Alessandro Manzoni che forse oggi non avrebbe trovato nessuna scusa per non celebrare un matrimonio tanto è naturale e ordinario non affrontare il passo.

Milano aria di riscatto, aria di bellezza che s’incarna nei suoi stupendi monumenti.

Massimiliano Filippelli

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