Cara Donna,
è l’8 marzo e qualcuno ha stabilito che è la tua festa.
Siamo nel 2016 e mal te ne incoglie, donna, magari giovane e non “sperimentata” negli anni del femminismo sguaiato e becero dal quale la tua festa deriva, anche se l’hanno ammantata di contenuti sociali e storici.
Non ti sentirai sicuramente privata da tutto quel feticismo e quel “raccogliticcio” di sinistra che ci bombardava le orecchie, e non solo, con i misfatti compiuti nei tuoi riguardi e con l’obiettivo primario di mettere l’un contro gli altri armati le “due metà del mondo” come diceva il caro Mao Tse Tung.
Ti hanno trattata, politicamente e non solo, da zircone non volendoti fare apparire quale sei: diamante. Era l’epoca della Bonino e della Cicciolina, e giù a scendere fino a Ruby e a Marrazzo: un concimaio di sentimenti e di comportamenti ai quali la Natura continua a dare le sue collocazioni e annotazioni.
8 Marzo, festa della Donna! Così annunciavano anni or sono manifesti megagalattici, tipo quelli dell’Enpa sui cavalli azzoppati. E ti sentivi Donna, forse, perché buttavi gli occhi su quei manifesti e la sera te ne andavi a annusare la tua pseudo libertà con le amiche in pizzeria o a ballare. Fine di un altro mito sinistro o di sinistra, fate voi.
Il passaggio che qualche intellettuale organica di sinistra, generalmente racchia, pensava potesse compiersi naturalmente dal canto XXV dell’Inferno di Dante (“al fin delle sue parole il ladro / le mani alzò con ambedue le fiche / gridando: togli, Dio, ch’a te le squadro”) a quello proletariamente più comprensibile, sbecerato nei tanti cortei, de “l’utero è mio e ne faccio quello che mi pare” di sessantottina memoria, ha prodotto il suo esatto contrario.
La Donna ha compreso che l’essere “oggetto” di politiche studiate e spudoratamente invasive contro il nucleo centrale e naturale che è la Famiglia, e quindi contro di loro che sono l’essenza naturale e imprescindibile della Famiglia, era offesa e violenza istituzionalizzata contro loro stesse.
Girovagando per Pistoia, che sempre nel sopramenzionato canto dantesco è collocata dove deve giustamente essere posta…, vengono in mente certe strategie vigliacche e per certi versi inconsapevolmente propagandate (perché così voleva il Partito) che altro non erano che la scusa ufficiale del proprio comportamento sporco: cioè si pretendeva di fare passare, come leciti e giusti, certi atteggiamenti e comportamenti conseguenti che altro non erano che un proprio e personale difetto.
Dunque, se un reazionario-rivoluzionario politico, peccatore confesso e, in questo caso, rompi-balle autorizzato, dice che questo 8 Marzo trascorso in semplicità, come un giorno normale, lo riappacifica con l’intero mondo femminile, anche quello racchio, purché intelligente e quindi non sessantottino, credeteci.
E se non ho inteso parlare dell’altra parte in causa, l’Uomo, è semplicemente perché oggi è l’8 Marzo non l’11 Novembre, San Martino, festa dei becchi…
P.S. – Magari prima o poi su questa festa vi rimandiamo in onda un pezzo strepitoso del grande professor Raffaello Melani…
[Felice De Matteis]
Vedi anche: 8 marzo, la non festa delle donne di Alessandra Tuci
Buon giorno Felice! io più prosaicamente noto che non esiste una festa dell’uomo, esiste la giornata mondiale del gatto, del cane, quella dei disabili, quella della pace, il gay pride e…la festa della donna. Insomma la giornata della specie protetta, perchè messa a rischio dalla stessa umanità, maschile, che prima ha cercato di accopparla e ancora lo fa.
Le riflessioni sono amare, come lo sono quelle di Alessandra, perchè alla fine di tutto diciamolo…ce una colossale presa per il culo, di una società maschile che ha “permesso” alle donne di fare “tutto quanto fa l’uomo” ma non per liberarla, ma per permettere alla società dei consumi di consumare ancora di più (con due stipendi si compra il doppio no?). Ma la testa degli uomini è rimasta la stessa se è vero come è vero che per molti, troppi si tratta solo di un oggetto di piacere (tant’è che se poi l’oggetto il piacere decide di darlo ad altri scatta lo stalking). Ma la testa delle donne è rimasta la stessa, se è vero che molte, troppe si rendono ridicole conciandosi a 40 anni come se ne avessero 16, se è vero che molte donne sparano a zero sulle loro omologhe molto più e molto peggio di quanto non facciano gli uomini. E alla fine cosa abbiamo ottenuto? Ragazzi che ammazzano un coetaneo per vedere “l’effetto che fa?” Donne che camminano in strada tenendo per i capelli la testa di una bambina di 4 anni? Donne e uomini che non solo non stanno più bene con gli altri, ma in perenne fuga da se stessi? Ragazzi….fermiamo il mondo.Ci hanno infinocchiati di diritto e di rovescio e urge scendere dal bus.