Dopo le sconfessioni dei politici demokrats, (Eugenio Giani le ha classificate come aziende, denunciando una malcelata vena lucrativa) la Confederazione esce allo scoperto e propone un manifesto dichiaratamente politico per sollecitare il voto degli iscritti. È la politica bellezza. Ma la natura evangelica del “movimento” che fine ha fatto?
FIRENZE. È con una sorprendente disinvoltura che sul sito delle Misericordie d’Italia, appare un manifesto di natura chiaramente politica – che però è denominato con un eufemistico “Carta dei valori” – e che svela e conferma, quanto abbiamo da sempre sostenuto: le Misericordie sono delle “aziende” che, in quanto tali, hanno da conseguire dei risultati aziendali.
Per questo motivo, non esitano a promuovere un chiaro “manifesto politico” rivolto ai volontari per una preferenza che sia ispirata alle convenienze della organizzazione di volontariato. Giudicate voi!
Non ci servono molte righe per spiegare che il testo è – non serve di essere dei politologi esperti – una rivendicazione schietta delle richieste che presuppongono la implementazione dei contributi a fondo perduto che arrivano a pioggia con il Pnrr.
Giandomenico avrà ricordato Levi e deciso che “se non ora, quando”?
La cosa ci impegna a fare alcune considerazioni pratiche: che fine a fatto la natura originaria ispirata a precetti evangelici del Movimento?
È sempre possibile definirlo un movimento di volontariato ispirato ai principi della Chiesa, romana e apostolica?
Il Manifesto in questione – che ha già suscitato le reprimende di una notevole governatrice non allineata – è disponibile alla consultazione della comunità degli oltre 100mila volontari, ma colpisce il silenzio generalizzato che sembra avere anestetizzato la maggioranza degli oltre 700 Governatori d’Italia.
Questa evidenziata è la pubblica dichiarazione dell’Avv. Angela Caprio, fatta sulla pagina Fb di Misericordia di Roccasecca, della quale abbiamo già riportato le vicende che l’hanno vista discriminata in Consiglio nazionale, per il solo genuino e democratico fatto di avere svolto delle domande con critiche non digerite dal Direttivo.
Va tutto bene così? Che ne pensa il Correttore morale Franco Agostinelli?
Alessandro Romiti