misericordes. GIANI (DOMENICO) CONTRO GIANI (EUGENIO)?

La recente denuncia del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani sulla natura aziendale della associazioni di volontariato ci impegna in una revisione dell’argomento, gettato nell’oblìo dal precedente Presidente Enrico Rossi. Quante risorse vengono assegnate dalla Regione Toscana alle così dette Organizzazioni di volontariato?

Eugenio Giani, ha detto una ovvietà: le OdV sono diventate della aziende di profitto. Ma i suoi rimborsi sono congrui?

FIRENZE. La vicenda delle dichiarazioni fatte dal Presidente Eugenio Giani sulla natura “aziendalistica” del terzo settore, ritorna sulla scrivania della nostra redazione, unica emergenza giornalistica capace trattare le contraddizioni e reticenze che sono circostanti alla grande comunità dei volontari, per i quali, noi ci impegniamo a fare informazione.

Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, fece una affermazione da noi condivisa che fece irretire il colonnello Corsinovi, ma che – alla luce delle devoluzioni pubbliche alle OdV – sembrano ritornare di sicura attualità e interesse giornalistico: quanto è elargito dalle casse regionali per il sostegno del servizio 118, tramite il sistema di rete delle associazioni di volontariato? Queste cifre sono davvero congrue rispetto alle definizioni di legge o sono esuberanti?

Giani (Domenico) parla ossessivamente di unione delle fraternite. C’ha forse qualche problema di gestione remota ereditata dal Trucchi?

Di grande pregio è stata la relazione di Giandomenico Giani, Presidente Nazionale della Confederazioni delle Misericordie che, parlando all’assemblea della Confraternite sicule ci ha quasi convinti: le Confraternite devono pensare a fare “servizio”, e in modo genuino, richiamandosi alla gratuità della missione, propria appunto di una “organizzazione di volontariato”.

Stefano Scaramelli non ci ha risposto. Lo chiederemo al garante Bagnoli un parere sulla questione.

Bene, la premessa è condivisa e corretta, procediamo allora con le nostre domande e, per spiegare meglio, ripeschiamo quelle trattate nell’articolo del Luglio 2019, spedito all’attenzione dell’Assessore alla Sanità Saccardi e al Presidente della Commissione sanità Stefano Scaramelli, ma che non ebbe alcuna risposta: rivedetèvelo!

 

Gentile Sig. Presidente Eugenio Giani,

questo giornale “www.linealibera.it” ha da tempo registrato le numerose incongruenze e anomalie che nel mondo del volontariato, ovvero dei servizi di assistenza prestati nella rete delle associazioni del 118, di cui la Regione Toscana è titolare.

Il rimborso delle spese per gli interventi di soccorso prestati dalle associazioni di volontariato è delineato con la riforma del sistema di emergenza sanitaria introdotto con la legge regionale 40/2005 che riconosce le associazioni come rete di sistema. 

Questo a seguito della sentenza europea e di altre successive che ponevano limiti con la categorica esclusione d’eventuali “tariffe” mascherate da rimborsi.

Luca Bagnoli, uomo vicino al cardinale Betori è stato nominato dal CdP per una revisione contabile: ci risponderà alle nostre richieste?

Non a caso le associazioni convenzionate con la Regione Toscana presentano, da allora, una “nota di debito” (ruolino degli interventi prestati) e non più la fattura fiscale: questo, per sottolineare la natura “non commerciale” del quantum remunerato, oltre alla non secondaria formula di affidamento senza bando di gara in quanto “accreditate convenzionalmente” nel sistema 118.

Siamo consapevoli, che tale procedura è stata attuata principalmente per offrire le prestazioni di carattere di emergenza e soccorso, in stato di continuità delle cure e quanto previsto dai “L.e.a.” (p.e. per la dialisi). Dalla procedura, sembra però di poter dedurre che è stata “aggirata” la norma sull’affidamento appalti e le più liberistiche indicazioni dell’UE per il rischio di contestazioni e ricorsi giudiziali da parte di soggetti privati, applicati nel mercato della “assistenza sanitaria”.

Croce Rossa Italiana, riceve una quota parte di 100 milioni di rimborsi. Va tutto bene?

Sul punto è solo da considerare che l’ipotesi in esame è pressoché impossibile in quanto nessuno (e neanche più associazioni raggruppate), potrebbe offrire la copertura di un servizio che è sempre più complesso con tariffe “all’osso” e che, tenendo conto dell’ipotesi alternativa in esame, si prevederebbe una decisa connotazione commerciale e conseguente regime fiscale di fatturazione, uscendo dal profilo del mero “rimborso di spesa del servizio”.

Sulla pratica dei rimborsi si osserva che essi vengo subordinati a:

1) Presentazione di apposita nota/ruolino mensile da parte dell’associazione accreditata che effettua il servizio.
2) Verifica amministrativa da parte dell’Asl competente per territorio della richiesta in base ai numeri di missione per emergenze (emessi da 118), riporti (certificati H), ricoveri (dottori di famiglia), terapie (certificati Asl per terapia effettuata).

3) L’Asl effettua il pagamento del 100% dell’importo in nota/ruolino all’associazione emettitrice.

4) Sulla base dell’importo riportato sulla nota/ruolino presentata, al momento del calcolo dell’importo di ogni singolo servizio viene calcolato – in aggiunta – un contributo fino a un massimo del 6% (ma di fatto risulta consolidato al 6% fisso)  che viene erogato direttamente alla  Federazione regionale di rappresentanza dell’associazione di volontariato, quale titolo di rimborso delle spese affrontate (e soggette a rendicontazione) per le attività indicate dall’art. 76 quater LR 40/2005 al comma 1 bis (tali somme sono comunque considerate parte del rimborso erogato per il servizio di trasporto sanitario).

In virtù di questo per l’anno 2021 la R.T. aveva previsto un costo di 100 milioni quindi per quanto scritto sopra alle federazioni regionali (Misericordie; Anpas e CRI) vanno in percentuale 6 mil. defalcato dal tolti dai 100 milioni. Inoltre alle tre federazioni regionali (Misericordie; Anpas e CRI) va un ulteriore 10% in virtù dei corsi di pronto soccorso effettuati dalle varie unità locali con le quali mettono — nel più dei casi — il solo patrocinio, dando inoltre attività organizzativa per la protezione civile (ricordiamo che il punto debole della faccenda è dato dal fatto che le federazioni non hanno nessun volontario: i volontari sono presenti solo nelle realtà associative locali); pertanto dai 100 milioni ne percepiscono 6 milioni + ulteriori 10 milioni. In sintesi, le Federazioni (Misericordie; Anpas e CRI) si mettono in tasca 16 milioni in percentuale alle quote di attività.

Si chiede dunque di precisare:

– In base a quale criterio economico viene erogato questo contributo alle federazione regionale di rappresentanza, che oggi sembra arrivi fino al 15%? 

– Come funzioni il meccanismo di rendicontazione e come sia possibile accedervi.

– Se le Associazioni di volontariato indistintamente, aventi natura giuridica di soggetti “privati”, siano – in quanto destinatari di rimborsi economici pubblici – tenute al rispetto della disciplina di cui alla legge 33/2013 – Dl 14.3.2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni).

PS: ma alla fine della giostra, che cosa ci dicono i professionisti esterni chiamati a fare i “garanti” quale organo di controllo che dovrebbe avere funzioni di carattere sindacale e di revisione dei bilanci? Per la Confederazione delle Misericordie, citiamo il Prof. Luca Bagnoli (Unifi).

Alessandro Romiti

[alessandroromiti@linealibera.it]

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