FIRENZE. Giovanni Falcone diceva “Gli uomini passano ma le idee rimangono”, frase che sposa in pieno la tipologia di ragionamento presente in via dello Steccuto a Firenze.
Dopo il bailamme che ha portato alle dimissioni del consiglio di presidenza, iniziano i giochi per riformare i vertici con lo scopo di continuare quanto iniziato in precedenza. Tutto deve cambiare perché tutto resti com’è.
Il generale Corsinovi, dopo aver individuato la giusta figura da sistemare al vertice, un uomo che garantisce la continuità, ha preparato le giuste strategie fregandosene dello spirito di Misericordia che tanto decanta, per organizzare quella che, a suo dire, sarà la sua vittoria.
In un incontro con le Misericordie senesi, il generale Corsinovi, ha illustrato la propria strategia che porterebbe alla sua corte almeno 8 consiglieri toscani, avvalendosi delle difficoltà economiche che stanno vivendo le Misericordie del territorio italiano, naturalmente escluse le Toscane, che non permetterebbero alle stesse Misericordie di mettersi in regola con le quote associative e quindi impossibilitate sia a segnalare le proprie figure, che a votare i futuri candidati:così facendo si accaparra le segnalazioni e i voti della Toscana e di qualche manciata di Misericordie compiacenti.
Domanda di circostanza: siamo sicuri che le Misericordie della Toscana sono in regola con i pagamenti delle quote associative?
La strategia è stata studiata ben bene dal Generale Corsinovi e dal suo compagno d’armi Ugo Bellini. Gli stessi hanno proposto di impedire – a chi non è in regola con i pagamenti – le eventuali segnalazioni, organizzando un dilazionamento delle quote non pagate e dando un limite di tempo per la messa in regola fino a 15 giorni prima delle elezioni: in pratica non consentono alle Misericordie di segnalare i propri candidati ma le costringono, una volta sanati i debiti, a votare chi ha voluto il generale.
Siamo di fronte a un ennesimo schiaffo a tutte le Misericordie, considerano che questa è una scelta studiata nei minimi dettagli ma, ulteriori domande nascono spontanee: il dilazionamento delle quote è previsto dallo statuto? Quale sarà il criterio per dilazionare le spettanze arretrate?
Non dimentichiamo che il calcolo delle quote è stato modificato per recuperare dalle Misericordie le risorse necessarie per sanare i buchi in bilancio, nati da una gestione alquanto allegra e poco trasparente: è giusto che le Misericordie paghino i vuoti che volutamente sono stati creati?
Forse è arrivato il momento che il movimento prenda una posizione precisa, isolando le Misericordie compiacenti con il sistema, e sono davvero tante, alcune di queste sono rappresentate in seno al consiglio nazionale e quello di presidenza attuale, persone senza scrupoli che pur di avere una poltrona, si prestano a giochi sporchi.
Quello delle elezioni è il momento giusto per ribaltare questo mondo già molto martoriato, non consentiamo a questi pseudo volontari di continuare a fare i loro comodi alle spalle di chi, giornalmente sacrifica il proprio tempo e le poche risorse, verso i bisognosi.
Mandiamo a casa questi malfattori che hanno dilapidato un patrimonio inestimabile, utilizzandolo per i propri scopi personale, oggi ne abbiamo la possibilità, ribelliamoci a questo modo di fare corrotto e poco pulito: il mondo delle Misericordie non è questo e non è quello che le Misericordie pulite desiderano.
Iniziamo a metterci una mano sulla coscienza, isoliamo le varie figure messe in risalto per riprendere l’opera di distruzione; il movimento ha bisogno di gente onesta e non di malfattori, di quest’ultimi ne abbiamo avuti abbastanza, diamo spazio a chi ha fatto del volontariato puro il proprio stile di vita, per far che ciò avvenga, dobbiamo scalfire le porcherie che il generale sta mettendo in piedi.
Avere dei consiglieri Toscani al comando, vorrebbe dire continuare nell’opera di saccheggiamento da tempo iniziata, con l’avallo di figure che siedono attorno a un tavolo con il solo scopo di fare le comparse, pronte ad alzare la mano senza poter esprimere i propri dissensi, fino a oggi è stato così e chi ha cercato di ribellarsi, è stato isolato. Interrompiamo i conflitti interni nati all’interno di Confederazione, conflitti nati per accaparrarsi un candidato di proprio interesse, i vari Staderini e Del Bianco che lottano con il generale: loro vogliono Intaschi, il generale vuole Giani e le fazioni continuano a lottare alle spalle delle Misericordie.
Governatori ribellatevi, è arrivato il momento di farlo per rispetto delle divise che ogni giorno indossate, così facendo avrete la possibilità di guardare negli occhi in vostri volontari, con la massima serenità e trasparenza, rimanendo in silenzio asseconderete la continuazione di un movimento malato e corrotto, solo così liberando le vostre coscienze potrete dormire in tranquillità senza rimorsi.
PULITE IL MARCIUME E RIPORTATE IL NOSTRO MONDO COME LA STORIA LO HA FATTO CONOSCERE A TUTTI.
Un gruppo di volontari indignati
A fronte di questa lettera di critica e denuncia di alcuni volontari che “alzano la testa” per protestare per delle elezioni che sembrano “pilotate”, siamo giunti alla fine del mese di marzo e quindi possiamo confermare che l’intervista ai tre saggi (e da oggi anche muti) della Confederazione che vi abbiamo presentato dieci giorni fa è andata a monte.
Gabriele Brunini ci aveva spiegato che non avrebbe risposto per la imminenti elezioni del Presidente (non vuole turbare le acque, of course).
Clemente Zileri ha certamente ricevuto la nostra richiesta grazie all’interessamento degli altri due, ma non ha risposto e la signora Annalisa Schillaci si è smentita: prima ha confermato la disponibilità a rispondere alle domande e poi si è chiusa a riccio con degli incomprensibili motivi, legati all’uso “non autorizzato” della sua immagine pubblicamente reperibile sulle pagine di Facebook.
Quale trasparenza, cambiamento e alternanza? Se queste sono le premesse: annamobbène…!
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