Da più di sessanta giorni la legge è ignorata e può attendere la pubblicazione dei dati riguardanti i contributi pubblici: eppure in Misericordia di sono anche avvocati. A questi aspetti non ci pensano mai?
AGLIANA. Dopo che, a dcembre scorso, abbiamo segnalato delle incongruenze “contabili” sulla pagina web della Misericordia di Agliana relative alla mancata pubblicità dei contributi pubblici, alcuni volontari tornano sull’argomento e ci aggiornano che la pagina della Mise è ancora oscurata.
Lo “spiramento” sarà temporaneo, ma non è certamente dovuto a un disservizio di server o di rete, dopo sessanta giorni. Ci deve essere qualcosa di più serio. Mica saranno le anomalie legate alla mancata presenza dei bilanci originari o la mancata pubblicizzazione della somma dei contributi pubblici che devono essere obbligatoriamente resi pubblici a scanso di notevoli sanzioni?
Sessanta giorni di tempo sono una bella parentesi, che dovrebbe essere stata più che sufficiente a un competente professionista quale è il “misericordioso fiscalista” Fabrizio Poggiani, a fare gli aggiornamenti di legge.
Che succede a Agliana? Sarà una crisi di identità indotta dalla dimissione del Consiglio nazionale della Confederazione?
I malpancisti ci dicono che la trasparenza – quella vera – non è ancora arrivata; e ci raccomandano di riferire che la partecipazione dei cittadini, e dunque dei volontari, è fondata proprio su quella trasparenza negata, e con essa, la correttezza della gestione dell’associazione stessa. Una correttezza gestionale che arriverà solamente quando saranno possibili le iscrizioni a socio non condizionate, ovvero libere a tutti indiscriminatamente.
Il fiscalista Fabrizio Poggiani sarà il caso che si attivi alla pubblicizzazione per evitare le pene previste dalla legge 124/17: lui sa bene che, con la riforma del terzo settore, ci sono anche delle sanzioni penali a carico degli organi 8inadempienti; e che, comunque, anche le sanzioni economiche non sono poca cosa.
Intanto sarebbe anche il caso di sollecitare il Magistrato a liberalizzare le iscrizioni: è questa l’unica strada per rinnovare la partecipazione dei volontari, purtroppo in crisi d’identità.
Alessandro Romiti
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