misericordia • 3. LA MAIL SCRITTA DALL’ARCICONFRATERNITA DI PISTOIA A ATTILIO BARONTINI CONTRO ARTIOLI FU UN DONO GRADITO DEL SINDACO BENESPERI QUANDO ANCORA NON AVEVA DECISO DI SPARARE SU “LINEA LIBERA”…

Il cagionevole di salute Benesperi era consigliere di opposizione e contestava il pensiero omologato: perciò collaborava assiduamente con Linea Libera, dopo avere tenuto la direzione del cartaceo I Fogli/Iod. L’attuale sindaco intervenne decisivamente nel processo-Misericordia in favore di Verità e Giustizia, consegnandoci senza tentennamenti la preziosa mail che vi mostriamo pubblichiamo


 

I tre presidenti storici della Mise: Corrado Artioli, Ilaria Signori e Attilio Barontini

 

di ALESSANDRO ROMITI

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AGLIANA. A rendere autentico il documento è stato proprio l’ex Governatore Attilio Barontini che ha letto e confermato come autentica la mail davanti al giudice penale Floris nel 2015.

Un atto consegnatoci da Pedrito el Drito, odierno Sindaco Benesperi, che allora era il gennaio 2013 collaborava intensamente con chi scrive.

Ahhh… che risotti agli sparagi, annaffiati da pregiato vin bianco! (Li ricorderà il ricattato, il minacciato, l’estorto Luca Benesperi?).

In quel tempo il cagionevole di salute Benesperi era consigliere di opposizione e contestava il pensiero omologato: perciò collaborava assiduamente con Linea Libera, dopo avere tenuto la direzione del cartaceo I Fogli/Iod, proprio con chi scrive. Luca Benesperi intervenne decisivamente nel processo Misericordia in favore di Verità e Giustizia, consegnandoci senza tentennamenti la preziosa mail che vi mostriamo.

La mail spedita da Attilio Barontini all’allora consigliere di opposizione Luca Benesperi…

….oggi mutato in Pedrito el Drito e impegnato nell’amministrazione con Maurizio Agnellone (alias Assessore Ciottoli) con buona pace dei leghisti ammorbiditi con Perlana

Mutatis mutandis, nel nuovo ruolo di Sindaco, Pedrito si propone addirittura nell’iconografia ufficiale come “perno” anche della Misericordia.

Nella notevole lettera elettronica l’Arciconfraternita pistoiese denunciava la gestione familistica dell’Artioli e del Morosi, alludendo a una “saga familiare poco adeguata” e l’ex governatore Barontini escludeva che la “cosa sia finita quì…” ma dove è poi finita, Attilio? Barontini sa che ha accettato le scuse alle infamanti accuse della assemblea del 25 gennaio in una telefonata riservata del presidentissimo che lo aveva maltrattato in pubblica adunanza.

Pedrito Benesperi, l’uomo-perno intorno al quale gira l’universo mondo!

Barontini nella missiva rileva la correttezza della collega della Nazione Piera Salvi, una cosa che ha stupito anche noi, per come lei stigmatizzava il comportamento reticente dell’ex correttore morale, don Tofani – rimasto muto come un pesce – sul mancato controllo della lite tra la Misericordia e i Mangoni/Turelli. La lite – per sottolinearlo – in cui Artioli & C. hanno buttato per nulla quasi mezzo milione di euro – che vogliano o no sentirselo dire.

Non si era mai visto o sentito dire che un prete “non crede alla correzione”: cambi mestiere dunque! E glielo dico da suo affezionato parrocchiano sùbito emarginato e rimosso dalle letture del Vangelo.

Quale esempio potrà dare a chi lo cerca per un consiglio, anche, appunto, correzionale? Solo quello dell’accoglienza senza regole che piace tanto non solo alla sua Porta Aperta, ma anche alle Terre Aperte coordinate dal Pm Claudio Curreli, noto e apprezzato perché invece di inginocchiarsi all’obbligatorietà dell’azione penale – come Costituzione e Boldrini verrebbero – dirige l’orchestra dell’accoglienza Biancalani-Caritas-Tofani e contemporaneamente persegue (e perseguita?) chi chiede il rispetto della legalità? [Scriminate il Romiti. Il neretto è del direttore Bianchini che se ne assume la piena responsabiltà – n.d.r.]

Nell’assemblea del 25 gennaio 2013 Attilio Barontini venne accusato di superficialità e incompetenza e costretto all’abbandono. Ha mai chiarito pubblicamente i veri termini della vicenda di affidamento di incarico ai Mangoni? Non ci risulta affatto…

Nella comunicazione del direttore dell’Arciconfraternita, Riccardo Fantacci, e del responsabile del 118 di Pistoia, Alessandro Vannucchi, viene denunciata l’egemonia delle famiglie Artioli e Morosi nell’Odv Misericordia di Agliana.

Ciò ha anche indispettito gli aglianesi come ha dimostrato la contrazione delle donazioni liberali ben chiara e documentata dai bilanci.

Il vero problema della Misericordia di Agliana – ma non solo di questa, come ci ha insegnato la nostra più vasta inchiesta sulla Confederazione Nazionale delle Misericordie che è tuttora in corso – è il familismo, ovvero il controllo militarizzato sulle organizzazioni da parte di famiglie che regolano gli accessi ai board e alle assemblee dei soci, limitandone l’ingresso ai cittadini indistinti: l’accesso è assicurato solo a soggetti affidabili e allineati alla nomenklatura. Evviva il dichiarato antifascismo!

Così è chiaro che il manovratore viene garantito della più lineare e imperturbabile conduzione dell’organizzazione, quella a lui gradita: cosa occorrerebbe per cambiare e passare a un nuovo metodo democratico di apertura universale degli associati?

Il Tofani rispose in modo sconveniente alle accuse di inerzia correzionale, accusandoci di malafede. La storia sembra averlo smentito. S’inginocchierà…?

Non lo sapevate? Prendétene coscienza leggendo appunto qui.

Nessuna azione di responsabilità a chi ha esposto l’Organizzazione di volontariato all’emorragia di oltre 400.000 euro, ma sicure sono state le persecuzioni ai giornalisti che hanno avuto il pregio di portare fuori la verità nel rispetto fondamentale dell’esigenza di informare la cittadinanza altrimenti ignara.

Ma non è e non sarà il primo né l’ultimo caso, ci siamo oramai abituati e ci abbiamo fatto il callo.

Muoiono tutti di Vangelo e fede:
e buon per chi ci sta e chi ci crede!

[manina del direttore – n.d.r.]

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]



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