Il parroco di San Piero non ha ancora dato l’annuncio di ciò che sembra stia avvenendo: vorremmo stimolare la sua parola. Don Tofani conferma o smentisce? Vuole spiegare la cosa ai suoi parrocchiani? Con quale banca potrà essere acceso il mutuo? E con quali garanzie?
di ALESSANDRO ROMITI
AGLIANA. A leggere la stampa organica, non si trova niente. Sembra che la notizia sia infatti ristretta agli uffici della diocesi e a pochi fedelissimi: don Tofani avrebbe ricevuto l’approvazione dal consiglio diocesano per un’operazione di acquisto e ampliamento dell’immobile storico della Misericordia. Spesa di circa 250 mila euro, solo per l’acquisto.
Il consiglio della diocesi non sembra sia stato completamente d’accordo sull’operazione finanziaria della sottoscrizione di un mutuo da oltre 700 mila euro firmata da un parroco di 75 anni: un’età non proprio tenera come garanzia di copertura del mutuo per la durata del finanziamento. Comunque, alle spalle del proposto, c’è sempre la persona giuridica della parrocchia di San Piero.
Il parroco ha infatti avuto l’autorizzazione a sottoscrivere – quale Parrocchia di San Piero – un finanziamento di oltre 700 mila euro che servirà alla ristrutturazione e ammodernamento dei locali, ma che apre alcune domande su che cosa verrà nel complesso della storica sede della Misericordia.
A questo punto si attendono le illuminanti spiegazioni ai parrocchiani sulla destinazione d’uso della nuova sede, visto che il mutuo in via di erogazione, dovrà essere pagato anche con le liberali contribuzioni dei fedeli.
I soliti informati ci spiegano che il fabbricato sembra anche destinato a un rialzamento: dunque potrebbe diventare una succursale aglianese di Vicofaro?
Stavolta, però, con il rispetto delle prescrizioni di sicurezza e igiene (non come la chiesa di don Massimo biancalani, oggi mega centro di accoglienza senza regole e dichiarata illegale dalla Usl Centro con due relazioni che presto pubblicheremo: e che, tuttavia, la procura di Pistoia sembra voler ignorare non si sa bene per quali motivi (neretto Bianchini – n.d.r.).
L’operazione, ci dicono, sarà assicurata anche con il sotegno del coordinamento della rete Terra Aperta”, una sorta di capofila metropolitana coordinata dal sig. Claudio Curreli, sostituto di Tommaso Coletta.
Comunque, al momento, la vecchia sede della Misericordia è ancora utilizzata come rimessa e ospita i carri funebri. Alcuni genitori, però, ci scrivono lamentando che se la parrocchia di San Piero deve allargare gli spazi, meglio farebbe se lo facesse per le aule della catechesi, che viene svolta nella sede dell’oratorio don Milani con una quarantina di bambini affidati al catechista Massimo Zucchelli.
Alcuni fedeli ricordano che le presenze quotidiane alle messe sono – anche a San Piero – in flessione, per l’opera di crescente scristianizzazione e laicizzazione delle parrocchie stesse.
Il parroco di San Piero non ha ancora dato l’annuncio di ciò che sembra stia avvenendo: vorremmo stimolare la sua parola. Don Tofani conferma o smentisce? Vuole spiegare la cosa ai suoi parrocchiani? Con quale banca potrà essere acceso il mutuo? E con quali garanzie?
Che cosa sarà realizzato nell’ampliamento della sede odierna del “centro di ascolto” Madre Teresa e Porta Aperta?
Sarà il progetto di una grande “casa di accoglienza” per migranti anche in centro ad Agliana, come oggi è Vicofaro?
Sarà questa l’eredità spirituale alla cittadina del sindaco Luca Benesperi, anch’egli oramai annoverato tra i finanziatori della parrocchia?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
NIENTE È PEGGIORE DI UNA DITTATURA
TRAVESTITA DA DEMOCRAZIA
VISTO quanto ci rispetta la procura di Pistoia e tutti i politici, indistintamente di destra, sinistra e centro;
visto con che tutti ci aspettano al varco ogni volta che aggiungiamo una goccia di informazione onesta al mare di cacca dell’informazione drogata, che stagna nella provincia e nella Piana di Agrùmia;
visto che ogni volta che poniamo una domanda veniamo rinviati a giudizio, indistintamente da tutti i sostituiti pistoiesi, con il dire che «chiedendo, alludiamo; suggeriamo; infamiamo la figura e l’opera di chiunque non sia integrato nel sistema e quindi, ben protetto da esso»:
visto tutto questo, non mi meraviglierei se, dietro a questo articolo, fossimo di nuovo rinviati a giudizio con imputazioni del cavolo (anche nero, se non fiore: perché è buono in umido, con tocchetti di pancetta di maiale) che potrebbero andare dalla diffamazione aggravata, all’attribuzione di fatto determinato, alla minaccia, all’estorsione (d’una caviglia), alla violenza privata (perché osiamo chiedere, colpa gravissima, quando si nuota da trent’anni in una vera e propria dittatura) e, dulcis in fundo, allo stalking (in procura a Pistoia va per la maggiore: tranne ritardare quello vero e realmente tale) se non anche alla calunnia che è, come si canta nell’opera, un venticello rinfrescante.
Ci volevano 75 anni di Italia “cosiddetamente” libera, indipendente e repubblicana, per vedere le sconcezze di una giustizia uguale per tutti (quelli che devono essere condannati) e per tutti (quelli che devono essere comunque assolti).
Palamara, Lotti, Napolitano, Mattarella, Csm, Amara, Tamara, Tavolara e Asinara non sono invenzioni di Linea Libera, cara sinistra manipolata e manipolatrice della giustizia, vera leva del potere.
Non dateci tutte le colpe solo perché voi siete ricchi e cristiani (cito dal Marchese del Grillo) e noi di Linea Liberapoveri e giudii come Aronne Piperno, mandato alla gogna per sfizio…
Mettetevi in testa, tutti quanti – anche se siete dei padreterni –, che ci sarà sempre qualcuno che alzerà la voce per chiedere al Ponzio Pilato di turno, governatore romano:
Come può un sostituto Pm, come il signor Claudio Curreli, essere, in maniera indolore, legittima e non confliggente, coordinatore di una rete (Terra Aperta) che favorisce i clandestini e il loro ingresso in Italia?
Non collide, ciò, con il preciso obbligo dell’azione penale del Pm ex art. 112 Cost.?
Le istituzioni – e fra queste la magistratura in prima linea – devono essere rispettate, non si discute.
Ma come don Tofani tuona dall’altare incitando alla ribellione civile (come il suo amico don Biancalani) contro i decreti Salvini, che pure hanno forza di legge, qualunque cittadino abbia il diritto di scagliare liberamente fulmini contro quella magistratura che, con superbiosa iattanza, lascia che uno di loro, per costituzione soggetto solo alla legge, lavori liberamente contro la legge, favorendo l’accoglienza dei clandestini e senza che nessun suo superiore batta ciglio.
È vero, dunque, ciò che sosteneva Davigo: tutti colpevoli, pure gli innocenti, tali solo perché ancora non sono stati beccati! Ma nella categoria davighiana del tutti si pongano anche, e in prima fila, proprio loro, i magistrati quando non siano né terzi né imparziali.
A mio parere (è libero il pensiero o no?) certe ambiguità, in un paese davvero civile e limpido, porterebbero all’immediata sospensione di un giudice terzo e imparziale a suo modo.
E ora rinviatemi a giudizio perché, nella vostra superbia, vi ho detto ciò che non volete sentire!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]