Una coppia di volontari decide di risvegliare il “vulcano sopito di Oste”, dove la locale Confraternita commissariata nel 2016 è ancora lì, sotto il tallone della Misericordia pratese. Ma che succede, se la sono dimenticata?
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MONTEMURLO — PRATO. Sulle incresciose vicende della Misericordia di Oste, siamo stati applicati fin dal ferragosto del 2016, giorno in cui il Presidente Bartoletti si rinchiuse con una pugno di garibaldini e tanto coraggio, all’interno delle sede per respingere il commissario del Corsinovi, il versiliese Iacolare.
Dopo anni di servizi e anche lettere cardinalizie (morte nel cestino) che però hanno permesso a migliaia di volontari di conoscere i numerosi episodi di malagestio della Confederazione nazionale (potete fare una ricerca partendo dalle violazioni delle regole di statuto per passare alle prevaricazioni dei consiglieri illuminati che chiedevano legalità e democrazia interna) ci eravamo dimenticati dell’incresciosa ma eloquente vicenda di Oste.
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Un paio di gole profonde, turbate dall’inerzia della Arciconfraternita pratese (o meglio dire, dall’oblìo?) e una certa resipiscenza dei fatti conosciuti – il tempo si sa, è galantuomo – ci spiegano che l’inchiesta e le critiche del nostro giornale erano corrette e ci aggiornano, per togliersi dei mattoni dalle scarpe.
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A Oste, ci spiegano, si potrà oggi affermare che c’è stato un sopruso con un commissariamento che – anche se formalmente corretto in punta di diritto – verteva su basi non sufficienti e congruenti come scritto anche nella udienza di appello.
Il commissariamento è stato dunque un gesto di esproprio coatto, con una lite fratricida, incomprensibile e sofferto per la sua natura vessatoria, così vissuta da molti volontari.
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Dopo 6 anni e mezzo, ancora vige il direttorio di due membri del Magistrato di Prato, confidenti e anche dipendenti: come mai la gestione non è stata già affidata a un Consiglio direttivo democraticamente eletto e correttamente insediato? Questa condizione, ci spiegano non è una banale anomalia, dimostrando bene come, all’interno dell’Arciconfraternita, ci sono delle guerre intestine pronte a esplodere al momento delle elezioni del nuovo Consiglio ostigiano.
Tra le altre faccende, le posizioni non possono essere abbandonate oggi, fino a che non sarà rieletto il nuovo Magistrato pratese, appunto prossimo alla scadenza.
Le “gole profonde” anche nostri attenti lettori, ci spiegano che Oste è la cartina di tornasole dimostrativa della gestione più indemocratica e lottizzata del Movimento nazionale.
La Confederazione ha sciolto il commissariamento sulla Misericordia di Rifredi, dove è stata commessa la massima delle ingiustizie denunciando il governatore per un ammanco da 600 mila euro in venti anni di esercizi: una prassi diffusa ovunque, per come vengono usati fondi neri per la rifusioni di spese, sicuramente improprie, ma fatte ai volontari incaricati di servizi extra.
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Insomma una falla diffusa, che sarebbe stata contestata anche a Oste, per il solo motivo di perseguitare il fu governatore ostigiano Daniele Bartoletti, passato – a nostro parere ingiustamente – al capestro dei corrotti.
Già i “corrotti”: a Oste, il colonnello Corsinovi, non ebbe timore a contestare, anche al Vescovo Fausto, di essere colui che sosteneva i “corrotti”, semplicemente perché nominò – come era sua competenza – Don Simone Amidei quale Correttore morale della Confraternita.
Oste è nella Diocesi di Pistoia, per chi lo avesse dimenticato. Ma il neo Correttore morale e il Vescovo di Prato che dicono? Va tutto bene così?
Ricordiamo, appunto, la riconciliazione Misericordia Prato e Diocesi pistoiese, benedetta con una messa dal Vescovo pistoiese Tardelli che però è stato buggerato anche questa volta dalla coppia Gianluca Mannelli – Alberto Corsinovi, senza la elezione del Consiglio direttivo ostigiano.
Insomma, formuliamo delle domande a hoc alla Arciconfraternita pratese e al Presidente nazionale Gian Domenico Giani sapendo che – non ci siamo illusi – saranno destinate al dimenticatoio ma che, forse, permetteranno a qualcuno di aprire gli occhi sulle diffuse irregolarità e malagestioni che continuano invariate in un Movimento di volontariato che, per la sua stessa natura, dovrebbe appartenere davvero ai volontari e non certo a un sodalizio di referenti di cordate o interessati.
Vorremo sapere:
1) Come è possibile che a Oste sussista sempre il “commissariamento” dall’Agosto 2016? (ci risulterebbe che a oggi non è stato eletto il nuovo consiglio per tenere buoni gli ostigiani e sembra che la bollente questione, verrà presa in esame post elezione magistrato pratese).
2) È vero che l’avvio delle procedure di elezione di un consiglio direttivo “democraticamente eletto”, darebbe impulso a una guerra intestina tra i volontari e i due commissari pratesi?
3) Che ne è stato del patrimonio immobiliare di Oste? È rimasto il medesimo di quello ex-ante il commissariamento o avete venduto degli immobili?
4) È vero che c’è un’azione civile contro il fu governatore Daniele Bartoletti per l’ipotesi di abuso e frode, mentre le stesse problematiche sussistono alla Arciconfraternita pratese e certamente di Rifredi che non è più commissariata da circa un anno? Tutto questo in contrasto con la mission di un ente di volontariato, ricordandoci l’intervento di Eugenio Giani, che denunciò l’affaire “Misericordie = Aziende”, che ha dimostrato per larga parte di avere pienamente ragione?
5) Da quanto tempo l’argomento “Misericordia di Oste” non è posto all’indice del giorno del Consiglio Nazionale? È possibile che il nuovo Presidente nazionale Giani, non abbia registrato questi episodi di lacerazione del Movimento, con le inevitabili emorragie di volontari, danno di immagine e riduzione delle motivazioni all’attività dei volontari?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]