OSTE-PRATO. A quasi un anno dalla vicenda del tentativo di commissariamento della Misericordia di Oste, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta diretta al Card. Giuseppe Betori, inviata da due coniugi che ci chiedono l’anonimato:
Eccellenza,
siamo due coniugi della comunità di Oste di Montemurlo, dilaniata da una pesante lite giudiziaria insorta tra la Confraternita di Oste e la Arciconfraternita di Prato quasi un anno fa. Era infatti il 16 di Agosto quando alla sede della Confraternita si presentò un “commissario” che affermava l’attuazione dell’esproprio dei volontari per il controllo imposto dalla Arciconfraternita.
In spregio alle indicazione di San Paolo, fu la Magistratura di Prato a fare ricorso al Tribunale per ottenere un “conferma coatta” del temerario atto giudiziario: ci permettiamo di riconoscerlo come tale, perché il Tribunale (degli uomini), non ha provveduto ad alcuna omologazione e lo respinse, perché evidentemente illegittimo e – ancora oggi – il commissario inviato è stato escluso da ogni accesso.
La sede della Misericordia è ancora presidiata dai volontari con uno strazio di sofferenze, per l’intera famiglia dei volontari dei quale, non possiamo che spendere indiscusse “parole di bene” avendo noi visto il loro impegno in costanza di amore e disponibilità per il prossimo cioè Misericordia. Non sappiamo quale sarà l’esito del “giudizio degli uomini”, ma qualunque sia, sarà una sconfitta per la nostra comunità e per quella delle oltre 300 comunità della grande famiglia dei volontari.
A fronte delle polemiche sulla controversia, con incresciosi esiti giornalistici, non abbiamo mancato di considerare le imbarazzanti – ma molto illuminanti – vicende della Misericordia di Isola Capo Rizzuto: un autentico paradigma che ha permesso di comprendere e qualificare in modo chiaro il significato, l’opportunità e l’adeguatezza di un atto di commissariamento, rendendo la vicenda di Oste davvero incomprensibile, almeno ai nostri occhi.
In questa incresciosa vicenda che pone la Misericordia (e dunque la nostra comunità) in un limbo operativo con frustrazioni, rinunce e sofferenze (anche con danni economici), osserviamo una spaccatura della comunità che formatasi nelle poche notizie “apparenti” giudica sommariamente e qualche volta, in modo errato: non certo seguendo il pensiero di San Giovanni Crisostomo che intende il “non giudicate” come un “non giudicate da voi stessi” facendo vendetta. (San Tommaso, Commento al Vangelo di Matteo, 7,1).
Anche i due vescovi Fausto e Franco hanno espresso delle posizioni che appaiono contrapposte: il primo ha firmato un decreto di riconoscimento canonico per la Misericordia di Oste e l’altro ha rilasciato dichiarazioni alla stampa che sono a sostegno delle (al momento possiamo dirlo) improvvide azioni della Arciconfraternita pratese.
Ci permettiamo dunque di rivolgere un appello, affinché possa con un suo definitivo intervento dare una composizione a questa incresciosa vicenda, sollevando la nostra comunità da una sofferenza ingiusta e pregiudizievole per la solidità della Confraternita e l’avvenire della Grande famiglia dei volontari.
La ricordiamo nelle Preghiere
Oste 6 luglio 2017
Due fedeli di Oste di Montemurlo